ARGOMENTO DEL GIORNO
Sequestri dehors, parla un ristoratore di Savelletri: 'Per noi conseguenze catastrofiche'
Carlo Colella, proprietario di 'Sapore di sale', locale sito sul porto della frazione marinara, confessa stati d'animo e paure

FASANO - «Siamo allibiti da quanto sta accadendo. Ci hanno posto sotto sequestro strutture regolarmente autorizzate e per noi sono danni incalcolabili». Carlo Colella, proprietario del ristorante “Sapore di sale” sito sul porto di Savelletri, è uno degli operatori colpiti dalla scure dei sequestri che sta interessando il territorio di Fasano. «Nel regolamento comunale non c'è scritto che occorre il permesso a costruire per i dehors ma per il magistrato è il contrario. Ma, e su questo ci siamo informati, in altre città, per ciò che concerne le strutture precarie come la mia, non serve autorizzazione urbanistica. Ora non so perché il magistrato abbia deciso di agire in questo modo e con questa ipotesi di reato».
Avevate avuto qualche sentore di quanto stesse per accadere?
«Assolutamente no. Avevamo visto e saputo della struttura di “Don Pesce” ma non pensavo riguardasse anche noi altrimenti avremmo cercato di muoverci in anticipo rispetto al sequestro. Oltre tutto mi hanno sequestrato una pedana esterna fatta una decina di giorni con tanto di autorizzazione e senza dehors sopra. Ma mi sa tanto che è un errore della polizia municipale che il mio avvocato ha già eccepito e chiesto al magistrato il dissequestro immediato».
Quali conseguenze state pagando a causa di questo sequestro?
«Catastrofiche. Se non si riesce a trovare una soluzione a stretto giro sarà la fine del turismo a Savelletri. Sono due giorni che alle 22 non c'è più nessuno. I turisti poi che guardano allibiti ai nastri rossi e ai cartelli di sequestro e si chiedono “ma questi cosa hanno combinato?”. Un danno di immagine pazzesco anche perché molti possono pensare che si tratti di qualcosa inerente l'alimentazione. Oltre tutto hanno colpito i locali che sono il perno e il punto di forza dell'economia della frazione. I turisti arrivavano a Savelletri per noi ma alla fine si trattenevano. Con questi sequestri hanno rovinato tutto l'indotto perché ora andranno in crisi i negozi di abbigliamento, le pescherie, i bar. Insomma pagheremo tutti le conseguenze. E la situazione non è grave, è gravissima».
Ha dovuto licenziare personale a causa della situazione?
«Ho dovuto lasciare a casa, al momento, la metà dei miei dipendenti. Con il sequestro del dehors siamo passati da 80 a 30 posti e capite bene che non posso più permettermi i 12 dipendenti che avevo con capienza piena. Mi dispiace anche perché molti erano studenti universitari che con i guadagni cercavano di mantenersi agli studi. Aspettiamo un evolversi in positivo della situazione ma il magistrato deve darsi una mossa e magari concedere la facoltà d'uso. E questa è un'altra cosa strana. La facoltà d'uso la concedono anche alle attività sequestrate per mafia e non la danno a noi che siamo vittime di questa situazione in quanto, ribadisco, regolarmente autorizzati. La contraddizione è ancora più palese se pensate che a sequestrare sono stati i vigili urbani che a loro volta hanno dato parere favorevole quando abbiamo chiesto le autorizzazioni. E vi racconto anche un altro aneddoto. Prima del 2012, cioè prima che entrasse in vigore il regolamento comunale, col mio tecnico progettista, chiedemmo il permesso a costruire per il gazebo ma all'epoca ci fu risposto con una lettera scritta che il permesso non serviva in quanto sarebbe entrato a breve in vigore il regolamento che non lo prevedeva. E ora ci contestano proprio questo. Davvero un'assurdità».
di Redazione
21/07/2017 alle 05:53:43
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