PROGETTO INCLUSIVO
Alla Bianco-Pascoli di Fasano protagonista anche la lingua dei segni
Concluso il progetto inclusivo 'Oltre la voce, oltre i segni, oltre i muri' portato avanti dai ragazzi della classe 2^ BB
FASANO - “Insegnare a tutti”: questo lo slogan dell'evento dedicato a Don Lorenzo Milani che il Miur ha organizzato a cinquant'anni dalla sua scomparsa, aprendo le porte del Ministero. “Avere una scuola aperta ed inclusiva era lo scopo della sua azione educativa, una scuola capace di parlare a tutti, a chi è più emarginato e a chi è a rischio di dispersione”, ha sottolineato la ministra Valeria Fedeli che ha fortemente voluto questa giornata di approfondimento e studio, invitando tutte le scuole d'Italia a riflettere sulla figura del maestro ed educatore di Barbiana che ha speso la vita per la costruzione di condizioni di uguaglianza sociale proprio a partire dalla scuola.
E' quanto hanno fatto i ragazzi della 2^BB della scuola media “Bianco-Pascoli” di Fasano lunedì 5 giugno nell'Aula Magna del loro istituto, presentando un elaborato video dal titolo “Oltre la voce, oltre i segni, oltre i muri- una scuola di tutti e di ciascuno nel segno di Don Lorenzo Milani” che ha ottenuto una menzione speciale alla I edizione del Concorso Nazionale “I care” organizzato dall'Istituto Comprensivo “Vitruvio Pollione” di Formia (Latina) in collaborazione con il Miur e l'Ufficio scolastico regionale per il Lazio. I ragazzi, coordinati dalle docenti Valentina Mauriello e Angela Dibello in un percorso didattico-esperienziale di inclusione scolastica hanno affrontato il tema della diversità, riattualizzando il pensiero di Don Milani. “I care” era il motto di Don Milani e significa “ho a cuore, mi interessa”: solo due semplici parole che riassumono l'idea da cui la classe è partita, ciò che “ha avuto a cuore” è stato provare a credere in una scuola che abbia interesse per tutti.
La presenza infatti di un'alunna non udente nell'ambito del contesto classe è stata l'opportunità e la forza di questo progetto, è stata l'occasione per favorire l'approfondimento sul tema della diversità vista nell'ottica positiva di una tra le tante modalità esistenziali dell'essere umano piuttosto che come forma di deficit e di disuguaglianza in ambito scolastico. Il percorso ha inteso stimolare negli alunni una riflessione sulle barriere legate alla comunicazione che ancora oggi limitano fortemente l'accesso alla vita reale dei non udenti, sulle difficoltà del mondo della scuola che è spesso ancora troppo impreparato ad accogliere le differenze di ciascuno e di tutti. Così, seguendo le orme di Don Milani, “non facendo parti uguali tra disuguali” la classe, mediante specifica guida e supporto dell'assistente alla comunicazione dott.ssa Mariangela Maglionico ha affrontato la trattazione di alcuni canti dell'Inferno dantesco, integrandoli e arricchendoli con un'espressione differente, quella della lingua dei segni italiana (Lis) utilizzata dai non udenti. Nelle parole di Don Vito Palmisano, parroco della Salette, presente alla serata di presentazione si coglie il valore del progetto: “E' la comunità che deve fare il primo passo perché la società sia davvero inclusiva” proprio come hanno provato a fare i ragazzi della 2^BB, partendo dalla loro realtà di classe, da una realtà a loro vicina, andando incontro all'altro, andando “oltre”. La classe attraverso il teatro, la letteratura, la musica e l'arte si è resa spontaneamente promotrice di un messaggio di valorizzazione dello studio e della conoscenza della Lingua dei segni italiana in ambito scolastico. L'insegnamento della Lis a scuola non solo favorisce un reale processo di integrazione tra i sordi e gli udenti, ma diffonde l'idea che una realtà senza barriere è possibile ed è necessaria se si vuole garantire a tutti il diritto alla libertà di essere, di comunicare, di esprimersi, di interagire, diritti inalienabili dell'uomo.
A conclusione della manifestazione significativo il messaggio giunto ai ragazzi da Padre Francesco Vercellone: ”Il risultato più prezioso è certamente quello di aver imparato a dire “I care” di fronte ai bisogni e ai problemi degli altri. Allenatevi a ripeterlo e a renderlo concreto anche con piccoli gesti di accoglienza e di solidarietà. Tutti possiamo compierli per costruire insieme un mondo senza muri e più bello per tutti”.
di Redazione
09/06/2017 alle 05:41:11
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