INIZIATIVA CULTURALE
Saponificio 'L'Abbate' tra passato, presente e futuro
La storia e le idee future dell'impianto che per più di un secolo ha segnato la cultura e l'economia del nostro territorio
FASANO – «Noi giovani abbiamo il compito di risvegliare questi patrimoni storici e culturali». Con queste parole ha esordito l'ingegnere Lucrezia Palazzo per riassumere e presentare al meglio la serata organizzata dalla sezione di Fasano della Società di Storia Patria, intitola a Giuseppe Maringelli, e tenutasi ieri (26 maggio) nell'ambito degli incontri ‘Venerdì Culturali', organizzati dalla stessa Società coordinata da Angelo Sante Triuscizzi, presso la stanza dell'Affresco nel cuore dei Portici delle Teresiane.
Quando siamo giunti alla metà degli appuntamenti in programma la giovane ingegnere fasanese ha illustrato il suo lavoro di tesi universitaria riguardante lo stabilimento ‘L'Abbate', pietra miliare dell'industria fasanese intatto nel tempo e definito patrimonio, non tanto economico quanto culturale, per il nostro territorio. Un lavoro di ricostruzione virtuale dell'impianto che lo riporta alla sua natura originale con l'obiettivo, anche, di sensibilizzare la città su quello che è un suo tesoro. Un immergersi, dunque, sul passato del saponificio attraverso dei software che regalano la possibilità di immergersi nella storia del saponificio fasanese in ogni suo dettaglio e in ogni suo luogo.
Al fianco dell'ingegnere Palazzo un altro professionista fasanese: l'architetto Claudio Galeota che ha illustrato ai presenti i benefici di una possibile riqualificazione urbanistica della struttura. Un dettagliato lavoro, presentato attraverso alcune slide, che offre un paesaggio a 360° dell'impianto, da cenni storici e culturali sino a quelli più moderni, con idee nuove che hanno l'impegno di rivalutare una struttura che il tempo sta demolendo e riponendo nel dimenticatoio. Nelle idee del giovane architetto lo stabile si pone come luogo che mescola innovazione e tradizione che valorizza al meglio ogni angolo della struttura in ottica museale e turistica.
"La prima volta in cui ho varcato il cancello del saponificio ero una bambina - ha spiegato Lucrezia Palazzo -, mio padre ha lavorato lì per ben 23 anni, una storia che va avanti dal 1890, è stato il pretesto per fare la mia tesi di laurea, un modo per lasciare ai miei figli una testimonianza storica. Attraverso delle ricerche ho pensato che il modo migliore sarebbe stato riviverlo con la realtà virtuale. Dunque attraverso visori e computer abbiamo riportato il saponificio all'antico splendore"
"Un percorso nato all'istituto Dante Alighieri durante un workshop con altri tecnici, un progetto nato dalla volontà di ricreare questo spazio, un progetto che ci affascina, lo stesso nome LABT cioè Laboratorio di Alimentazione Biologica Territoriale - ha invece sottolineato Claudio Galeota -. Un progetto non solo di rivalutazione dei fabbricati ma anche di riattivazione sociale, rigenerazione urbana come progettualità di aggregazione e di sviluppo.
Le giovani idee e il lavoro meticoloso dei due esperti fasanesi non sono passate inosservate ad un'entusiasta Stefano L'Abbate, coda di una generazione di discendenti lavoratori presso il saponifico, che congratulandosi con i relatori della serata di ieri ha definito le loro idee «fari che illuminano un qualcosa non personale ma di un'intera comunità». Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 2 giugno sempre alle 18.30, dove, nella cornice di Ottava Piccola a Montalbano, è in programma l'incontro intitolato “Il percorso della via Francigena del sud”.
di Donato Miccoli
27/05/2017 alle 02:49:45
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