SERATA ORIGINALE
A Fasano, il processo di revisione per la condanna a morte di Ignazio Ciaia
La particolare drammatizzazione è stata presentata dall'Associazione forense 'Laf -Francesco Saponaro' a Palazzo di Città
FASANO – Esilio, e non condanna a morte: questa la decisione presa a maggioranza dalla giuria popolare che, ieri sera (venerdì 20 gennaio) nella Sala Consiliare di Palazzo di Città, ha preso parte alla rappresentazione dal titolo “Processo di revisione della condanna a morte di Ignazio Ciaia pronunciata dalla Giunta di Stato del Regno di Napoli il 6 ottobre 1799” . Ad enunciarla è stato il presidente della Corte, nella persona di Massimo Brandimarte (presidente del Tribunale di Sorveglianza di Taranto). In base alla sentenza, i fatti contestati all'imputato costituiscono reato ma gli ideali e le ragioni politiche che hanno sostenuto l'agire del Ciaia sono meritevoli della commutazione della pena di morte in quella dell'esilio. Ignazio Ciaia, patriota, poeta e uomo politico nato a Fasano, nonché presidente del governo provvisorio della Repubblica napoletana del 1799, fu condannato per essere stato tra i protagonisti della rivoluzione contro il regime borbonico, fu poi arrestato (quando si avvicendò la restaurazione armata dei Borboni), processato e condannato a morte dalla giunta di Stato in data 6 ottobre 1799.
L'originale drammatizzazione, preceduta dai saluti dell'avvocato Italia Ditano, presidente dell'Associazione forense “Laf -Francesco Saponaro” (che raccoglie gli avvocati di Fasano e di Cisternino) e dell'assessore alle Attività Produttive Luana Amati, è stata ideata dall'avvocato Augusto Conte (vicepresidente del Consiglio distrettuale di Disciplina delle province di Le-Br-Ta) e organizzata in collaborazione col Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Brindisi e con la Fondazione dell'Avvocatura di Brindisi e il patrocinio del Comune di Fasano.
Oltre al succitato presidente della Corte, gli altri protagonisti della messa in scena sono stati: l'avvocato della difesa, impersonato dallo stesso Augusto Conte; il consulente della difesa Mario Spagnoletti (attuale docente di Storia contemporanea nell'Università di Bari); il pubblico ministero, impersonato da Nicola Colonna (attuale docente di Storia delle Dottrine politiche nell'Università di Bari); il consulente del pubblico ministero, ovvero Giovanni Quaranta (avvocato del Foro di Brindisi). Carlo Panzuti (attuale presidente dell'Ordine degli avvocati di Brindisi), è stato la voce narrante della rappresentazione mentre Italia Ditano ha ricoperto il ruolo di presentatore dell'istanza di revisione del processo. Ognuno ha ricoperto il suo ruolo in modo impeccabile, attinendosi ai fatti e alla tempistica dettata dal Presidente della Corte.
Il particolare evento, che ha anche avuto un forte carattere storico e rievocativo, ha suscitato l'interesse degli “addetti ai lavori” e della comunità stessa, che hanno voluto onorare il valore eroico di un martire fasanese.
di Angelica Sicilia
21/01/2017 alle 03:09:01
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