POLEMICA COLLINARE
Spettacolo per pochi intimi al Minareto: protestano i residenti silvani
La Pro Selva e la Peppino Mancini messe sotto accusa da un gruppo di residenti silvani tenuti fuori da uno spettacolo al Minareto
Il Minareto silvano
FASANO – Uso improprio di un bene comune. Questa, in poche parole, l'accusa mossa da un gruppo di residenti silvani all'associazione Pro Selva. Gli stessi residenti hanno deciso di scrivere a Osservatoriooggi.it per denunciare un episodio accaduto proprio di recente. «Vorremmo cercare – scrive il gruppo di residenti riferendosi alla frazione collinare -, con il nostro semplice contributo, di far ritornare questo posto meraviglioso, non diciamo ai fasti di una volta ma almeno ad una condizione di vivibilità creativa e soprattutto collettiva, perché soltanto con lo sforzo di tutti e la collaborazione attiva la cultura può diffondersi e uscire dai cenacoli ristretti ed elitari che rischiano inesorabilmente di soffocare la nostra Selva. Nessuno può avere l'esclusività e la prerogativa della cultura, perché se la cultura è il bene culturale, questo implica fruizione da parte della collettività».
Fatta questa premessa ecco che i firmatari della lettera raccontano quanto accaduto. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso – si legge nella nota -, della nostra insoddisfazione per come si svolgono certe iniziative, è caduta proprio agli inizi di questo mese. Infatti il 5 agosto scorso si è tenuta al Minareto (sicuramente l'edificio culturale più rappresentativo della nostra Selva) una manifestazione rievocativa degli anni ‘20: festa dell'arte e della musica, a cura del gruppo di attività teatrali “P.Mancini”. Sulle locandine era previsto l'ingresso libero, e non su invito, per cui un nutrito gruppo di persone si è recato, liberamente, per poter partecipare alla kermesse presso il Minareto, ma giunti all'ingresso hanno trovato una sgradita sorpresa: si entrava esclusivamente su invito (venduto soltanto ai soci della Pro Selva) per cui chi non lo possedeva doveva letteralmente rimanere fuori dal cancello. In sintesi, l'accesso all'evento era ”regolato”per far entrare ed accomodare a sedere soltanto i “signori” e poi sarebbero potuti entrare tutti gli altri. La delusione da parte nostra è stata forte quanto l'umiliazione. Crediamo che questo non sia un buon servizio alla cultura. Invitiamo gli organizzatori di tali manifestazioni ( Pro Selva e P. Mancini)a riflettere: i cancelli, dei beni comuni, devono essere spalancati alla cultura. I beni culturali sono della collettività»
di Redazione
08/08/2012 alle 00:57:01
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