INIZIATIVA COMUNALE
Accoglienza migranti: il 'Metodo Calò' illustrato al Laboratorio Urbano di Fasano
I nuovi modelli di integrazione nell'incontro pubblico organizzato dall'assessorato alla cultura del Comune di Fasano
FASANO - “Migranti: storie d'accoglienza. Nuovi modelli d'integrazione”: questo il tema dell'incontro pubblico, organizzato dall'assessorato alla cultura del Comune di Fasano, che si è svolto ieri (sabato 7 gennaio) al Laboratorio Urbanodi Fasano. Ad introdurre la serata, l'assessora alla cultura Annarita Angelini. «Questo incontro vuole essere un'occasione per mostrare alla nostra città un esempio di sviluppo e integrazione dal quale prendere esempio. Che possa rappresentare un modo per andare incontro alle esigenze dei tanti migranti che giungono nel nostro Paese e considerarli quale possibile valore aggiunto del nostro tessuto sociale. Sarebbe interessante anche per Fasano provare ad attuare il modello di accoglienza posto in essere dal prof. Antonio Calò». Così ha aperto il suo intervento Vito Bianchi, scrittore ed archeologo che ha organizzato e moderato l'incontro.
Accogliere i migranti in famiglia, è l'idea alla base di quello che è stato definito il “modello Calò”. Tale progetto d'accoglienza familiare degli immigrati trova il proprio supporto nell'obbligo per ciascun nucleo familiare che dovesse accogliere immigrati nelle proprie abitazioni, previa richiesta in Prefettura, di assumere uno psicologo, un educatore e un'insegnante d'italiano ed eventualmente un avvocato qualora occorra un intervento legale per il ricongiungimento familiare di questi immigrati. In questo modo il governo elargirebbe la somma necessaria alla realizzazione del progetto direttamente alla famiglia con la certezza di concretizzare un progetto d'accoglienza e d'integrazione nel tessuto sociale degli immigrati, senza quella concentrazione numerica di persone che, come sostiene Calò, non può essere controllata né formata.
«I migranti oltre che accoglierli bisogna integrarli nel nostro tessuto sociale. Spesso infatti si commette l'errore di pensare che loro siano solo di passaggio e che quindi non sia necessario aiutarli ad inserirsi nel contesto nel quale vivono. Al contrario se ci si dedica loro a piccoli gruppi si può realmente accoglierli, come ne è dimostrazione la mia personale esperienza oltre ad altri esempi di integrazione in Italia», ha detto Antonio Silvio Calò, Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica e docente di storia e filosofia del liceo classico “Canova” di Treviso che per primo ha sperimentato il modello di integrazione da lui ideato accogliendo in casa propria sei ragazzi africani, col supporto economico del Governo centrale. Secondo il docente trevigiano occorrerebbe un decreto governativo che approvi un modello organizzativo unico di accoglienza per tutto il territorio nazionale. Il “modello Calò”, inoltre, ha ricevuto l'elogio ufficiale dal presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker.
di Redazione
08/01/2017 alle 05:00:27
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