Nuova polemica sulla gestione Tradeco a Fasano: 'In comune' al fianco dei lavoratori

FASANO - «Come amministratori di questa città e, ancor più, come concittadini di chi continua a vivere in una condizione di profondo disagio all'interno della nostra comunità, non possiamo girare la testa dall'altra parte e far finta di niente»: è il pensiero del consigliere comunale Vito Bianchi, capogruppo del movimento “in Comune”, rispetto alle ultime problematiche emerse in seno alla Tradeco, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel territorio fasanese.

«L'altra sera – spiega l'archeologo e scrittore – una folta delegazione di operai è venuta a trovarci in una riunione del movimento “in Comune”, raccontandoci di come, per l'ennesima volta, l'assunzione di dipendenti temporanei da parte della ditta non abbia rispettato i criteri di anzianità. Ci è stato detto di assunzioni per una durata di tempo ridottissimo, per cui molte famiglie sono costrette a vivere in uno stato di profondissima emergenza, senza poter contare su,pur parziali, stipendi semestrali. Ci è stato raccontato di nuovi e apparentemente inspiegabili reclutamenti, e di imprevisti licenziamenti. Ci è stato sottolineato il mancato rispetto della utilizzazione e distribuzione del personale, che sui rendiconti giornalieri, in alcuni casi, sarebbe risultato inserito in contemporanea in più settori del territorio (come d'altronde già tempo fa denunciato da “in Comune”).

Per cui, a gran voce, gli operai che ci sono venuti a trovare hanno chiesto che l'ufficio ecologia svolga controlli più attenti sul corretto espletamento del servizio di raccolta. Coloro che si sono rivolti a noi cercano rispetto, giustizia ed equità nel lavoro: sono istanze a cui abbiamo il dovere morale di rispondere. E' necessario far rispettare dei criteri specifici per le assunzioni, basandosi su quanto predisposto da contratto e capitolato d'appalto: e poiché in questo sono implicati i soldi dei contribuenti fasanesi, quelli della Tari, è doverosa la nostra massima attenzione alle regole. Non possiamo più rinviare a data da destinarsi la risoluzione del problema. Pertanto, come ci hanno chiesto i lavoratori, ci faremo promotori di un incontro direttamente con il sindaco. Ci sono uomini, ci sono mogli e ci sono figli che davvero non possono più aspettare».