CONFRONTO APERTO
Chiesa e politica a confronto a Selva di Fasano sull'ultima enciclica di Papa Francesco
Il consigliere regionale Fabiano Amati e il vescovo della diocesi di Ugento - S. Maria di Leuca per un faccia a faccia sul'enciclica 'Laudato Si' '
FASANO - Un confronto nato prima sulle pagine di un quotidiano regionale e che ieri (5 ottobre) è divenuto reale. Si è tenuto presso l'Hotel “Sierra Silvana” un atteso "faccia a faccia" tra il consigliere regionale Fabiano Amati e il vescovo della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca Mons. Vito Angiuli. Alla presenza del sindaco Francesco Zaccaria e di altri esponenti del Consiglio Comunale oltre a sacerdoti della zona pastorale di Fasano i due protagonisti si sono confrontati pubblicamente sulle tematiche dell'ultima enciclica di Papa Francesco: la “Laudato Si' ”. Enciclica che tratta principalmente il rispetto dell'ambiente non inteso come materia scientifica. A coordinare la serata il parroco della parrocchia silvana “Maria Addolorata” don Gino Copertino.
I due ospiti, in modalità dibattito televisivo, hanno risposto uno per volta alle domande del moderatore, esponendo, così come spesso è avvenuto tramite le pagine dei giornali, i personali punti di vista sulle diverse argomentazione del testo scritto dal Pontefice, che evidenzia due aspetti: l'abuso dell'uomo, responsabile dei doni del Signore in natura e la consapevolezza del dono ricevuto. Da questo punto di partenza i due ospiti si sono confrontati e hanno discusso sviscerando, secondo le proprie personali opinioni, le tematiche dei sei capitoli dell'enciclica. Un confronto interessante che ha messo l'uno contro l'altro due visioni e interpretazioni certamente diverse tra loro ma che nel corso della serata hanno incrociato punti di vista comuni.
Partendo dalla scelta letteraria del pontefice, reo per il consigliere regionale di una forte contaminazione latino-americana nella scelta editoriale degli argomenti e nella struttura della stessa enciclica, si è voluto far cadere il luogo comune secondo il quale il magistero del vescovo di Roma sia differente da quello del predecessore Benedetto XVI, spesso fonte d'ispirazione per il testo. Un magistero, secondo il pastore della diocesi salentina, che va interpretato alla luce del momento storico di trasformazione radicale che si sta vivendo. Una trasformazione globale nella quale si inserisce il testo enciclico e nella quale va inserita la stessa enciclica.
La serata ha preso, successivamente, una piega politica nel momento in cui si è affrontato il tema dell'ecologia culturale nel quale i due ospiti hanno ritrovato la scissione ideologica che ha poi portato al confronto faccia a faccia. Nell'occasione Amati ha sottolineato come la politica ambientale debba spesso urtare contro l'interesse del cittadino: pronto e volenteroso di accogliere le nuove prospettive energetiche ma spesso timoroso e non coerente nelle scelte e proposte. La risposta del vescovo non si è lasciata attendere e che ha sottolineato come le scelte non debbano essere solo frutto di un modello di giustizia tecnocratico ma che debba lasciar spazio, con equilibrio, a chi vive nelle terre chiamate in causa, seguendo il principio delle decisioni fatte con criterio.
L'intervento di don Gino ha posto fine alle "ostilià" ricalcando e concludendo la natura dell'incontro attraverso le parole del pontefice: “Tutta la società ha l'obbligo di dipendere dal bene comune”.
di Donato Miccoli
06/10/2016 alle 01:01:26
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