INIZIATIVA ASSOCIAZIONISTICA
Palmina Cannone ha raccontato la Mostra Artigiana Fasanese nel tempo
Primo incontro culturale organizzato nell'ambito della 46esima edizione della campionaria silvana con la partecipazione dell'Utl di Fasano
FASANO - Il 16 agosto,nel Palazzo dei Congressi, a margine della 46ma Mostra dell'artigianato Fasanese, si è tenuto il primo degli incontri culturali che quest'anno la stanno impreziosendo. L'argomento trattato: “Raccontando la mostra nel tempo”. Relatrice: la prof.ssa Palmina Cannone, che da anni sta scandagliando, con ricerche certosine e pubblicazioni, l'affascinante cosmo artiganale locale. L'evento è stato organizzato dall'Università del Tempo Libero di Fasano, di cui la Cannone da due anni è presidente. Occorre ricordare che quest'anno la nota associazione, seconda in Puglia tra una sessantina di Ute, è tra i partner della 46ma kermesse artigianale con uno splendido stand, che ha come tematica i manufatti e i mestieri di ieri con pezzi in esposizione davvero interessanti, che narrano le mani alacri e l'ingegnosità dei nostri artieri. In più l'Utl sta offrendo una Sala lettura dove è possibile visionare volumi afferenti il nostro territorio e, nell'agorà della Mostra, quotidiani laboratori gratuiti delle antiche arti femminili, e ancora momenti di animazione musicale con il Trio dell'Utl: A. Sasso (fisarmonica), P. Valente e l'artigiano musicista G. Guarini (chitarra), a cui si è aggiunta la voce dell'artigiano cantante Mosè Schiavone.
Palmina Cannone ha esordito sottolineando che “Da quarantasei anni gli artieri fasanesi sono in vetrina. Un traguardo di tutto rispetto! Con l'arte erano in simbiosi, la respiravano quale ossigeno benefico mentre plasmavano i loro manufatti, griffandoli virtualmente con il marchio delle '3M' (mente, materia, mani), che ne siglava la qualità. Erano creatori, artisti - ha proseguito la Cannone - e formavano una vera aristocrazia, con i pregi e difetti propri della fasanesità. Questi uomini possedevano perspicacia intuitiva, gusto artistico raffinato, creatività eccellente, capacità di scegliere buone materie prime e una inusuale manualità, acquisita, fin da fanciulli, in anni e anni di apprendistato nelle storiche pettìche , sotto la severa e vigile guida del maestro, u mèstre, che insegnava l'educazione e il mestiere”. Palmina Cannone ha continuato dicendo che negli anni Cinquanta del secolo scorso gli artigiani a Fasano erano circa mille, sia nel settore maschile che femminile, e a loro si aggiungevano coloro che producevano i prodotti da forno e dolciari. Perché in loco si giunse a concepire la prima Mostra? “L'artigianato fasanese – ha spiegato la relatrice - , dopo la seconda guerra mondiale, pur conservando il primato di affermazioni in Puglia, in Italia e all'estero, risentì della crisi generale. La produzione di massa con prodotti scadenti, ma con prezzi competitivi, stava insinuandosi nel mercato regionale e nazionale. I nostri artigiani, pertanto, convennero di esporre i loro manufatti, per rilanciare l'immagine di un rilevante settore produttivo. Promotore fu l'avvocato Aquilino Giannaccari. Correva l'anno 1950 ed era sindaco di Fasano donna Maria Chieco Bianchi. Il manifesto fu affidato a Bepi Russi. Il 15 giugno 1950, presso l'edificio della scuola elementare di l.go Fogge, si celebrò il primo battesimo della Mostra dell'Artigianato Fasanese”. Il successo fu straordinario e i mass media nazionali diedero grande rilievo all'avvenimento. Tra i visitatori illustri che si avvicendarono nei padiglioni ci fu anche l'on. Giulio Andreotti. Quando la mostra chiuse i battenti il 2 luglio 1950, si stilò un progetto unico in Italia, a firma dell'ing. Giuseppe Attoma, la costruzione a Fasano di una “Cittadella dell'artigianato”, ma questo sogno abortì perché la Cassa del Mezzogiorno non elargì i contributi economici promessi.
“Negli anni successivi si susseguirono le altre edizioni – ha chiosato la Cannone - , e la Mostra si trasferì alla Selva di Fasano, che stava vivendo un momento aureo di grande richiamo turistico. Dal 1950 ad oggi sono trascorsi 66 anni, e perchè allora nel 2016 si sta celebrando la 46ma edizione? Dal 1952 al 1983 si tennero 17 mostre. Nel 1984 ci fu la XX ed., seguì un'interruzione di 6 anni per i lavori di restauro al Palazzo dei Congressi, e nel 1991 si celebrò la XXI ed., e da allora fino ad oggi c'è stata continuità”. Palmina Cannone si è poi soffermata su qualche edizione del passato a cui lei stessa ha partecipato con il marito Aldo Carparelli, esponendo le sue varie collezioni di reperti archeologici dell'artigianato locale. In conclusione, si è congratulata con gli organizzatori dell'attuale Fiera “per aver finalmente ridato alla Mostra la sua vera anima che nel tempo si era affievolita, e che negli anni scorsi l'ex assessore Renzo De Leonardis si era brillantemente impegnato a riprendere. Oggi, il visitatore nella mostra sta ritrovando la cultura, la passione, l'eleganza del passato artigianale fasanese, proiettato verso le future sfide occupazionali”. Palmina Cannone ha supportato la sua accattivante conversazione con la proiezione di immagini d'epoca dell'artigianato maschile e femminile nel tempo.
Erano presenti, tra gli altri, l'assessore alle Attività produttive, avv. Luana Amati, il console onorario della Croazia per la Puglia e Basilicata, prof.ssa Rosa Alò, la presidente e alcuni consiglieri dell'Utl. Oggi, venerdì 19 agosto, al Palazzo dei Congressi, alla Selva, ore 19, ancora l'Utl e Alia Fastigia, hanno organizzato il convegno “La Selva racconta la sua terra, scrigno di salute, longevità, benessere, sapori ritrovati” con Domenico De Mattia, Cosimo Damiano Guarini, Gianfranco Ciola, Palmina Cannone.
di Redazione
19/08/2016 alle 05:17:55
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