LOTTE INTESTINE
E' guerra a Fasano tra ristoratori e 'ricciaroli'
Un pesante atto di accusa di un comitato contro l'esercizio della ristorazione lungo la costa che collega Savelletri a Torre Canne
FASANO - Un comitato di ristoratori di Fasano dichiara guerra ai "ricciaroli". lo fa con una lettera indirizzata a Polizia municipale, Ufficio Tecnico, Asl, Carabinieri, Noe, Arpa e Guardia di Finanza in cui vengono denunciate le presunte inadempienze di coloro che operano sulla costa tra Savelletri e Torre Canne.
"Anche per questa stagione estiva a venire - si legge nella missiva del gruppo di ristoratori-, torniamo a denunciare agli uffici e Autorità preposte al rilascio degli atti amministrativi e agli organi di vigilanza il ripresentarsi, in forma ancor più eclatante, il solito problema ascrivibile alla gestione e conduzione delle "baraccopoli", aperte tutto l'anno, situate sul litorale di Fasano, zona Forcatella. Strano, come ancor oggi, nonostante i ripetuti esposti, lamentele e accertate inadeguatezze dei requisiti di staticità e igienico-sanitari di tali fatiscenti strutture adibite alla ristorazione, non si siano ancora presi provvedimenti per disciplinare una volta e per tutte queste attività. Di fatto, allo stato non si riesce ancora a capire come si possano disconoscere le norme tutt'ora vigenti che regolano la realizzazione di qualsivoglia struttura, fissa o precaria che sia, vietando tassativamente la installazione di manufatti entro i 300 metri dalla costa (legge Galasso). Mentre, al contrario, la norma è fermamente applicata in aree di piano regolatore nelle zone edificabili e non delle frazioni di Torre Canne e Savelletri (che stranezza).
Risulta che il Comune di Fasano - continua la lettera -, per detta località Forcatella, e solo per quella, emetteva anni fa "provvedimento provvisorio" in deroga alle norme vigenti su richiamate (concetto di provvisorietà temporale). L'aspetto politico-clientelistico si consolidava allorquando da oltre un decennio si è voluto caparbiamente disattendere i requisiti minimi di agibilità e staticità di tali strutture e gli ancor più basilari aspetti igienico-sanitari, prive anche del ben che minimo presupposto di garanzia per l'approvvigionamento idrico, mancanza di idonei e conformi impianti di smaltimento reflui (insufficienti in rapporto alle spropositate utenze, nell'ordine di centinaia di clienti), destinandole ad attività di ristorazione. Inoltre, in dette strutture precarie e carenti di idonei impianti e attrezzature vengono manipolate, preparate e somministrate derrate alimentari che, per qualità, tipologia e quantità, rappresentano potenziale pericolo per la salute degli avventori; tant'è che vengono somministrati cibi completi dall'antipasto ai primi piatti, secondi piatti, frutta e dessert. Talune altre similari strutture, in mancanza di idonei locali deposito, allocano all'esterno frigo congelatori contenenti materie prime surgelate e non, alimentati a mezzo fili elettrici volanti, il tutto carente dei requisiti di sicurezza.
Si pregia ricordare - si legge ancora , inoltre, che nella decorsa stagione estiva risulta si siano verificate intossicazioni alimentari di intere famiglie di avventori, dovute alla ingestione di ricci e frutti di mare inquinati da acqua di mare utilizzata per il lavaggio degli stessi, prelevata direttamente dal mare a mezzo tubazioni celate. Ancor più grave, è notorio agli organi in epigrafe richiamati che sulla scogliera, nella zona a ridosso della località Forcatella, insiste il collettore fognario di scarico reflui dall'impianto depurativo dell'abitato del Comune di Fasano, dove per tutta la decorsa stagione estiva si verificava la massiva fuoriuscita a cielo aperto di liquami non sottoposti a depurazione. Scariche risultati alle analisi chimico-batteriologiche dell'Arpa di Brindisi inquinanti lo specchio di mare interessato su tutto il litorale tra Torre Canne e Savelletri in ragione delle maree e dei venti predominanti.
Come conseguenza dell'accertato inquinamento e principio di eutrofizzazione costiera - accusano ancora i ristoratori -, l'unico e solo atto predisposto dal Comune consisteva nella mera apposizione di cartelli indicanti il solo divieto di balneazione, senza tener conto di implicazioni ben più importanti per la salute pubblica, non curandosi di detto scarico situato in tale località. Non si spiega come gli apparati tecnici, predisposti al caso, non abbiano ancora preso in considerazione "l'obbligo" di portare il citato collettore a idonea distanza in mare. Detta canalizzazione sottomarina favorirebbe un'idonea miscelazione dei reflui "naturalmente depurati alla fonte" evitando l'abnorme proliferazione di alghe infestanti la costa, comprovanti l'inquinamento in atto. Tanto si dimette alle Autorità in indirizzo, ognuna per le proprie competenze, per i provvedimenti e le decisioni che intenderanno prendere in merito, con espressa richiesta all'assessorato regionale Ecologia e Ambiente di accertare e disporre in merito, rivedendo la progettualità e attuazione delle opere cantierizzate presso l'impianto depurativo di Forcatella da parte del Comune di Fasano, relativamente anche al prolungamento del collettore fognario a idonea distanza in mare".
di Redazione
24/06/2016 alle 05:48:08
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