BRUTTE NOTIZIE
Tassa sui rifiuti: a Fasano arrivano bollette salate e monta la protesta
Nonostante i cittadini fossero stati informati dell'aumento del 40% circa della tassa le esose cifre hanno portato i cittadini all'esasperazione

FASANO - Erano attesi ma molti sono rimasti comunque esterrefatti a leggere le cifre. Parliamo dei bollettini per il pagamento della tassa sui rifiuti, la famigerata Tari, che da ieri (mercoledì 11 maggio) stanno giungendo nelle case dei cittadini di Fasano. Bollette salatissime che, naturalmente, stanno facendo montare un unanime coro di protesta. Scorrendo le bacheche sui social non si parla d'altro. Sdegno, rabbia, costernazione: sono tanti i sentimenti, tutti negativi, che traspirano dalle parole degli utenti che seppur allertati ormai da settimane dell'aumento del balzello del 40% hanno comunque spalancato gli occhi a leggere le cifre. E come preannunciato anche nell'ultimo numero di Osservatorio proprio la questione degli aumenti Tari potrebbe rappresentare un'incognita anche per le prossime elezioni comunali con molta gente arrabbiata che potrebbe non recarsi alle urne per protesta.
Le nuove e salate tariffe Tari sono state adottate, il 15 aprile scorso, con una delibera commissariale. Devono garantire l'integrale copertura dei costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che ammonta a 9.308.326,07 euro. L'Amministrazione comunale, nel 2015, non ha approvato le tariffe Tari e, come la legge prevede, hanno continuato a trovare applicazione le tariffe dell'anno precedente. Tuttavia, dovendo comunque assolvere all'obbligo di copertura integrale dei costi del servizio, si è impropriamente dovuto attingere dai fondi del Bilancio a scapito di altri servizi e forniture destinati alla collettività. A questo punto è di tutta evidenza che le tariffe 2016 scontano forzato e corposo aumento rispetto a quelle del 2014, che avrebbe dovuto attuarsi già lo scorso anno.
Quali le cause dell'aumento? In primo luogo, l'aumento dei costi di conferimento e smaltimento delle differenti tipologie di rifiuti; in secondo luogo la non replicabilità dell'economia di spesa riferita al 2013, pari a circa cinquecentomila euro, dovuta all'avvio del servizio a metà dell'anno, che ha prodotto effetti positivi solo sulle tariffe del 2014 consentendo la copertura integrale del costo del servizio senza aumenti per i cittadini; in terzo luogo la riduzione del numero delle unità immobiliari su cui vengono ripartiti i cosiddetti costi variabili del servizio di gestione e raccolta dei rifiuti, che ha fatto aumentare inevitabilmente la quota variabile riferita alle abitazioni. Tale aumento, come detto stimato in una percentuale del 40%, deriva dalle previsioni del Regolamento comunale approvato nel 2014 per le quali la quota variabile della tariffa riferita alle utenze domestiche trova applicazione solo per le abitazioni principiali e non già per le pertinenze (cantine e garage, bucatai, box, locali di minime superfici), la cui minima potenzialità a produrre rifiuti non giustifica l'applicazione del costo della quota variabile.
Inoltre, mentre la legge di stabilità per l'anno 2016 ha previsto una norma cosiddetta blocca tributi che impone agli Enti impositori di non approvare aumenti tariffari per il 2016, tale blocco non è riferito alla tassa rifiuti che continua ad autoalimentarsi con i proventi delle tariffe pagate dai cittadini. Da tutto ciò emerge che il commissario straordinario Pasqua Erminia Cicoria ha dovuto percorrere una strada priva di margini di discrezionalità e che l'incremento della tariffa non poteva essere evitato, pur nella consapevolezza dei disagi che ne deriveranno ai cittadini. Lo stesso commissario tenne a precisare, al momento dell'aumento, che l'obbligatoria approvazione delle tariffe 2016 non deve essere intesa come acquiescenza alle inadempienze contrattuali della Tradeco, gestore del servizio, rispetto alle quali, negli ultimi mesi, sono stati avviati numerosi procedimenti di contestazione di natura economica ed amministrativa, i cui effetti per l'Ente potranno consolidarsi in futuro.
Resta il fatto che in alcuni casi, purtroppo, il 40% è stato superato ed è giustificabile e fisiologica la protesta dei cittadini. Non basta ad alleviare il "dolore" neppure il fatto che si potrà pagare in quattro rate (la prima con scadenza il 16 maggio; la seconda con scadenza il 16 luglio; la terza con scadenza il 16 settembre e la quarta con scadenza il 16 novembre, per chi, invece, volesse pagare la Tari 2016 in un'unica soluzione, la scadenza del versamento è stata fissata al 16 giugno): ai fasanesi, questa tassa, è proprio indigesta, tanto che c'è chi minaccia di non differenziare più se alla fine l'impegno profuso per far questo non viene premiato sulle bollette.
di Redazione
12/05/2016 alle 05:35:29
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