QUESTIONE RIFIUTI
La Tradeco finisce nella delibera dell'Autorità Anticorruzione
Il presidente Raffaele Cantone ha puntato il dito contro alcune aziende che avrebbero partecipato ad appalti in situazioni anomale

FASANO - Anche la Tradeco, la società altamurana che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti urbani a Fasano, è finita nel mirino dell'Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) che ha controllato e successivamente bocciato, inviando le carte alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, la riforma del settore rifiuti fatta dall'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. A redigere la relazione è stato il presidente dell'Anac Raffaele Cantone che parla di un modello che «è ancora ben lontano dalla compiuta attuazione e dalla piena operatività», e che presenta gravissime irregolarità.
La delibera del'Anac è stata diffusa l'altro ieri (mercoledì 23 marzo). L'Autorità anticorruzione ha passato in rassegna la situazione di tutti gli Aro pugliesi, rilevando appunto che la legge di riforma non è stata applicata: anziché fare le gare, il servizio viene quasi sempre affidato con ordinanze in proroga. Ne deriva, sempre secondo Anac, «una situazione di stasi nel sistema degli appalti e delle concessioni in Puglia. Soltanto in pochi Aro è stato individuato il gestore unico mentre in moltissimi territori comunali la teorica gestione unitaria dei servizi a livello di Aro è in pratica frammentata».
In un passaggio l'Autorità Anticorruzione punta il dito contro alcune aziende (e tra queste appunto c'è la Tradeco) che avrebbero partecipato alle gare d'appalto nonostante fossero state oggetto di commissariamenti, interdittive o di risoluzioni contrattuali. Entrando nel dettaglio della delibera, l'Anac ritiene che i termini stabiliti dalla legge regionale per la costituzione degli Aro e l'avvio delle gare d'appalto erano perentori, e dunque i Comuni avrebbero dovuto adeguarsi. In caso contrario, spettava alla Regione intervenire attraverso l'esercizio dei poteri sostitutivi. Cosa che, fino al 2015, è avvenuta soltanto in pochi casi, ed anche in quei casi non avrebbe portato effetti benefici: il risultato è stato appunto la proroga indiscriminata e ingiustificata dei vecchi affidamenti, a ditte che svolgono lo stesso servizio anche da un decennio.
di Redazione
25/03/2016 alle 05:58:46
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