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Il piano di riordino ospedaliero pugliese non va bene: il Ministero della Salute chiede altri interventi
Ci sarebbero molte cose ancora da limare e tra queste i conti: si va verso un maggiore accorpamento di reparti e chiusure ospedaliere
FASANO - Punto e a capo. Il Ministero della Salute ha bocciato quasi del tutto il piano di rioridino ospedaliero inviato dalla Regione Puglia. Tanti gli aspetti da modificare a partire dal contenimento dei costi del lavoro e il rispetto delle norme della legge di Stabilità. Questo costringerà la Regione Puglia, ora, a dover rifare tutto in tempi strettissimi e si prevedono tagli durissimi. Intanto proprio la Regione ha deciso imporre il Piano di rientro per ciascuno dei 38 stabilimenti ospedalieri della Puglia, in modo da stringere i conti. E' stato chiesto anche ai direttore generali delle Asl un piano industriale. Da Roma, infatti, sono giunte cattive notizie. Il governo chiede che il costo del lavoro complessivo, tra esigenze degli ospedali e quelle del territorio, venga fissato a 1.961 milioni di euro all'anno ed entro fine febbraio occorre dichiarare il fabbisogno del personale.
«Questo ci costringerà - ha dichiarato il direttore del Dipartimento Giovanni Gorgoni - a prendere atto che la rete ospedaliera attuale è esorbitante rispetto al limite di spesa. Occorre diminuire i reparti per contenere il personale». Per il Ministero, poi, sono pochi gli ospedali di base (che comprendono pronto soccorso, chirurgia non complessa, ortopedia e medicina) mentre sono in esubero quelli di primo livello (ospedali con maggiori specialità). Non si condivide l'organizzazione di ospedali di primo livello in più Comuni (vedi Andria-Canosa oppure San Paolo- Molfetta- Terlizzi- Corato) e il piano va anche munito di una rete di emergenza-urgenza. Ma soprattutto gli ospedali devono avere in conti in ordine nel senso chei costi non devono superare i ricavi di oltre il 10%.
Ed ecco quindi che, in quest'ottica, si va verso l'accorpamento di reparti in modo ancora più drastico di quello inizialmente previsto. I segnali positivi di fine anno è meglio accantonarli in quanto ora a rischiare sono molti plessi ospedalieri.
di Redazione
24/01/2016 alle 06:46:54
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