SITUAZIONE ASSURDA
E' giallo sulla raccolta della frazione umida: il Comune di Fasano estromesso dalla Tersan
L'impianto di compostaggio aveva allertato l'ente comunale già dal 23 dicembre che non avrebbe più potuto ricevere i rifiuti fasanesi
FASANO - C'è qualcosa che non quadra nella vicenda che sta portando Fasano ad essere una città sporca e che sta mettendo a rischio la salute pubblica senza che le autorità preposte, in primis il Comune di Fasano, mettano in chiaro la situazione. Il fatto di aver comunicato, attraverso il proprio ufficio stampa, che la raccolta della frazione umida fosse sospesa fino all'11 gennaio non autorizza certo alla mancata trasparenza. Anzi, per dirla tutta, nel comunicato era riportato che per una settimana l'impianto di compostaggio Tersan non avrebbe potuto ricevere i rifiuti fasanesi ma non è così. Infatti Fasano non potrà più scaricare nell'impianto barese e dovrà cercarsi per forza un altro impianto. Ma andiamo per ordine e raccontiamo quanto accaduto e quanto sta accadendo andando a ritroso.
Con l'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) la Tersan Puglia ha avuto una riduzione di quantità conferibile secondo modalità e vincoli posti dalla Regione ed è quindi impossibile che l'impianto possa trattare tutto il trattabile. Cioè anche se per l'azienda fosse possibile la legge glielo impedisce tanto che in alcuni periodi l'impianto è anche leggermente "vuoto". Ma non si può fare altrimenti in quanto il venerdì, con la lavorazione che è su cinque giorni, l'impianto non poteva ricevere più di una certa quantità altrimenti si supererebbero i limiti imposti dalla suddetta Aia. Questa situazione era stata comunicata al Comune di Fasano e agli altri Comuni un mese fa, ad inizio dicembre, con la Tersan che aveva detto ai suoi "clienti" di regolarsi di conseguenza. Di fronte all'emergenza l'Oga (Organo di Governo d'Ambito, superiore all'Aro, che stabilisce i flussi delle varie zone) di Bari ha chiamato la Tersan e la Regione e si è deciso di convocare un tavolo tecnico tenutosi in via Capruzzi a Bari il 21 e 22 dicembre. Al tavolo, pur convocata, l'Oga di Brindisi (di cui fa parte il Comune di Fasano) non si è presentata. La Regione, vista la situazione, ha chiesto ai compostatori (oltre alla Tersan vi erano altre società pugliesi) cosa volessero fare sentendosi rispondere che non si poteva cambiare nulla a meno che non fosse stata emessa qualche ordinanza che autorizzasse gli impianti di compostaggio a trattare quantità superiori così come era stato fatto per l'impianto di Massafra.
La Tersan aveva chiesto, ad esempio, di allungare da cinque a sette giorni il lavoro di gestione dei rifiuti in deposito. Ma l'Arpa, il 22 dicembre, ha dato parere negativo a qualsiasi tipo di ordinanza e la Regione ha detto ai responsabili degli Oga presenti che, vista l'impossibilità di poter emettere in Puglia alcun provvedimento extra ordinem e data la scarsità di impianti di compostaggio sul territorio regionale e per di più soggetti a privative, avrebbero fatto cosa buona e giusta a cercare impianti fuori Regione con il logico aumento dei costi di trasporto. Ma Brindisi era assente col verbale del tavolo tecnico che è stato comunque ricevuto dall'Oga brindisino ed è giunto anche al Comune di Fasano dato che l'Organo è composto dai sindaci dei venti Comuni della Provincia. Ecco dunque la prima stranezza: il 22 dicembre si era già a conoscenza del fatto che sarebbe sorto un problema rifiuti.
Davanti a questo stato delle cose la Tersan ha comunicato ai Comuni fuori Oga (privilegiati per criterio di prossimità dalle normative regionali ed europee) tra cui quello di Fasano che non avrebbero più potuto conferire nell'impianto di compostaggio di Modugno e che quindi il contratto, in scadenza il 31 dicembre, non era rinnovabile. Questa comunicazione è stata inviata al Comune di Fasano il 23 dicembre. Ad oggi (giovedì 7 gennaio) la Tersan non ha ricevuto nessuna risposta e dalla società barese fanno sapere che l'ente comunale fasanese non potrà conferire neppure dall'11 gennaio nell'impianto.
Questo è quello che ha portato all'attuale situazione. Poi i fatti noti. Il 4 gennaio il Comune di Fasano, tramite comunicato stampa, informa la cittadinanza che per una settimana "a Fasano e frazioni sarà sospesa la raccolta dei rifiuti organici (ossia della frazione umida data dagli scarti alimentari). Pertanto, il contenitore marrone non va esposto in strada. La raccolta dell'umido riprenderà lunedì mattina 11 gennaio 2016. La decisione della “Tradeco srl” (la ditta gestrice del servizio di igiene urbana) di concerto con il Comando di Polizia locale del Comune, scaturisce dall'impossibilità tecnica della discarica di Modugno (in provincia di Bari) di ricevere in questa settimana la frazione umida dei rifiuti prodotti nell'intero territorio fasanese". Ora, analizzando quanto scritto nel comunicato c'è già un errore: non è una decisione della Tradeco ma solamente del dirigente comunale di igiene urbana nonché comandante della Polizia municipale Fernando Virgilio in quanto la società altamurana non avrebbe mai potuto decidere in materia dovendo scaricare i rifiuti obbligatoriamente dove indicato dall'ente comunale. Sempre tra le righe, poi, è facile leggere che solo per una settimana non si sarebbe potuto scaricare a Modugno ma come scritto sopra, alla Tersan non c'è più spazio per i rifiuti fasanesi.
Ma andiamo ancora avanti. Di fronte ad una possibile emergenza ecco che si registra l'intervento del consigliere regionale Fabiano Amati che si interessa della questione e trova nella Progeva di Laterza, in provincia di Taranto, altro impianto di compostaggio, la disponibilità a ricevere l'umido del Comune di Fasano. Questo accadeva nel pomeriggio del 5 gennaio. Amati allertava il commissario prefettizio che a sua volta girava la patata bollente al dirigente del settore Virgilio. Il resto è storia di oggi. Siamo al 7 gennaio e gli uffici comunali non hanno ancora fatto sapere nulla. Non sono pronte le autorizzazioni per scaricare a Laterza, non è stata allertata la Tradeco per la raccolta, non è stata informata la cittadinanza su come debba comportarsi. Niente, silenzio assoluto. Qualcuno, però, ipotizza che si stia cercando di favorire, in questa situazione di emergenza, una società locale (già appaltante di un altro servizio comunale, ndr) che ha in dotazione una piattaforma per ricevere l'umido ma che a sua volta dovrebbe poi portarlo in un impianto di compostaggio con conseguente aggravio per le casse comunali. Allora è arrivato il momento che il commissario prefettizio o il dirigente del settore di igiene urbana dicano chiaramente come stanno le cose, dove intendono portare la frazione umida fasanese ma soprattutto quando riprenderà e quanto costerà il servizio. E' un diritto dei cittadini sapere ma è un loro dovere informare ed essere chiari.
di Redazione
07/01/2016 alle 14:16:06
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