EMOZIONANTE APPUNTAMENTO
'La memoria non brucia': a Fasano un concerto per non dimenticare Palmina Martinelli
Al Teatro Sociale, testimonianze e musica in occasione dell'anniversario della morte della 14enne arsa viva nel 1981
FASANO – Se fosse ancora viva, oggi Palmina Martinelli avrebbe quarantotto anni. Invece, la sua vita è stata brutalmente e ingiustamente spezzata quando di anni ne aveva quattordici: secondo le indagini condotte, il pomeriggio dell'11 novembre 1981 nella sua abitazione di Fasano, i fratellastri le diedero fuoco perché aveva rifiutato di entrare in un giro di prostituzione. Il cuore della ragazza continuò a battere fino al 2 dicembre, poi si fermò. Per ricordare la sua morte e il suo coraggio, per non far cadere nel dimenticatoio l'ingiustizia giudiziaria che ha visto accusare di calunnia la stessa Palmina e ha portato all'assoluzione dei colpevoli in Cassazione per l'insussistenza del fatto, è stata organizzato l'evento “La memoria non brucia”. Al Teatro Sociale, ieri (2 dicembre), in tanti hanno voluto partecipare alla serata promossa da Tiziana Amati e Idilia Annese, in collaborazione con l'associazione culturale “La vie en musique” di Monopoli e il patrocinio del Comune di Fasano. L'appuntamento, che ha visto alla conduzione Tiziana Amati e Marco Mancini, è stato scandito da due momenti: in quello d'apertura, attraverso illustri testimonianze, si è cercato di ricostruire la tragica storia di Palmina; nella seconda parte, invece, la memoria è stata sublimata dal pathos creato dalla musica, eseguita dall'ensemble del conservatorio Nino Rota di Monopoli.
Un'emozionata Mina Martinelli, in apertura, ha ricordato sua sorella come «una ragazza semplice e piena di vita» ma ha voluto anche esprimere la sua rabbia nei confronti di chi dà credito alla teoria del suicidio. A confutare la tesi secondo la quale la 14enne si sarebbe data fuoco in modo volontario vi sono le parole della stessa Palmina, interrogata in ospedale dal magistrato Nicola Magrone, colui che istruì per primo il processo sul caso a Bari. «Quell'incontro fu molto faticoso, dal punto di vista psicologico ed etico – ha ammesso il dott. Magrone intervenuto sul palco fasanese. All'interrogatorio, condotto come da prassi in modo rigoroso, la ragazza rispose in modo lucido». L'ammissione dei nomi dei colpevoli, tuttavia, non ha impedito alla giustizia di dipingere la vittima come una bugiarda che in punto di morte ha calunniato i suoi aguzzini. Il primo e il secondo grado di appello, prima, e la Corte di Cassazione, dopo, hanno assolto i quattro colpevoli. «Una sentenza da annoverare tra le brutalità giudiziarie, un'affermazione devastante nella difesa dei diritti fondamentali della persona. Attraverso l'appuntamento di stasera, però, possiamo risarcire moralmente Palmina, restituirle la credibilità che merita», ha aggiunto Nicola Magrone.
Tra le più importanti testimonianze sulla vicenda, figura quella del dott. Lello Di Bari, in servizio al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Fasano, tra i primi a prestare soccorso alla piccola ustionata. «Il suo corpo era bruciato per il 70% – ha spiegato –. Se avessi modo di parlarle, le chiederei scusa per come si è comportata la società. Lei meritava di vivere». Di Bari ha chiuso poi la prima parte della serata impegnandosi pubblicamente a far trasferire i resti della ragazza, oggi custoditi in un loculo al secondo piano di una cappella del cimitero comunale, in una più giusta collocazione che possa restituirle dignità e onore. Questa, infatti, rappresenta una delle “battaglie” principali delle organizzatrici dell'evento.
Nella seconda parte della manifestazione, la giovanissima formazione orchestrale, diretta dal M° Nico Sette, ha eseguito diversi brani che hanno visto anche il perfetto intervento del tenore Gianni Leccese e del mezzo soprano Idilia Annese. Il concerto, iniziato con Adagio for Strings di S. Barber, è proseguito con le esecuzioni di Deposuit potentes da Magnificat di Bach , Der Tod und das Madchen Op.7 No.3 di Schubert, Stride la vampa, Condotta all'era in ceppi e Di quella pira da Trovatore di Verdi, Pavane pour une infante défunte di Ravel, Ave Maria di Caccini, Panis Angelicus di Fran. A chiudere la serata è stata una commovente performance di Un amore così grande, pezzo interpretato con maestria dalla coppia di cantanti lirici.
di Angelica Sicilia
03/12/2015 alle 00:47:21
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