INTERVISTA ESCLUSIVA
Nico Carparelli sul 'Rossini': 'Pronti a consegnare la casa di riposo ma nel rispetto delle norme'
Il noto imprenditore rompe il silenzio e dice la sua sugli ultimi accadimenti relativi alla questione che tanto ha fatto discutere
FASANO - Mancano appena quattro giorni al fatidico 25 novembre. In questa data scadrà la proroga concessa dal commissario prefettizio Erminia Cicoria al consiglio d'amministrazione della casa di riposo “Canonico Rossini” per l'occupazione degli spazi al primo piano dell'ospedale “Umberto I”. Dopo di che gli anziani ospiti dovranno trovarsi assolutamente una nuova sistemazione (così come hanno fatto già in diversi) e gli operatori che fino a quel momento si occupavano di assisterli saranno licenziati (le lettere sono già state recapitate). Una gran brutta vicenda che, almeno fino ad oggi, non ha trovato soluzione. La dirigenza del “Rossini” sperava in una decisione del giudice del Tribunale di Brindisi che ordinasse all'Ati costruttrice della nuova struttura di via Gravinella di consegnare l'opera ormai ultimata ma anche questo lumicino di speranza si è spento in quanto il ricorso è stato respinto. Ma in tutto questo qual è la posizione di coloro che hanno costruito la nuova casa di riposo e che si sono ritrovati, loro malgrado, nell'occhio del ciclone? Già qualche mese fa Osservatoriooggi intervistò Nicola Carparelli della Carparelli Costruzioni, società che insieme alla Cogit ha formato, appunto, l'Ati che ha edificato a tempo di record la struttura. A distanza di tempo e alla luce di quanto accaduto in queste ultime settimane abbiamo voluto nuovamente ascoltare il dottor Carparelli.
Dottor Carparelli, dopo la decisione del giudice che vi ha dato ragione, quale atteggiamento intendete assumere nella vicenda? Opererete di buon cuore e consegnerete l'opera all'Asp “Canonico Rossini”?
«Non è questione di buon cuore o cattiva volontà. In queste situazioni ci sono cogenti procedure amministrative da rispettare. Il Codice degli Appalti ed il relativo Regolamento di Attuazione prevedono in modo preciso ed inequivocabile tutti i passi che la Stazione Appaltante avrebbe dovuto fare dall'inizio. Tutto questo è stato chiaramente confermato dal Giudice nel provvedimento con il quale ha respinto il ricorso ex art. 700 con il quale l'Asp Rossini ha tentato di prendere anticipatamente in possesso l'opera arginando le suddette norme a discapito dell'impresa. Vorrei precisare che il Giudice “non ha dato ragione” a noi, ma, viceversa, ha dato semplicemente torto al Rossini dichiarando il ricorso infondato proprio perché in contrasto con le precise norme che regolano un pubblico appalto. Sostanzialmente, con il ricorso, il Rossini ha perso altri quattro mesi per assumere tutti i provvedimenti sanciti dalla legge per chiudere la vicenda e questi ulteriori quattro mesi, purtroppo, si vanno ad aggiungere ai due anni precedenti atteso che io ed il mio socio abbiamo praticamente ultimato le opere nel giugno 2013 con due mesi di anticipo rispetto ai termini contrattuali. Non nascondo che, dopo 30 anni di attività nella realizzazione di opere pubbliche, rimasi molto meravigliato nel leggere il ricorso del Rossini atteso che l'Asp, per l'opera in oggetto, può contare su un CdA costituito per lo più da avvocati e su una struttura tecnica costituita da ben 5 professionisti tra ingegneri ed architetti. Quindi, d'intesa con il mio socio, ci siamo semplicemente limitati a dare mandato al nostro legale ed alle nostre strutture tecniche interne ed esterne di difenderci nel suddetto giudizio al solo fine di riportare la questione sull'applicazione delle norme di settore che, per legge, regolano un appalto. Se l'Asp Rossini avesse fatto altrettanto il giudizio relativo al ricorso ex art. 700 si sarebbe chiuso già dal luglio scorso. Infatti fin dall'inizio della causa noi abbiamo oggettivamente dimostrato l'infondatezza del ricorso, viceversa il Rossini ha proseguito, nel giudizio e sui mezzi di comunicazione, con il suo tentativo di arginare le norme di legge puntualmente recepite dal contratto d'appalto».
Non pensa che abbiano tentato di forzarle la mano con il tam tam mediatico scatenatosi attorno alla casa di riposo “Rossini” col continuo parlare di anziani, chiusura, licenziamenti e quant'altro?
«Io faccio l'imprenditore e sono abituato a pianificare e programmare con il mio staff l'attività della mia impresa, di conseguenza quello che lei definisce il tam tam mediatico sugli organi di stampa ed addirittura sui social network non ha assolutamente distratto la mia attenzione dalle attività quotidiane. Forse la controparte ha cercato di condizionare l'opinione pubblica e chi avrebbe dovuto giudicare. Non amo rispondere alle provocazioni, di nessuna natura. Sono stato accusato di “tenere in ostaggio l'immobile”, di “ostacolare il collaudo dell'opera” e di essere il responsabile dello stato di “reclusione degli anziani” presso l'Ospedale di Fasano. Le carte ed il provvedimento del Giudice dicono l'esatto contrario ed io sono abituato ad attenermi solo ed esclusivamente a fatti riportati nella documentazione in atti. Abbiamo ultimato la casa di riposo nel giugno 2013. Da allora non abbiamo mai ricevuto una richiesta ufficiale da parte del Rossini per quella che, per legge, è definita la presa in consegna dell'opera. Io ed il mio socio abbiamo appreso di questa necessità del Rossini solo attraverso la notifica del ricorso ex art. 700 rispondendo in giudizio che tale procedura è regolata dalla legge e non può essere disposta da un Giudice senza la previa redazione degli atti previsti dalla legge a cominciare dalla contabilità finale che sancisce, nero su bianco, i lavori e le prestazioni rese dall'appaltatrice. Come si può pensare di entrare in possesso di un immobile senza prima certificare il corrispettivo spettante alla parte che lo ha costruito?. Circa il collaudo posso solo dire che per l'opera in oggetto la normativa prevede il cosiddetto collaudo in corso d'opera e cioè svolto durante i lavori e concluso dopo l'ultimazione degli stessi. I documenti dicono che il sottoscritto è stato convocato per la prima visita di collaudo in corso d'opera nel novembre 2014 e cioè oltre un anno dopo l'ultimazione dei lavori risalente a giugno 2013 e che l'impresa appaltatrice ha partecipato alle visite di collaudo tenutesi tra novembre e dicembre del 2014 con adeguate professionalità tecniche e con idonea manodopera. Se poi le operazioni di collaudo sono state interrotte dalla Stazione Appaltante non sono io a dover dare spiegazioni in quanto il collaudatore è un organo della Stazione Appaltante (il Rossini, appunto, ndr) da questa nominato. Con riferimento all'attuale sede della casa di riposo presso un reparto dell'Ospedale di Fasano posso solo dire che ho letto il verbale dei Nas in quanto, seppur non attinente alla causa, è stato depositato dal Rossini in una delle udienze del giudizio del quale abbiamo parlato in precedenza. I Nas precisano che gli anziani ospitati sono in buone condizioni di pulizia, abbigliamento ed assistenza rilevando delle criticità in ordine alla salute e sicurezza dei lavoratori. Ciò premesso sia il Rossini che parte del mondo politico locale, pur sapendo che la struttura presso l'Ospedale versa nelle suddette condizioni da decenni, ha preferito “utilizzare” la visita dei Nas per attaccare la mia impresa senza intraprendere tempestivamente semplici iniziative tecnico-amministrative per rimuovere le criticità rilevate dai Nas e garantire la provvisoria permanenza degli anziani presso l'Ospedale con conseguente salvaguardia dei posti di lavori degli addetti all'assistenza. A mio giudizio le criticità rilevate dal Nucleo Antisosfisticazioni potevano essere facilmente rimosse nel termine di 30 giorni concesso al Rossini. Ma non mi risulta che qualcuno si sia mosso in tal senso. La stessa politica, dopo decenni, si è ricordata degli anziani e degli operatori della casa di riposo allestita presso l'Ospedale solo dopo la visita dei Nas. Ho addirittura letto che un membro del Consiglio Comunale recentemente sciolto ha sollevato dubbi sulla “genuinità dell'improvvisa visita dei Nas” definita, dallo stesso Consigliere, “provvidenziale” per qualcuno. Spero che almeno in questo caso il riferimento non sia al sottoscritto atteso che il verbale dei Nas è stato utilizzato nel giudizio con il quale si è tentato di provocare ulteriori danni alla mia impresa ed a quello del mio socio ed in quello che lei ha definito il tam tam mediatico per scaricare sull'appaltatrice responsabilità che, lo stesso provvedimento del Giudice, attribuisce ad altri».
La nuova casa di riposo è terminata. Ma manca il collaudo?
«Manca il collaudo e qualche piccola opera non rilevante. Se si rispettano le norme citate dal Giudice nel suo provvedimento, con una normale attività tecnico-amministrativa pianificata e programmata ad hoc la vicenda può concludersi in brevissimo tempo».
Dottor Carparelli, non giriamoci attorno, cosa intende fare nei riguardi del “Rossini” e con questa nuova casa di riposo?
«Come Ati stiamo aspettando che la dirigenza del Rossini ci faccia capire se vuole riprendere un discorso con noi per vedere come risolvere insieme la questione. Il problema degli anziani attualmente ospitati presso l'Ospedale ed il relativo problema dei posti di lavoro degli addetti all'assistenza penso si possa facilmente risolvere con la Asl atteso che ci sono ormai diverse ali del nostro nosocomio inutilizzate ed idonee ad ospitare temporaneamente gli anziani in attesa della risoluzione delle problematiche tecniche, amministrative e contrattuali relative alla nuova struttura. In tal senso vorrei evidenziare che negli scorsi mesi si è chiesto l'intervento istituzionale di una miriade di soggetti (Prefetto, Sindaco, Assessore Regionale ed addirittura Presidente del Tribunale, Procuratore della Repubblica, Comandanti dei Carabinieri a livello provinciale e locale) senza rappresentare la situazione contrattuale dell'appalto al soggetto pubblico maggiormente, e forse unicamente, interessato dal punto di vista istituzionale: il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano. Qualcuno, volutamente o no, dimentica che allo stato attuale la nuova casa di riposo è stata “finanziata” per due terzi con un Fesr Regionale e per il restante terzo dal sottoscritto. Un appalto è caratterizzato da un contratto con prestazioni corrispettive. Noi abbiamo reso la nostra prestazione da oltre due anni, ora tocca al Rossini rendere la propria prestazione attraverso il pagamento dei lavori eseguiti. Allo stesso modo un Fesr è un finanziamento che deve essere rendicontato all'Europa in termini prossimi alla scadenza e conosciuti da anni. In caso di mancata rendicontazione la Regione, come già accaduto in passato, dovrà restituire il finanziamento all'Europa. Ho partecipato a decine di riunioni infruttuose con i rappresentanti dell'Asp Rossini e quindi penso che ora sia arrivato il momento di organizzare un tavolo di discussione alla presenza dei soli tre soggetti interessati: Asp Rossini in qualità di promotore dell'intervento, Regione Puglia e Ati appaltatrice in qualità di unici “finanziatori” dell'opera. Evidentemente io, come soggetto privato, non ho alcun titolo istituzionale per promuovere la suddetta iniziativa che personalmente considero l'unica strada percorribile per la chiusura della vicenda con un lieto fine e senza ulteriori strascichi giudiziari».
Se la dirigenza del Rossini venisse da voi e ammettesse di aver sbagliato accettando di riconoscervi il credito come vi comportereste?
«Ripeto che io faccio l'imprenditore e quindi parto dal presupposto che i problemi si risolvono con la pianificazione e la programmazione di azioni concrete rivolte alla risoluzione dei problemi e non alla ricerca dei soggetti che hanno sbagliato. Sono anni che diamo degli input per uscire dalla situazione di stallo nella quale il Rossini si è venuto a trovare. Sarei ben felice se si creassero tutti i presupposti di legge per l'immediata consegna dell'opera e l'immediata messa in funzione della stessa. Ma per far questo occorre la redazione di tutta una serie di atti che risolvano l'intera questione e che richiedono la sottoscrizione di tutte le parti. Io da parte mia “ho la penna pronta” da oltre due anni. Inoltre tenga presente che tra custodia, guardiania, manutenzione, verifica degli impianti e riallaccio del contatore dell'Enel dopo che l'energia elettrica è stata tagliata per mancato pagamento da parte del Rossini delle bollette, le spese che ogni mese sosteniamo da anni sono notevoli».
Ma se loro restassero sulle attuali posizioni si rischierebbe di perdere il finanziamento?
«Questa è una domanda che dovrebbe rivolgere ai diretti interessati. Quando si ottiene un finanziamento pubblico si conoscono con larghissimo anticipo tutti i termini e le modalità di rendicontazione. Io posso solo dire che oltre al corrispettivo derivante dall'errato valore dato ai terreni, da oltre due anni aspetto la liquidazione di oltre 100 mila euro relativi alla parte in contanti prevista dal contratto. In sede di giudizio il Rossini ha chiaramente dichiarato di non avere la suddetta disponibilità finanziaria e ciò basta a comprendere la necessità di un immediato coinvolgimento diretto della Regione per risolvere l'intera questione»
Si è mai chiesto del perché del comportamento “ostile” del presidente e dei consiglieri d'amministrazione del Rossini?
«Non penso che ci sia da parte dei membri del CdA del Rossini alcun astio personale nei miei confronti. Prima ho parlato di programmazione e pianificazione di un intervento. Forse la mancanza di una adeguata pianificazione e programmazione ha generato per il Rossini la fase di stallo che ormai dura da oltre due anni. Inoltre penso che siano stati mal consigliati ed abbiano tentato di scaricare sull'impresa tutte le responsabilità della mancata chiusura dell'appalto a distanza di oltre due anni dall'ultimazione dei lavori. Ho riscontrato anche una coincidenza degli atti che lei definisce ostili e una forte risonanza mediatica della vicenda soprattutto in concomitanza delle elezioni politiche prima regionali ed ora comunali. Ma ribadisco ancora una volta che io sono e resto estraneo alla propaganda spicciola che ha investito la questione».
Secondo lei quale strada seguiranno? Porteranno gli ospiti da qualche altra parte sempre in ospedale?
«Secondo me è la soluzione più pratica e veloce. Se anche consegnassi domani la casa di riposo, per sistemarla e farla partire ci vorrebbero un paio di mesi. Ci vogliono i tendaggi, i passamano previsti per legge, ecc. oltre idonee scorte di magazzino. Per quanto riguarda coperte e lenzuola il discorso è più semplice perché oggi, come tutti gli alberghi, anche le strutture pubbliche ricorrono al noleggio. Entro fine anno, insomma, l'attuale dirigenza del Rossini non ce la farebbe mai a rendere operativa la struttura. Ci vuole una discreta disponibilità economica che non penso abbiano. Chiariamo un concetto: la nuova casa di riposo è una struttura con 64 posti letto che ha grossi costi di gestione e con soli 20 ospiti non si può mantenere. Per poter far funzionare a regime la struttura occorrono almeno 50 ospiti fissi e rette onerose. Se il Rossini da oltre due anni non riesce a pagarmi 100 mila euro della parte prevista in contanti per la costruzione della casa di riposo posso solo immaginare che non abbia neanche le risorse finanziarie per metterla in funzione. Personalmente posso solo confermare la mia totale disponibilità a risolvere l'intera questione con i soggetti istituzionalmente preposti ad intervenire e continuerò ad ignorare le chiacchiere di coloro che attraverso periodici interventi mediatici si illudono di aumentare il loro consenso elettorale rivolgendo al sottoscritto accuse infondate e chiaramente smentite dalla recente decisione del Tribunale di Brindisi. Per fortuna l'opinione pubblica comprende che quando un costruttore realizza un'opera, e in largo anticipo rispetto ai tempi contrattuali, i ritardi relativi alla messa in funzione non possono essere addebitati a chi, con grande cura e dedizione, ha costruito la casa di riposo».
di Alfonso Spagnulo
21/11/2015 alle 06:12:50
Galleria di immagini: Nico Carparelli sul 'Rossini': 'Pronti a consegnare la casa di riposo ma nel rispetto delle norme'
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