CASO DA RISOLVERE
Casa di riposo 'Canonico Rossini' a Fasano: parlano presidente e consiglieri d'amministrazione
Gli avvocati Vito Ventrella, Francesco Bianco e Floriano Vincenzi hanno spiegato alla stampa la grave situazione che vive attualmente l'Asp
FASANO - Non è facile, di questi tempi, trovare responsabili di enti pubblici che dicano chiaramente come stanno le cose anche se queste, alla fine, non sono proprio note positive. Lo hanno fatto, invece, ieri (venerdì 23 ottobre), il presidente dell'Asp "Canonico Rossini" Vito Ventrella e due consiglieri della stessa Azienda, Francesco Bianco e Floriano Vincenzi. I tre hanno convocato la stampa per spiegare gli ultimi accadimenti in cui è stata coinvolta la casa di riposo e lanciare un vero e proprio grido d'allarme sul futuro. La speranza è che il Tribunale di Brindisi si esprima al più presto e "costringa" la ditta che ha realizzato la nuova casa di riposo a consegnare l'opera in modo che gli anziani ospitati attualmente in un'ala dell'ospedale "Umberto I" (dichiarata inadeguata dai Nas di Taranto e per questo è arrivato anche l'ultimatum del commissario prefettizio a sgomberare i locali entro 30 giorni, termine che scadrà la prossima settimana, ndr) possano trovare finalmente la giusta e più che degna collocazione.
Il presidente Ventrella ha spiegato come negli ultimi mesi il "Rossini" sia stato colpito da una serie di "sventure" congiunturali che ne minano, ad oggi, anche le prospettive future. C'è da dire che il "Canonico Rossini" è uno degli enti assistenziali più antichi di Fasano. Fu istituito il 3 dicembre 1888 ed opera ininterrottamente dal gennaio 1889. L'attività è stata sempre svolta, senza soluzione di continuità sino ad oggi, come detto, in un'ala dell'ospedale di Fasano. Negli anni 80 il Comune di Fasano richiese ed ottenne apposito contributo regionale in conto capitale finalizzato alla trasformazione della non più utilizzata ex scuola “Arte e Mestieri”, sita in via Contardo Ferrini, per dare una nuova sede all'ente Rossini. La nuova struttura, già in gran parte ultimata, fu però alienata dalla Amministrazione Comunale alla parrocchia S.Giovanni Battista di Fasano che, utilizzando un lascito di un benefattore fasanese, procedette al completamento della struttura, realizzando la Rssa “Regina Pacis”. L'allora presidente dell'Ipab Rossini, il dott. Pagliarulo, cercò di contrastare tale scelta adendo le vie legali, ma senza successo.
Proprio questa vicenda, secondo Ventrella, ha rappresentato un punto di svolta, in senso negativo, nelle prospettive di rilancio e di possibile collocazione “sul mercato” dell'istituto Rossini; infatti, le concrete prospettive di efficace ed efficiente servizio pubblico dell'ente, di fatto, sono state gravemente compromesse. Ciò ha pesato, ed ancora pesa, sulle stesse possibilità di una sostenibile gestione ordinaria dell'ente costretto ad operare con sacrifici e ristrettezze di bilancio che finiscono per condizionare la qualità del servizio reso. Occorre considerare inoltre che le entrate non sono affatto integrate da contributi pubblici. In buona sostanza, la gestione è equiparabile ad una gestione privata di strutture simili, ma con il peso, gli oneri normativi e burocratici propri di un qualsiasi ente pubblico. Nel corso degli anni, dalla nomina del primo Consiglio di Amministrazione da parte della Regione Puglia, i vari Consigli di Amministrazione ed i Commissari succedutisi hanno amministrato l'ente secondo l'ordinaria, ma sacrificata, gestione.
"Sin dal mio insediamento - dice Ventrella -, in qualità di commissario straordinario, ho improntato la mia azione gestionale al perseguimento di una concreta prospettiva di acquisizione di altra ed idonea struttura ove allocare l'attività dell' ente. Vi è sempre stata, ma ancor di più negli ultimi dieci anni, vi è in termini urgenti e vitali la necessità di un' idonea, funzionale ed efficiente struttura. Nell'ottobre del 2009 la Regione Puglia decise di finanziare la realizzazione di nuove infrastrutturazioni sociali e sociosanitarie in Puglia. Si determinava così una possibile, forse unica, prospettiva per l'ente: partecipare al bando, sperando nel finanziamento di una nuova struttura capace di essere gestibile economicamente e rispondente agli standars richiesti dalle normative. L'alternativa obbligata, in caso di insuccesso, sarebbe stata la cessazione di un servizio evidentemente realizzato in condizioni non più strutturalmente e finanziariamente sostenibili. Il predetto Bando prevedeva la finanziabilità dei progetti presentati dalle Asp a condizione che le stesse partecipassero alla realizzazione del progetto con un cofinanziamento pari almeno al 25% dei costi di realizzazione. L'Asp “Rossini”, con proprio progetto, concorreva al detto bando e lo stesso veniva ritenuto valido ed ammesso al finanziamento. Nel luglio del 2007 cominciavano i lavori che si realizzavano con massima celerità, al punto che nel luglio 2013 erano nella gran parte completati. Tuttavia, si provvedeva a sospendere gli stessi a causa della mancata realizzazione dell'impianto pubblico idrico-fognario a servizio dell'erigenda Rssa. che il Comune di Fasano aveva l'onere di realizzare. In diverse occasioni, già dal maggio 2012 e successivamente nel 2013, questa Asp sollecitava e diffidava il Comune di Fasano a realizzare i ridetti lavori infrastrutturali tempestivamente, poiché opere propedeutiche all'ottenimento del certificato di agibilità della residenza in oggetto, e al successivo ottenimento dell'autorizzazione all'esercizio delle attività".
Ventrella ha spiegato poi i guai sorti con l'Ati che ha realizzato l'opera. "Nel settembre del 2013 - spiega il presidente del Rossini - l'avv. Sante Nardelli (allora legale dell'Ati, successivamente ci fu un cambio di avvocati, ndr), in nome e per conto dell'Ati "Cogit Spa - Carparelli Costruzioni", a motivo dell'intervenuta adozione del Pptr Puglia nell'agosto 2013, diffidava formalmente il Rossini all'adempimento puntuale degli obblighi contrattuali ad essa facenti capo, poiché con la adozione del Piano, il terreno oggetto del futuro trasferimento a titolo di pagamento, risulta quasi completamente deprezzato. Immediatamente, ci siamo attivati per promuovere un incontro tra l'assessore regionale Barbanente ed il suo collega assessore Gentile. Incontro effettivamente avvenuto. Parallelamente, nel gennaio del 2014, sia l'Asp Rossini che l'Asp Latorre, provvedevano con proprie delibere di consiglio d'amministrazione ad approvare gli atti propedeutici e necessari alla fusione delle due aziende (da realizzare con provvedimento regionale) nella convinzione di realizzare una nuova, più solida e strutturata azienda, capace di realizzare migliore e più virtuosa gestione dei servizi e del patrimonio. Siamo ancora in attesa di una risposta. Nell'agosto del 2014, con la consegna dei lavori della rete idrico- fognaria ad opera del Comune di Fasano, il direttore dei lavori dell'Asp Rossini ordinava all'Ati appaltatrice, la ripresa dei lavori, registrando l'assenza della stessa nella data fissata. Mentre l'Asp otteneva da una banca l'assenso alla sottoscrizione di un mutuo ipotecario da 400.000 euro per l'avvio della nuova struttura, nel marzo di quest'anno ci veniva notificato un atto di citazione innanzi al Tribunale civile di Brindisi in cui la società costruttrice chiedeva, tra l'altro, l'annullamento del contratto d'appalto integrato sottoscritto e la conseguente condanna al pagamento della somma di 974.646,00 euro invece del pattuito trasferimento dei beni immobili. Alla luce del comportamento assunto dall'appaltatrice, abbiamo promosso nel giugno del 2015 procedura d'urgenza ex art.700 c.p.c., innanzi il Tribunale di Brindisi, chiedendo che venga ordinato alla ditta di consegnare sia la documentazione indispensabile per la ripresa ed ultimazione delle operazioni di collaudo dell'opera sia e soprattutto quella in suo possesso e meglio indicata innanzi, necessaria a consentire le verifiche di sicurezza degli impianti ed il rilascio del certificato di agibilità (funzionale all'ottenimento dell'autorizzazione all'esercizio della Rssa Canonico Rossini, ed alla sottoscrizione del ridetto mutuo ipotecario con la banca) con la conseguente immissione anticipata dell'Asp nel possesso dell'opera appaltata, che pure ha chiesto che sia formalmente disposta dal Giudice".
Ma i guai, come è noto, per il Rossini, non sono finiti. Il 25 agosto scorso i militari del Nas di Taranto, in seguito ad ispezione effettuata nella vecchia struttura, redigono un verbale dove si propone al Sindaco l'emissione di opportuno provvedimento di chiusura della casa di riposo nell'attuale sistemazione per le criticità strutturali constatate e di trasferimento degli ospiti in altra idonea struttura. Immediatamente, con l'allora sindaco Di Bari, e con gli uffici comunali competenti, i responsabili del Rossini tengono incontri, volti a valutare diversi e possibili scenari, stante l'urgenza e la complessità delle problematiche susseguenti ad un provvedimento di chiusura. Ma con la “caduta” di Di Bari, muta il riferimento istituzionale. Il Commissario prefettizio Erminia Cicoria, attraverso gli uffici competenti, notifica all'Asp provvedimento di chiusura della “vecchia” struttura, concedendo un termine di trenta giorni. A questo punto, il consiglio d'amministrazione ha immediatamente sollecitato gli uffici regionali e comunali ad intervenire nella complessa situazione determinatasi. Infatti, si è evidenziato che una eventuale ed immediata chiusura della attuale struttura del Rossini imporrebbe anche il licenziamento in tronco del personale di servizio, attualmente composto da 9 persone che hanno sempre svolto il loro lavoro con professionalità e sensibilità nonostante le condizioni strutturali e logistiche difficili.
Proprio il ritardo nell'apertura della nuova struttura e gli impegni finanziari conseguenti hanno provocato una ulteriore difficoltà di bilancio e di puntualità nel pagamento dei servizi erogati dal Rossini. I dipendenti avanzerebbero due mensilità ma non hanno mai fatto mancare l'assistenza agli ospiti della casa di riposo. Inoltre è stato sollevato il problema di collocare molti degli ospiti in nuove strutture, in un tempo che non può essere di pochi giorni, attesa la oggettiva difficoltà. Soprattutto, un provvedimento di immediata chiusura, dal punto di vista aziendale, determinerà la totale paralisi gestionale dell'Asp, poiché verranno a mancare le “entrate” costituite esclusivamente dai pagamenti ricevuti dagli utenti. Conseguentemente l'Asp non potrà far fronte agli obblighi contrattuali, con ciò compromettendo definitivamente ed irrevocabilmente anche l'intero investimento realizzato ed il possibile avvio della nuova struttura realizzata, anche sotto il profilo della chiusura della rendicontazione da effettuare entro il dicembre.
Insomma, per farla breve, la decisione del giudice del Tribunale di Brindisi sarà campale per il "Canonico Rossini". I responsabili della casa di riposo, che da anni svolgono il loro lavoro a mo' di volontariato non percependo neppure la piccola indennità prevista, sperano che si arrivi a capo di questa assurda situazione. "Capiamo le esigenze della ditta che ha costruito la nuova struttura - spiegano in conclusione Ventrella, Bianco e Vincenzi -. Non stiamo assolutamente dicendo che deve perdere quanto pattuito. Ma ora occorre pensare soprattutto al bene degli anziani ospiti. Vedere la struttura completata e non ancora operativa fa male. Perciò vorremmo che ci fosse buon senso. Speriamo nella decisione del giudice che imponga all'Ati di fornirci i certificati necessari all'avvio della nuova casa di riposo. Poi vedremo di poter trovare la giusta soluzione a che tutti possano ottenere quanto dovuto. Ogni giorno che passa diventa sempre più difficile andare avanti e un pezzo di storia cittadina rischia davvero di scomparire se non ci si sbriga".
di Redazione
24/10/2015 alle 06:38:08
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