TRISTE ADDIO
Fasano ha tributato l'estremo saluto a Sergio Melpignano
Tanti amici ma anche tanti cittadini si sono stretti attorno alla famiglia dell'avvocato e imprenditore creatore di Masseria San Domenico e Borgo Egnazia

FASANO - Un lungo applauso ha salutato l'uscita dalla chiesa di Sant'Antonio di Fasano del feretro di Sergio Melpignano, il 69enne avvocato tributarista fasanese deceduto ieri (lunedì 7 settembre). La salma dell'ideatore di Masseria San Domenico e di Borgo Egnazia era stata vegliata sin da ieri pomeriggio nella chiesa di corso Vittorio Emanuele. Centinaia di persone hanno voluto stringersi attorno alla famiglia dell'imprenditore (la moglie Marisa e i figli Aldo, Viola e Francesco oltre alle sorelle dello stesso Melpignano). Tantissimi i dipendenti che non hanno mancato di rendere omaggio a colui che con il suo essere precursore ha fatto sì che Fasano diventasse meta turistica internazionale. E poi una miriade di amici di famiglia, giunti da ogni angolo d'Italia per salutare il caro estinto. C'erano l'ex sindaco Lello Di Bari, il senatore Nicola Latorre e l'ex presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese. E poi tanti cittadini che hanno voluto, a modo loro, ringraziare Sergio Melpignano per quanto fatto a Fasano.
A celebrare il rito funebre è stato don Giorgio Pugliese. "Anche quando l'anima è colma di dolore per la dipartita dei nostri cari - ha detto don Giorgio nella sua omelia - non dobbiamo perdere la speranza. Deve restare scolpita nei nostri cuori. Chiunque crede in Dio avrà la vita eterna e sarà resuscitato. Ebbene Sergio è in questa situazione della chiamata di Dio dopo la sua sofferenza. E oggi siamo qui per pregare per lui e accompagnarlo in questo cammino, splendido. Siamo qui per domandare che già fin d'ora Sergio sia presso il Signore e che la nostra preghiera lo aiuti dopo il sacrificio vissuto e la sofferenza della sua malattia. La nostra preghiera non è inutile. E noi siamo qui per chiedere il dono del Regno per Sergio e tutti i nostri cari. Sergio è in cammino verso la vita senza fine".
Al termine della celebrazione, a salutare per l'ultima volta Sergio Melpignano è stato proprio il senatore Nicola Latorre, vecchio amico dell'imprenditore. "Caro Sergio - ha esordito un commosso Latorre - non è difficile trovare le parole per un tuo ricordo. La tua è stata una vita così ricca da offrire mille spunti di uno straordinario racconto. Semmai oggi è più difficile farne una breve sintesi e soprattutto è molto più difficile trovare la forza per pronunciarle quelle parole. E immaginando di sfogliare tutto d'un fiato l'album di quel racconto emergono nitidi i due fili che, riannodati, aiutano a descriverti così come ciascuno di noi, qui, ha imparato a conoscerti, ad apprezzarti, a volerti bene. E il primo di quei fili è certamente il valore che tu hai sempre dato alle relazioni umane. Credo che ciascuno di noi, che è qui, ha potuto direttamente misurare il tuo modo semplicemente nobile di concepire il rapporto umano. Sempre così sincero, privo di inutili orpelli e ipocrisie tanto da apparire persino talvolta ruvido ma che hai sempre saputo condire di grande generosità e senza mai frapporre alcun pregiudizio di status, di cultura, di appartenenza sociale. D'altro canto ne è testimonianza l'affetto con il quale in tanti ci stiamo ritrovando qui per darti l'estremo saluto, stringendoci in un abbraccio collettivo alla tua famiglia, quella famiglia di cui eri così orgoglioso: a Marisa, ad Aldo con Camilla e le tue adorate nipotine Emma e Maria, a Viola, a Francesco, a Rita, a Bruna. L'altro filo rosso è stato certamente il tipo di rapporto che hai avuto sempre con questa terra, con la tua terra alla quale sei stato così profondamente legato anche quando gli studi, il lavoro ti hanno costretto ad un allontanamento che è stato solo fisico ma mai spirituale. Del resto, nonostante potevi considerarti appagato per una vita professionale che ti aveva dato tante soddisfazioni, è qui che hai voluto spendere tutto te stesso anche nella scommessa imprenditoriale che ti ha impegnato in questi ultimi anni. Mosso inizialmente da null'altro se non da un atto di amore per questa città. E se io dovessi cercare un aggetivo per descrivere quello che ti sei rivelato come imprenditore io direi 'visionario'. Quella tua non comune capacità di leggere e di interpretare il territorio ha nutrito una voglia di futuro che ti faceva descrivere sin nei minimi particolari ciò che avresti saputo realizzare anni dopo. Sogni che hai continuato a raccontarci fino all'ultimo. Ha proprio colto nel segno quel tuo giovane amico che ieri, alla notizia della tua scomparsa, ha scritto che al tuo arrivo in paradiso 'Sergio costruirai un'oasi perfetta, fatta di nuvole e di acque celesti, un angolo di paradiso nel paradiso e i suoi ospiti saranno gli angeli'. Per tutto questo ti dobbiamo ringraziare, tutti, tutti i qui presenti. Sentiamo di doverti dire grazie. Ti dobbiamo ringraziare come fasanesi e dobbiamo ringraziarti come amici. Noi abbiamo imparato da te e con te che il miglior genere d'amico è quello con cui ti puoi sedere sotto un portico o in un campo o sotto un albero, come a te piaceva, senza dire mai una parola e a poco a poco sentirti come se avessi fatto la più bella conversazione del mondo. Si dice che la vera amicizia non consiste nell'essere inseparabile ma nell'essere in grado di separarsi senza che nulla cambi. Oggi ti stai separando anche dai tuoi tanti amici ma resti inseparabile nel cuore di ciascuno. E l'ultimo saluto vogliamo dartelo come, forse, proprio l'avresti preferito, in quel dialetto che anche lontano da quì era un modo per sentirti sempre a casa: 'Statt bun fra' (statti bene fratello, ndr). Ciao indimenticabile amico di sempre".
di Redazione
08/09/2015 alle 13:00:00
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