INCONTRO FORMATIVO
La sacralità della famiglia in un incontro del Cif a Selva di Fasano
I coniugi Lucia Miglionico e Giuseppe Petracca Ciaravella hanno raccontato la loro esperienza personale ma anche il loro mettersi a disposizione del prossimo
FASANO - 'La gioia deve essere uno dei cardini della vostra vita. Se sarete colmi di gioia, questa risplenderà nei vostri occhi e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro comportamento'. Con queste parole di Madre Teresa di Calcutta e un'immagine della religiosa accanto a Giovanni Paolo II si è chiuso l'incontro, tenutosi ieri (giovedì 4 settembre), nel gazebo dell'Hotel Sierra Silvana, sul tema "Essere credenti oggi nella famiglia, nella società, nel lavoro" organizzato del Cif provinciale (vi fanno parte le sedi del sodalizio di Fasano, Ostuni ed Erchie) per festeggiare il 70° anniversario dalla fondazione.
Ad aprire la serata la presidente del Cif di Fasano Mina Corelli che oltre a salutare i tanti presenti ha voluto spiegare i motivi della manifestazione e l'attività del sodalizio fasanese. La presidente provinciale Rita Sovrani, anche con l'ausilio di un video, ha ripercorso i 70 anni del Centro Italiano Femminile e di quanto abbia operato per le diverse comunità. Dopo un saluto del priore don Sandro Ramirez poi la parola è passata ai due ospiti d'eccezione: Lucia Miglionico e Giuseppe Petracca Ciaravella. I due, entrambi medici di san Giovanni Rotondo (lei si occupa di pediatria oncologica, lui di medicina nucleare), sono state, lo scorso anno, una delle due coppie di laici italiani invitati all'assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi. Giuseppe e Lucia sono sposati da 33 anni. Genitori di 4 figli hanno voluto portare nell'incontro silvano la loro esperienza vissuta al fianco delle coppie di fidanzati e delle famiglie oltre che, naturalmente, quella personale.
La coppia ha quindi parlato dei valori cardine della famiglia “cristiana”: fedeltà, rispetto e aiuto reciproco tra i coniugi, apertura alla vita, ai figli e ai loro problemi. Hanno portato parole di speranza in un momento in cui proprio i valori famigliari sembrano vivere particolari momenti di difficoltà con matrimoni che si concludono in fretta senza che ci sia il seppur minimo tentativo di riconciliazione. «La Chiesa dovrebbe essere sempre più una “famiglia di famiglie”, non una “fabbrica di sacramenti - hanno voluto sottolineare i due coniugi -. La Chiesa dovrebbe essere più vicina alle coppie, soprattutto a quelle in difficoltà, per invogliarle a cercare in essa un ambiente “familiare”al quale rivolgersi e non un contesto dottrinale dal quale dover fuggire. Le coppie hanno bisogno di essere accompagnate, perché le ferite, a partire da quella dei divorziati, si possono curare, ma si deve anche cercare di prevenirle. C'è un problema di consapevolezza delle coppie che arrivano alle nozze senza aver compreso cosa sia la vera fedeltà o l'indissolubilità. I giovani quando si innamorano credono nella famiglia e la pongono tra i loro obiettivi, poi però si scontrano con una società che li ostacola, che li relega nella precarietà e li manda in crisi. Le coppie adulte, invece, si trovano a vivere le incertezze dei figli».
di Redazione
04/09/2015 alle 06:34:22
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