APPUNTAMENTO SILVANO
Un interessante approfondimento sul grano promosso dall'Associazione Pro Selva
A Masseria Lisi, il sodalizio presieduto da Rosanna Petruzzi Lozupone ha analizzato segreti e curiosità legati a questo cereale con due esperti
FASANO – Proseguono gli approfondimenti - in linea con Milano Expo 2015 - messi a punto dall'Associazione Pro Selva sul tema del cibo. Ieri sera (giovedì 20 agosto) il sodalizio presieduto da Rosanna Petruzzi Lozupone ha organizzato un appuntamento dal titolo “Nel nome della farina: pane e pasta – segreti, curiosità e gusto” nella campestre cornice di Masseria Lisi, a Selva di Fasano. La location, non a caso, è caratterizzata da un forno, realizzato all'interno di un trullo, in cui vengono cotti tanti gustosi prodotti, apprezzati da residenti e villeggianti.
Ad aprire l'incontro, dopo i saluti della presidente del sodalizio organizzatore, è stato Bartolomeo D'Amico, titolare dell'omonimo mulino attivo a Fasano. L'esperto ha descritto i diversi processi di lavorazione del grano fino alla produzione della farina. Ha quindi esposto le caratteristiche nutrizionali di quest'ultima e fornito indicazioni sulla cottura dei farinacei.
L'imprenditore Maurizio Intini, invece, ha descritto ai presenti il Tritordeum, un nuovo tipo di cereale nato dalla combinazione tra il grano duro e l'orzo selvatico. Si tratta di una vera e propria specie, nata dopo quasi un trentennio di studi scientifici. Dopo un triennio di osservazioni e prove, l'azienda Intini & C.S.a.s. di Putignano ha raggiunto livelli ottimali per la distribuzione del seme di Tritordeum agli agricoltori.
Rispetto al normale grano, esso presenta un contenuto dieci volte maggiore in luteina, un antiossidante importantissimo per la protezione della vista e per la difesa dagli effetti nocivi della luce solare. Inoltre, contiene livelli di fibra dietetica più elevati, un fattore positivo per la salute del sistema intestinale e cardiovascolare. In più, è stato provato che possiede un basso contenuto di glutine e, pertanto, i prodotti da esso ricavati sono facilmente digeribili. Si presta molto bene in panetteria come in pasticceria. Potremo quindi parlare di “cereale del futuro”: per tale motivo si sta cercando di incentivare economicamente la coltivazione, così da ripagare il lavoro fatto durante l'intera catena di produzione. «Il nostro obiettivo è arrivare a coltivare 1000 ettari di Tritordeum nei prossimi tre anni – ha concluso Intini – ».
Al termine degli interventi, i presenti hanno potuto gustare specialità da forno preparate per l'occasione.
di Angelica Sicilia
21/08/2015 alle 03:36:31
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