LOTTA SENZA SOSTA
Fasano pronta a ribadire il suo 'no' alle trivellazioni in Adriatico
L'assessore Giuseppe Angelini ha approntato un ordine del giorno che andrà al vaglio del consiglio comunale: niente trivelle davanti alla nostra costa
FASANO - La Regione Puglia ha fatto ricorso al Tar circa le autorizzazioni concesse per le trivellazioni in Adriatico, di fronte alle nostre coste. Ma anche Fasano è pronta a ribadire il suo secco rifiuto alle trivelle con un ordine del giorno che sarà presentato il prossimo 2 luglio in consiglio comunale dall'assessore Giuseppe Angelini. "Nei primi giorni di giugno il Ministro dell'Ambiente ha firmato diversi decreti di compatibilità ambientale relativi a istanze di prospezione finalizzata alla ricerca di idrocarburi nelle acque dell'Adriatico - si legge nell'atto. Si tratta di pareri favorevoli resi nell'ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale, propedeutiche alle vere e proprie autorizzazioni che ora dovrebbe rilasciare il Ministero dello Sviluppo Economico. Straordinaria la circostanza di come, a mesi di distanza dai pareri tecnici su cui sono basati, i decreti siano stati firmati dal ministro Galletti giusto qualche giorno dopo la recente tornata elettorale. Ad oggi se ne contano 11, ma si ha ragione di ritenere che ve ne saranno altri nei prossimi mesi. Sono interessate le coste dell'intero versante adriatico, come anche quelle ioniche. Esistono infatti richieste di prospezione su tutte le acque prospicienti tali coste. Al di la degli impatti connessi alle attività di ricerca, quello che più preoccupa le comunità sono gli impatti ambientali ed economici della attività di estrazione degli idrocarburi, che seguirebbero ad eventuali esiti favorevoli delle ricerche.
Gli enormi sforzi fatti in campo turistico da tutto il sistema istituzionale e produttivo che ha fatto si che la Puglia diventasse un fenomeno attrattivo in questo campo - si legge ancora nell'ordine del giorno - potrebbero drammaticamente essere messi in pericolo dallo sfruttamento di giacimenti petroliferi. Ma anche la pesca, già soggetta a delicati equilibri, e con redditività sempre più marginali, potrebbe ricevere un definitivo colpo azzerando un comparto tradizionale e importante per la economia delle comunità pugliesi. I rischi connessi alla estrazione petrolifera, tutti chiaramente enucleati nelle centinaia di osservazioni di opposizione pervenute nei procedimenti di VIA finora espletati o in corso di espletamento, raccontano di un contesto ambientale assolutamente inadatto a questo tipo di sfruttamento delle risorse. Si tratta della opposizione, netta, di due diversi modelli di sviluppo. Uno, quello sostenuto dalle politiche nazionali, sorde alle istanze dei territori, che pone fiducia ancora nelle fonti fossili. Un altro, più strategico, che traguarda una visione prospettica del futuro fondata sulle fonti energetiche rinnovabili e sulle fonti innovative.
La Puglia - si legge ancora -, negli ultimi anni, si è impegnata in questo secondo modello, non senza contraddizioni, ma anche con un certo grado di successo. I dati dei flussi turistici sono una oggettiva conferma. La Puglia piace. La Puglia ha il suo petrolio, in un paesaggio unico, in una tradizione enogastronomica nota ormai in tutto il mondo. Il grande incremento del turismo ha portato nel nostro territorio risorse fresche e ha anche attutito la gravissima crisi del comparto edilizio. Mettere a rischio tutto questo con quello che può conseguire alla installazione di decine di piattaforme petrolifere é miope, sbagliato, inaccettabile. Le comunità stanno reagendo appoggiando le associazioni che si oppongo a queste installazioni. Le istituzioni devono far sentire la loro presenza e lo devono fare con tanta più forza in ragione del forte sentimento di disaffezione che la popolazione sta manifestando. Non è una battaglia nuova, già anni fa il comune di Fasano, ha aderito alle manifestazioni di opposizione a tali attività. Nel 2010 e poi nel 2012 in grandi manifestazioni pubbliche in cui un coro unanime oppose un secco no alle trivellazioni nei nostri mari. Oggi é necessario far sentire forte quella voce di dissenso".
Se l'ordine del giorno venisse approvato, così come sperano tutti, il Consiglio Comunale impegna l'Amministrazione tutta ad intraprendere ogni azione ritenuta utile a scongiurare il rischio che si concretizzi nelle acque prospicienti le nostre coste una così grave minaccia.
di Redazione
30/06/2015 alle 07:32:52
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