INIZIATIVA SCOLASTICA
Un passo nella storia a Fasano con il TecnoMuseo 'Adriano Olivetti'
Tavola rotonda di inaugurazione, presso il 'G. Salvemini", per il TecnoMuseo organizzato e allestito dagli studenti dell'istituto fasanese
FASANO- “C'è chi scrive la storia, e c'è chi la legge”. Un'aforisma che può riassumere il percorso e le vicende dell'imprenditore italiano Adriano Olivetti, padre della storica macchina da scrivere. Una storia quella di Olivetti scritta a colpi di macchina da scrivere, con i suoni e i ticchettii di questo pezzo d'Italia. Una storia letta da tutti noi che ne abbiamo, chi in fotografie e chi dal vivo, potuto ammirare la meccanica e il suono di uno strumento utilizzato per decenni da generazioni di uomini e donne.
Con la tavola rotonda “Tecnologia, Design e il sogno della Olivetti: tra Amarcord e Contemporaneità” svolta questa mattina (15 maggio), presso l'auditorium dell'istituto “Gaetano Salvemini” di Fasano, diretto dalla preside Rosanna Cirasino, si è inaugurato un altro segmento di questa storia, frutto di un lungo lavoro che ha portato alla realizzazione del TecnoMuseo dedicato alla storia e al percorso dell'invenzione di Olivetti. «Un progetto museale nato dall'incontro casuale tra una macchina da scrivere Olivetti e alcuni studenti - ha spiegato il professor Giovanni Cisternino, ideatore del progetto - e sin da subito supportato dalla preside Cirasino».
La preside che nel suo saluto iniziale, davanti agli studenti, agli ospiti presenti e al sindaco di Fasano Lello Di Bari, ha sottolineato come questa idea realizzata sia una prova evidente di quello che la scuola può dare e di come l'istituto fasanese stia intraprendendo una strada evidente verso la qualità. Una strada intrapresa da una quindicina di giovani studenti, guidati dal professor Cisternino e dalla professoressa Cinzia Cupertino, e che ha portato, tra sacrifici e tanto entusiasmo al compimento del progetto.
Per l'occasione sono intervenuti alla tavola rotonda, moderata da Gianfranco Mazzotta, presidente del “Circolo della stampa fasanese”, tecnici ed esperti, che nelle loro vocazioni lavorative sono state affiancati dalla macchina Olivetti.
Un incontro dove è stata presentata la storia dell'Olivetti imprenditore, tracciata dall'intervento di Mazzotta. «La storia di un imprenditore che ha applicato filosofia e arte nel proprio lavoro».
L'esperto in editoria e grafica Cosimo Iasiello, che ha lavorato presso la storica casa editrice fasanese Schena, ha rivissuto la storia della stampa e della grafica editoriale.
Il giornalista Zino Mastro, direttore del mensile “Osservatorio”, ha raccontato il suo rapporto personale con la macchina da scrivere agli inizi della sua carriera. Il direttore nel suo intervento ha sottolineato il bisogno di concentrazione che c'era nello scrivere a macchina, che non perdonava nessun errore di battitura. Ha chiarito il meccanismo di consegna di articoli giornalistici scritti a macchina, donando al museo un cimelio storico, qual è la “busta fuori sacco”. Una busta che aveva il compito di contenere l'articolo scritto a macchina, e che era consegnato dagli inviati alle redazioni per via ferroviaria, prima dell'avvento d'internet e delle mail.
L'esperto di tecnologia per l'ufficio Patrizio Calì ha chiarito nel suo intervento la parte più tecnica e meccanica della macchina da scrivere. I vari passaggi di evoluzione della macchina, che ogni operatore portava con sé, sono stati illustrati. Una meccanica della macchina, resa ancor più preziosa dal tempo, che ha dato spazio all'elettronica.
Una tavola rotonda, dunque dove sono stati vissuti i passi compiuti dallo strumento di Olivetti, e impreziosita dalla testimonianza a sorpresa di un ex dipendente della fabbrica di Ivrea, dove nascevano ed erano assemblate le macchine da scrivere. Un racconto che ha fatto vivere a tutti i presenti lo spirito e l'umanità di un'impresa italiana che ha conquistato il mondo.
A conclusione della tavola rotonda, con il taglio del nastro da parte del sindaco e della preside, è stata inaugurato ufficialmente il museo, che al momento a sede presso l'istituto Salvemini. Un museo che da oggi ha il compito di una memoria che si fa storia e vita per gli studenti e per tutti quelli che decideranno di visitarlo.
Un museo ben realizzato, dove si può ammirare una “Mignon AEG”, prima macchina da scrivere, e dove si attraversa la storia di un secolo di miglioramenti e di evoluzioni, passando per la “Olivetti Studio 42” e per la più amata “Valentine”, che con il suo color rosso vivo ha fatto innamorare generazioni di scrittori e di star del calibro di Brigitte Bardot. Si può respirare aria di modernità con la “Olivetti Lettera 35” e la “PC M24”, madre dei nostri moderni computer.
Un difficile lavoro alle spalle da parte di studenti e professori, ma che con questa iniziativa oltre a poterci far riscoprire un pezzo della storia italiana, doneranno alla nostra città e alla scuola italiana un'ulteriore immagina positiva, arricchendo le loro vite di una quasi certa indimenticabile esperienza, scrivendo anche loro un pezzo di storia della nostra città da far leggere alle generazioni future.
di Donato Miccoli
15/05/2015 alle 15:31:51
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