SUPERMERCATO DI VIA ROMA
L'avvocato dei tecnici comunali risponde al Procuratore Dinapoli
L'avvocato Carlino Carrieri ha inviato una nota in cui spiega il perché i suoi clienti abbiano preferito ricorrere all'oblazione invece di andare a processo
Il supermercato della discordia
FASANO – La vicenda riguardante un supermercato di Fasano il cui ampliamento aveva portato in giudizio proprietà e tecnici comunali continua a far discutere. Dopo la precisazione da parte del Procuratore Capo della Repubblica di Brindisi dott. Marco Dinapoli che aveva sottolineato come i coinvolti non fossero stati prosciolti dai reati da loro ascritti ma che gli stessi avessero pagato per non continuare il procedimento a loro carico ecco giungere, proprio a seguito di questa rettifica del Procuratore, una missiva, indirizzata al nostro direttore, (che Osservatoriooggi.it pubblica integralmente per il diritto di replica) a firma dell'avvocato Carlino Carrieri, difensore dei due tecnici comunali.
“Egregio sig. Direttore, leggendo qualche giorno fa un articolo apparso sul suo giornale online, relativo alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto due tecnici comunali nella realizzazione dell'ampliamento del supermercato Alter Discount di via Roma, non mi ha stupito che la notizia – nello sforzo di tradurre per i lettori questioni complesse in termini sintetici e, soprattutto, di facile comprensione, contenesse delle inesattezze. Mi ha stupito, invece, l'immediata rettifica della Procura della Repubblica di Brindisi, affidata addirittura al Procuratore Capo dott. Dinapoli, su questioni di così marginale contenuto. Tuttavia, anche la rettifica, in se corretta, contiene della lacune. Infatti i due tecnici comunali appresero di essere indagati in concorso con altri per il delitto di abuso di ufficio (art. 323 c.p.) e contravvenzione edilizia, soltanto con la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificatogli in data 6 ottobre 2011. A seguito di tempestiva memoria depositata dagli avvocati Manfreda e Carrieri, il pm titolare dell'indagine si avvide della infondatezza delle accuse mosse ai due tecnici e riformulò l'imputazione nella meno grave contravvenzione edilizia di cui sopra, per aver autorizzato lo “spostamento” della destinazione d'uso commerciale dell'immobile, dalla parte centrale, alla parte anteriore di esso, in asserita violazione dell'art. 60 del Prg del Comune di Fasano. Un peccato veniale insomma. Questo significa che il procedimento amministrativo che aveva condotto al rilascio del permesso di costruire per variante in corso d'opera era legittimo e, cosa più importante, che i due tecnici comunali non avevano inteso procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale ad alcuno. Io sono certo che il giudizio avrebbe accertato anche la legittimità dell'autorizzato cambio di destinazione d'uso (rilasciato, peraltro, inutilmente, visto che detta destinazione era già posseduta dall'immobile), ma avrebbero dovuto attendere anni, con il conseguente “discredito” che comporta la pendenza giudiziaria.
Pertanto, d'intesa con la difesa, nel bilanciamento dei costi-benefici, hanno preferito accedere all'oblazione (che non equivale ad assunzione di responsabilità) ed ottenere dal Gip una sentenza di non luogo a procedere, cioè di proscioglimento per estinzione del reato (e quindi la notizia apparsa sul vostro quotidiano, sul punto, era esatta). In conclusione i due tecnici non “hanno pagato per evitare il processo”, perché, come tutte le persone oneste, non lo temono, ma hanno scelto la via più breve per giungere all'archiviazione: cosa che è avvenuta alcuni giorni or sono”.
di Redazione
11/06/2012 alle 07:19:36
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