LETTERA DI PROTESTA
Donazioni di sangue in condizioni precarie all'ospedale di Fasano
La denuncia arriva da una lettera inviata dal presidente dell'Avis Fasano Angelo Sante Trisciuzzi al sindaco Di Bari e al direttore generale Pasqualone

FASANO - Nell'ospedale di Fasano si dona il sangue in condizioni pietose. E il succo della denuncia contenuta in una lettera che il presidente dell'Avis Fasano Angelo Sante Trisciuzzi ha inviato al sindaco di Fasano Lello Di Bari e al direttore generale dell'Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone. "L'Avis Fasano è stata fondata nel 1978 e la donazione del sangue, anno dopo anno, è sempre cresciuta, grazie all'impegno che l'associazione è riuscita a mettere in campo, un impegno sostenuto dal Centro Trasfusionale dell'Ospedale “Perrino”, ma, soprattutto, dalla volontà di tanti cittadini donatori che hanno seguito e seguono l'associazione nell'attività di ricerca e di coinvolgimento nel donare - si legge nella lettera -. Da sempre il luogo di donazione è stata la sede sociale fin quando non è stata dichiarata inidonea. Dai primi mesi del 2014 la sede di donazione, tra mille difficoltà, è stata individuata in un reparto ospedaliero dell'Umberto I° di Fasano (continuare a chiamare ospedale l'Umberto I° di Fasano, dopo tutte le sottrazioni effettuate in maniera scientifica e tutte contro i dettami delle Delibere Regionali, è molto azzardato!). Dopo tre domeniche di donazione il reparto individuato, che per noi era abbastanza idoneo, è divenuto non più utilizzabile e, dopo lunghe trattative e proteste, è stato indicato un nuovo reparto posto al secondo piano della stessa struttura.
Domenica 19 aprile, ultimo scorso - continua Trisciuzzi -, abbiamo effettuato la quarta donazione del 2015 con i seguenti risultati: emocromi n. 64, sacche di sangue intero n. 52. Un risultato sicuramente accettabile ma che non soddisfa assolutamente per le difficoltà con le quali si riesce ad operare: un corridoio stretto dove sono sistemate quattro panche di quattro sedie ciascuna, una saletta ove avvengono i prelievi per l'emocromo, due stanzette di fronte, con due letti, ove avvengono le donazioni in maniera libera e senza bilance, una stanza in fondo al corridoio e, pertanto, lontane dalle altre, dove avvengono i colloqui del medico con i donatori, un posto ristoro angusto e privo di un minimo di confort; tutte le altre stanze chiuse a chiave! L'accettazione dei donatori avviene all'ingresso del corridoio senza un minimo di privacy. Con questa logistica i donatori che aspettano il loro turno stazionano in piedi nel corridoio, a volte anche per più ore, dimostrando, comunque, abnegazione e spirito di sacrificio. Le lamentele sono continue e spesso determinano la rinuncia alla donazione con grave danno verso cittadini-ammalati che potrebbero patire per la mancanza di sangue.
La nostra buona volontà - conclude la lettera - non è più sufficiente a sopperire a tali carenze strutturali, per cui si chiede alle SS.LL. di attivarsi per tempo per individuare un nuovo luogo veramente idoneo a poter effettuare il servizio di donazione in maniera regolare, senza rischi per la salute e garantendo, principalmente, comfort e privacy. Il prossimo incontro, che l'Associazione ha concordato con l'Istituzione di raccolta ed i propri soci, è fissato per il 31 maggio; manca, perciò, oltre un mese per poter individuare, decidere e rendere idoneo un nuovo luogo ove poter effettuare le donazione di sangue in modalità più confortevole, sempre nell'interesse di una collettività bisognosa di servizi e funzionalità. Fiducioso che le SS.LL. si attiveranno da subito per superare tutte le difficoltà sopra riportate, si inviano cordiali saluti.
di Redazione
29/04/2015 alle 00:59:05
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