I MISTERI DELLA SANITà
Ostetricia prima chiusa e poi riaperta
Ore frenetiche per l'unità operativa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Fasano. Prima un fax che ne attesta la chiusura e due ore dopo il fax salvatore
L'ingresso del reparto di ostetricia e ginecologia
FASANO - La politica salva, al momento, il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Fasano. Ha davvero dell'incredibile quanto accaduto questa mattina nel plesso ospedaliero “Umberto I” dove per alcune ore si sono vissute forti tensioni. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno quando al dirigente medico del reparto di ostetricia fasanese Vincenzo Salvia è stata recapitata una nota a firma del direttore medico del presidio ospedaliero Ostuni-Fasano Cataldo Saracino. Nelle righe era, in poche parole, decretata la chiusura immediata del reparto. Facendo riferimento ad una nota, sempre di ieri, a firma del direttore generale Paola Ciannamea si disponeva, con effetto immediato, “il blocco dei ricoveri ordinari e urgenti presso l'Unità operativa di ostetricia e ginecologia di Fasano”. Non solo.
“Si dispone – continua la nota – che i medici continuino a garantire l'attuale organizzazione di reparto fino ad ultimazione delle dimissioni delle pazienti ancora degenti”. Viene anche disposto che, in prospettiva di una riorganizzazione dell'unità operativa stessa, gli stessi medici debbano comunque assicurare regolarmente tutte le attività ambulatoriali. Dulcis in fundo, contestualmente, “entro e non oltre il 20 marzo ed in ragione dei prevedibili minori carichi lavorativi – conclude la lettera -, dovrà essere programmata, di concerto con la direzione del presidio ospedaliero, la sollecita fruizione delle ferie residue di tutto il personale del reparto”.
In poche parole veniva messa la parola fine all'intero reparto con le unità lavorative che, con ogni probabilità, sarebbero state successivamente trasferite all'ospedale di Ostuni. Ma la voce di questo atto da parte della Ciannamea si è subito sparsa tra i corridoi e, chiaramente, sono state subito allertate le principali figure politiche cittadine: il sindaco Lello Di Bari, l'assessore regionale alle Opere pubbliche Fabiano Amati e il senatore Nicola Latorre. Non ci vuole molto a capire che si è ormai, a Fasano, in piena campagna elettorale e che un provvedimento del genere sarebbe stato destabilizzante in ogni caso. Ma non sono passate nemmeno due ore ed ecco il dietrofront. Pare infatti che le pesanti pressioni della politica abbiano sortito un buon effetto. L'assessore regionale alla sanità Ettore Attolini ha chiamato immediatamente la Ciannamea chiedendo la revisione dell'atto specificando, pare, che in un periodo delicato come questo non ci fossero intromissioni “tecniche”. Alla base della decisione la carenza di medici per il servizio di reperibilità ovviato solo grazie alla disponibilità espressa temporaneamente dai medici Vincenzo Colucci e Roberto Iacchetti.
Un passo indietro che, comunque, analizzando i fatti lascia poche speranze per il reparto di ostetricia e ginecologia ma, soprattutto, per l'intera struttura fasanese. Una nota come quella inviata ieri lascia presupporre che siano già state prese decisioni in merito all'ospedale di Fasano che, a questo punto, sono state messe in attesa e tirate nuovamente fuori dopo le elezioni comunali. Il direttore generale Paola Ciannamea già nel novembre scorso, in occasione del consiglio comunale monotematico sulla questione ospedale aveva lasciato intendere che ostetricia e ginecologia sarebbe stato tra i primi reparti a chiudere.
“Prevedere una ostetricia comporta anche un completamento di servizi che oggi non ci sono – dichiarò in assise il direttore generale dell'Azienda sanitaria brindisina -. Non ci sono le condizioni per tenere in piedi tutti i servizi. E' molto difficile programmare una attività in questo ospedale con le risorse che abbiamo oggi. Ci sono poi problemi legati alla spesa: l'ospedale di Fasano è in perdita tra costi e valore della produzione. Possiamo sviluppare solo prestazioni come i day service sia chirurgici che medici oltre alle attività ambulatoriali. Ma ampliare i posti letto è pressoché impossibile». La stessa Ciannamea, però, dichiarò che prima di attuare chiusure nel presidio fasanese si sarebbe comunque confrontata con il sindaco. Successivamente il quadro negativo della situazione sembrava fosse stato attenuato dalla ventilata sospensione delle chiusure in attesa di decisione definitive e chiarificatrici provenienti dalla Regione. Oggi, invece, ecco la chiusura e poi la “riapertura” che se da una parte soddisfa dall'altra apre diversi interrogativi sull'intera questione ospedaliera locale.
di Alfonso Spagnulo
15/03/2012 alle 00:00:00
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