Regolamentazione marijuana in Puglia: una soluzione anche per combattere lo spaccio

Bloccato in casa e arrestato perché trovato in possesso di 157 grammi di marijuana; è solo l'ultimo episodio di cronaca legato allo spaccio di droghe leggere, quale la cannabis è, di cui abbiamo dato notizia negli scorsi giorni.

L'operazione, portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Fasano, rientra nell'ambito di un contesto generale più ampio teso a contrastare il fenomeno dell'uso e dello spaccio di droga. Un argomento piuttosto delicato e che ultimamente si sta tentando di trattare per giungere ad una soluzione efficace.
Negli ultimi tempi si sta parlando di regolamentare la cannabis andando a liberalizzarne parzialmente e secondo determinate modalità il consumo, tematica questa particolarmente sentita in Puglia, che in materia è una regione all'avanguardia; ricordiamo che ad esempio nella nostra regione l'erogazione di farmaci a base di cannabis è consentita ed è a carico del servizio sanitario regionale dal 2010, a seguito di una delibera della giunta regionale targata Vendola.
Sempre qui è nato, nel 2013, il primo cannabis social club italiano con sede a Lecce, l'associazione No Profit LapianTiamo, il cui obiettivo è facilitare l'accesso alla marijuana terapeutica. Proprio l'associazione nelle scorse settimane ha portato avanti una protesta dimostrativa in quanto stanca di attendere che venga messa in atto una decisione presa dal Consiglio Regionale pugliese tesa a dare il via in modo tangibile e concreto a coltivazione e produzione di farmaci a base di cannabinoidi in Puglia.
La regione infatti si è fatta promotrice di una proposta che potrebbe cambiare di molto la realtà della cannabis in Italia; nel 2014 la commissione sanità ha approvato all'unanimità una proposta di legge che prevede in via sperimentale e per la prima volta la produzione di cannabis sul territorio pugliese.
Da allora si è in attesa dell'autorizzazione da parte dello Stato centrale che nel frattempo ha dato il via a un progetto nazionale per essere, al momento, l'unico attore a poter produrre e coltivare marijuana.
Sempre riguardo la recente proposta a livello nazionale, l'ipotesi di regolamentare l'utilizzo della marijuana non arriva questa volta da una delle tante associazioni che lottano per far riconoscere questo diritto, ma direttamente da un senatore, Benedetto Della Vedova, il quale ha proposto di dare vita ad un intergruppo parlamentare per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana.
Anche in Italia dunque sembra si sia raggiunto un livello di consapevolezza tale da far capire che è arrivato il momento di cambiare qualcosa nella legge attuale, anche perché studi scientifici continuano a dimostrare l'efficacia della canapa in diversi campi di applicazione, così come l'utilità dei suoi derivati; prodotti come l'olio di CBD ad esempio vengono sempre più utilizzati anche come integratori alimentari.

Arrivare ad un'apertura in termini di liberalizzazione consentirebbe inoltre di avere appunto un minor numero di reati legati allo spaccio di cannabis (la quale non deve essere associata alle pericolose droghe pesanti), come nel caso dell'episodio di Fasano.

Sono fenomeni di illegalità cui si assiste spesso e volentieri, anche nel nostro territorio; per questo una regolamentazione comporterebbe un risparmio di tempo e risorse da parte delle forze dell'ordine, che potrebbero impiegarle per altri scopi, e soprattutto una spallata decisiva alla criminalità organizzata; costituirebbe infine anche un passo verso una maggiore tolleranza e civiltà, come già in altri Paesi avviene.