SANITà ALLO SBANDO
Quasi tre anni di attesa per una mammografia: il calvario di una donna fasanese
Continua il calvario di chi si rivolge alle strutture pubbliche per esami tesi a prevenire gravi patologie: una vergogna senza fine
FASANO - "È tutto occupato, la prima data utile è il 28 dicembre 2017". È questa la frase che si è sentita dire una cittadina fasanese che martedì scorso (3 marzo) si è recata al Policlinico di Bari per prenotare un'ecografia al seno, una mammografia e una visita senologica. Ben 1030 giorni per esami che avevano una certa urgenza e che, naturalmente, in un centro, pubblico o privato che sia, a pagamento avrebbe potuto fare subito. "Ironia della sorte - spiega a Osservatorio la donna che ha scelto Osservatoriooggi per denunciare l'accaduto - è che devo anche ritenermi fortunata secondo l'addetto allo sportello in quanto sono stata inserita al posto di una disdetta. Altrimenti le prenotazioni vanno ormai nel 2018. E meno male che ci consigliano di effettuare controlli ogni sei mesi, al massimo un anno. L'impiegato mi ha consigliato di chiamare spesso nei prossimi mesi perché se ci sono disdette potrei fare prima gli esami ma sarebbero solo tentativi e non certezze".
Entrare nel girone infernale delle lunghissime liste d'attesa è ormai un fatto conclamato e davanti a questi episodi si capisce il perché la Puglia sia penultima tra le regioni italiane come offerta sanitaria. Giorni che diventano mesi, che si trasformano in anni. Una donna che voglia fare esami come quelli sopra citati, utili a rilevare in tempo forme tumorali, dovrà attendere tempi insostenibili, ai limiti dell'assurdo. E in questo caso parliamo di una persona comunque sana per cui il tempo potrebbe anche passare rapidamente. Ma per un malato di tumore è un'attesa improponibile. Tempi che spingono i pazienti che se lo possono permettere a ricorrere alle strutture private o ad andare in ospedali fuori regione. Immaginiamo che la questione delle lunghe liste d'attesa riguardi anche altri settori della medicina e che notizie come questa possono essere all'ordine del giorno. Ma farle tornare alla ribalta, ogni tanto, non guasta: potrebbe magari servire a chi governa a insistere nel cercare soluzioni al problema o, male che vada, quanto meno a farsi un esame di coscienza.
di Redazione
06/03/2015 alle 07:12:48
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