NOTA POLITICA
Luana Amati: 'Per l'ufficio del Giudice di Pace l'Amministrazione comunale non ha più alibi'
Il consigliere comunale del Partito Democratico torna sulla questione alla luce del provvedimento approvato nel decreto 'Milleproroghe'
FASANO- Sulla proroga dei termini per il mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace contenuta nel decreto "Milleproroghe" approvato ieri (giovedì 26 febbraio) in Senato ecco giungere, dopo la nota del senatore Nicola Latorre, quella del consigliere comunale del Partito Democratico Luana Amati che tanto si è spesa sulla problematica.
"Sulla questione Giudice di Pace non c'è più spazio per alcun alibi - scrive la Amati -! Quando tutto sembrava perso arriva con il decreto Milleproroghe davvero una buona notizia per la città di Fasano! Ed, infatti, se quello che è stato detto, da parte dell'Amministrazione Comunale negli anni e nei mesi scorsi, è vero, tutti, Governo cittadino compreso, possiamo gioire: Il servizio Giustizia a Fasano potrà permanere. E' storia nota che, nonostante l'Ufficio del Giudice di Pace fasanese rientrasse dapprima nell'elenco delle sedi che sarebbero state mantenute successivamente, con il D.M. del 10 novembre 2014, è passato nell'elenco delle sedi soppresse per non aver ottemperato agli adempimenti previsti dalla legge. Circostanza che oggi, con questo nuovo provvedimento statale, viene scongiurata a condizione che entro il 30 luglio 2015 il nostro Comune chieda il mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di cui a novembre scorso era già stata disposta la chiusura.
Un'opportunità che non possiamo e non dobbiamo perdere e che porrebbe rimedio ad un grande errore commesso dall'amministrazione che non aveva assicurato l'individuazione e la formazione del personale entro il 27 ottobre 2014. L'atto di indirizzo votato all'unanimità dal Consiglio Comunale e le precedenti dichiarazioni del Sindaco Di Bari che, negli anni scorsi, ha dichiarato come la soppressione dell'Ufficio fosse “inopportuna e sconveniente per i cittadini fasanesi che sarebbero costretti a spostarsi a Brindisi, distante oltre 50 km da Fasano, per poter usufruire del servizio giudiziario” ci fanno, ovviamente, essere ottimisti riguardo al mantenimento del presidio di giustizia nel nostro territorio. Tenuto conto che le spese per i compensi del personale della Magistratura onoraria e quelle relative alla formazione iniziale del personale amministrativo sono a carico del Ministero, in fondo, l'investimento da parte del Comune è davvero irrisorio per un servizio importante per i cittadini e possono essere effettuati dall'ente con le stesse modalità che l'Ente adotta per le spese inerenti ad altri servizi amministrativi. Inoltre, occorre a tal fine considerare che innanzitutto l'immobile dell'Ufficio del GdP è di proprietà del Comune e che nel bilancio del Comune di Fasano sono già ricomprese le spese di piccola gestione e manutenzione. Lo stesso stabile, fra l'altro, così come da noi già evidenziato, essendo in grado di ospitare quegli uffici comunali che attualmente occupano i locali sottostanti al Palazzo di Città ubicati in piazza sarebbe l'immediata soluzione per lo sgombro di tali uffici da quella location permettendo il raggiungimento di almeno tre vantaggi: un incremento di entrate mediante la locazione di detti locali, la rivitalizzazione della piazza e la concentrazione di più servizi comunali in un'unica area ben servita da parcheggi.
In ogni caso - conclude il consigliere Pd -, serve adesso un impegno immediato e concreto per l'avvio di tutte le procedure necessarie per essere pronti per la scadenza del 30 luglio (data ultima per i Comuni per completare l'iter per il mantenimento del Giudice di Pace nella proprie città) e per questo, vanno attivate tutte le azioni possibili affinché quanto previsto nel decreto e lo stesso impegno dei nostri Parlamentari in tal senso non sia vanificato. Sul punto, l'attenzione del Sen. LatorreE dimostra l'importanza della mutua collaborazione, sia nella politica che nelle istituzioni, quale migliore investimento per il bene della città. Chiediamo, dunque, innanzitutto al Sindaco di trovare quelle intese e quelle soluzioni che non sono state concretizzate, nonostante i pubblici annunci, quando era ancora possibile evitare la soppressione del presidio e che, da subito, vengano convocati tutti i gruppi consiliari al fine di individuare le azioni da intraprendere per il conseguimento di un risultato che non è del singolo ma che oltre a costituire un grande vantaggio per l'intera collettività qualifica il nostro territorio conservando un presidio territoriale di giustizia e garanzia per i diritti civili".
di Redazione
27/02/2015 alle 12:18:57
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