AMMINISTRAZIONE POCO OCULATA
Riuso acque reflue: altro 'strano' ed esoso appalto per il Comune di Fasano
Un'altra assurda storia in cui si evita il risparmio valorizzando l'offerta tecnica: anche in questo caso diversi i punti oscuri
FASANO - Osservatorio, sia nella sua edizione cartacea che online, ha già affrontato l'argomento: quello del fenomeno, molto ricorrente sul Comune di Fasano, dell'aggiudicazione di appalti pubblici ad imprese che offrono il servizio ad un costo maggiore. Dovrebbe essere il contrario, ma purtroppo a Palazzo di Città sono parecchio di manica larga nella gestione dei soldi dei cittadini fasanesi. Avevamo denunciato già alcuni casi ma eccone un altro che sottoponiamo all'attenzione dei nostri lettori: quello riguardante l'appalto per l'affidamento per cinque anni del servizio di "gestione dell'impianto di affinamento e riuso a scopi irrigui delle acque reflue depurate e relativa rete irrigua".
La storia ha inizio nel 2012. L'importa a base d'asta dell'appalto è di 909mila euro. L'assegnazione della gara è prevista con l'adozione del "criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa" per l'Ente pubblico. La gara viene aggiudicata all'impresa Aquasoil Srl, che ottiene il maggior punteggio (86,18). Seconda classificata è l'impresa fasanese Technoacque Srl (80,00 punti). Il punteggio, come al solito, viene determinato da due elementi: "offerta tecnica" e "offerta ecconomica". Anche in questo caso, come in quello da noi denunciato per la realizzazione di un centro raccolta di rifiuti differenziati, l'attribuzione dell'appalto ha dell'incredibile. La ditta aggiudicataria offre un ribasso economico risibile sulla somma di 909mila euro messa a base d'asta, appena l'1,11%, pari a diecimila euro, mentre quella che si classifica seconda aveva offerto un ribasso del 20%, cioè uno sconto di ben 180mila euro sul prezzo a base d'asta. Se il Comune avesse voluto, avrebbe potuto risparmiare ben 170mila euro in cinque anni. Come è possibile un fatto del genere?
La "musica" è sempre la stessa: la differenza viene determinata dal punteggio attribuito all'"offerta tecnica", sulla quale l'insindacabilità dell'operato della commissione giudicatrice è praticamente totale. Così, all'Aquasoli Srl il punteggio attribuito all'offerta tecnica è pari a 40 punti su 40 disponibili, mentre alla Technoacque Srl viene attribuito un punteggio complessivo di punti 20 (pari alla metà del massimo), senza che la commissione di gara abbia fornito alcuna plausibile giustificazione su tale impari attribuzione. Ma la cosa più incredibile, in questo perverso meccanismo di valutazione delle offerte è che per l'offerta economica, si registra un minimo distacco (poco più di 3 punti) tra quella presentata dalla Techoacque (pari ad un ribasso del 20% sul prezzo dell'appalto) e quella presentata dall'Aquasoil (praticamente pari al prezzo di gara essendo dell'1,11%).
La Technoacque, tramite i suoi legali, invia al Comune di Fasano un preavviso ri ricorso contestando l'applicazione della formula con la quale è stato attribuito il punteggio per le offerte economiche: tale formula non sarebbe contemplata "tra quelle indicate dall'allegato P del D.P.R. N. 207/2010" che indica quali metodi di calcolo utilizzare per l'offerta economicamente più vantaggiosa. L'Avvocatura del Comune recepisce il ricorso e la gara viene annullata. Quando la gara sarà ripetuta, e siamo a metà del 2014, a vincerla sarà di nuovo l'Aquasoil, ma questa volta con un ribasso sull'offerta economica del 20% e non più dell'1,11% come aveva fatto nella gara precedente.
Qualcuno forse dovrà spiegare perché, per la stessa gara, una volta si è offerto un ribasso (1,11%) e poi un altro (20%). Alcune ipotesi che si potrebbero avanzare le lasciamo all'intelligenza dei lettori, ma sono davvero inquietanti. Forse è arrivato il momento di porre dei freni alla insindacabilità dell'operato delle commissioni giudicatrici. Di fronte a simili fenomeni, siamo sempre più convinti che i "tagli" operati per gli enti pubblici, che tante ire hanno suscitato negli amministratori locali, sono sempre pochi. Sulla gestione della cosa pubblica bisognerebbe usare un bisturi che vada ancora molto più in profondità: gli sprechi e le "turgide mammelle" alle quali abbeverarsi sono sempre tantissime. Fino ad ora tanti cittadini hanno sopportato uno stato di cose che di fatto ci ha ridotto sul lastrico, con una tassazione che continua a crescere per finanziare allegre gestioni di servizi pubblici. Ora però non ci sono più le consizioni perché si possa continuare a tacere di fronte ad un così scellerato modo di gestire il bene comune.
di Redazione
24/02/2015 alle 07:27:30
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