NOTA POLITICA
Vito Bianchi: 'La Tradeco non può ricattarci: si rescinda il contratto'
Il capogruppo del movimento 'in Comune' ha diramato un pesante documento dopo aver appreso la notizia della sospensione dei servizi extra capitolato
FASANO - Non poteva certo passare inosservata, a livello politico, la notizia della sospensione dei servizi extra capitolato da parte della Tradeco e soprattutto il mancato rinnovo del contratto per 14 dipendenti. Il primo a prendere posizione è Vito Bianchi, del movimento 'in Comune' che chiede, senza mezzi termini, la rescissione del contratto.
"La notizia che la Tradeco dal 1° febbraio 2015 abbia sospeso tutti i “servizi migliorativi” nella raccolta dei rifiuti a Fasano ha dell'incredibile: perché la Tradeco, al contrario, non ha mai attivato proprio quelle migliorie tecniche contenute nel “Progetto Tecnico di Appalto”, contrattualmente vincolanti, che le hanno permesso di aggiudicarsi la gara di appalto - scrive Bianchi -. Si tratta di enormi inadempienze che, di fatto, restituiscono alla città un servizio totalmente diverso da quello contrattualizzato. Il progetto che ci ha venduto la Tradeco descriveva un Servizio di Igiene Urbana piuttosto qualificato, basato su una radicale selezione domiciliare dei rifiuti, con raccolta porta a porta, attrezzature e sistemi gestionali innovativi. Fra le tante cose non realizzate, che tuttavia rappresentano elementi fondamentali e caratterizzanti il servizio promesso, spiccano: la mancata realizzazione e gestione, a cura e spese di Tradeco, di due Centri Comunali di Raccolta, efficientemente informatizzati ed attrezzati per il conferimento dei rifiuti diretti degli utenti, con identificazione dell'utenza e rilevazione del peso; il mancato allestimento di un Eco-Point Mobile attivo tutto l'anno, per sei giorni a settimana; il mancato programma che, mediante una Tessera “Amica” distribuita agli utenti ed una piattaforma web innovativa, doveva garantire il monitoraggio e controllo in tempo reale dei rifiuti conferiti, dell'andamento del servizio, con rilevazione di disservizi, allarmi.
Addirittura - continua Bianchi - si sarebbe dovuta attivare una Piattaforma di conferimento di II livello, per la compattazione e la cernita del materiale e, ancora, dispositivi di essicazione rifiuti, eco-compattatori di vari modelli e dimensioni da distribuire agli utenti, telecamere per il controllo dei siti degradati, con la realizzazione di continue campagne informative. E invece, il servizio offerto dalla società altamurana si è basato esclusivamente su un utilizzo intensivo di manodopera, in continuo affanno per “raccogliere quello che si può” lungo tutto il territorio, disattendendo completamente quanto promesso nel progetto. Non sono neppure mai state versate al Comune le quote dei corrispettivi dei proventi derivanti dalla commercializzazione dei materiali differenziati. A fronte di tutte queste gravi inosservanze, rispetto alle quali, è bene ricordarlo, l'amministrazione comunale non ha alzato un dito, la Tradeco in prima battuta fa richiesta al Comune di un ulteriore milione di euro all'anno in aumento del canone, ed ora si permette di bloccare i servizi migliorativi, facendo leva sul ricatto occupazionale e lasciando senza lavoro quattordici persone (assunte a tempo determinato). Senza addentrarsi nei dettagli contrattuali, appare del tutto evidente che chi debba essere risarcito è piuttosto il Comune, mentre la Tradeco, al contrario deve essere diffidata e sottoposta alle penali pecuniarie previste dall'art. 16 del contratto.
Il movimento “in Comune” - conclude il consigliere comunale -, che solo qualche giorno fa aveva impegnato l'amministrazione comunale, con una apposita mozione nell'assise consiliare, a far quantificare le suddette penali, è dell'avviso, inoltre, che sussistano le condizioni per rescindere il contratto con la Tradeco, in considerazione anche del fatto che il progetto di servizio contrattualizzato con la società altamurana è rimasto un libro dei sogni e non vi sono segnali che diventi realtà. L'intervento recente della parte sindacale per proteggere i lavoratori non può e non deve sottoporre l'amministrazione comunale al ricatto occupazionale, ufficializzando, così, l'uso del Servizio come mero “assumificio”".
di Redazione
08/02/2015 alle 00:33:50
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