SENTENZA FAVOREVOLE
Il Comune di Fasano non deve nulla alla Monteco: respinta dal Tar la richiesta di ulteriori 110mila euro
La società salentina aveva chiesto la revisione prezzi per i 53 giorni in cui ha operato fino a quando non è subentrata a tutti gli effetti la Tradeco
FASANO - Il Comune di Fasano non deve nulla alla Monteco: risparmiati 110.000 Euro. Lo ha sentenziato il Tar di Lecce, con la sentenza n. 486 depositata ieri (giovedì 5 febbraio). La società salentina aveva chiesto al Comune di Fasano il pagamento del complessivo importo di 110.000 euro a titolo di revisione prezzi, per lo smaltimento rifiuti solidi urbani, per un periodo di circa 53 giorni. In particolare, la richiesta di pagamento della società salentina, riguardava il periodo in cui, il Comune di Fasano, che, nel frattempo, aveva già indetto la gara per l'affidamento del medesimo servizio, poi vinta dalla Tradeco, aveva ordinato a Monteco, con ordinanza contingibile ed urgente, la prosecuzione del servizio agli stessi patti e condizioni, sino al nuovo affidamento.
Ebbene il Tar della città capoluogo del Salento, nel rigettare integralmente il ricorso proposto da Monteco, ha testualmente affermato che: “Deve rilevarsi che l'onere della prova dei fatti costitutivi la pretesa creditoria incombe sull'attore e che tale onere deve essere assolto con dei riferimenti concreti alla eventuale diversità o maggiore onerosità della prestazione, nonchè alle voci prese in considerazione per la determinazione del quantum richiesto. Se è vero che in materia di provvedimenti contingibili e urgenti deve essere arrecato al privato destinatario dell'ordinanza il minor sacrificio possibile con il correlativo obbligo di non imporre, attraverso il ricorso ai poteri extra ordinem, corrispettivi ancorati a valori risalenti nel tempo e non preceduti dalla previa verifica della loro idoneità a remunerare con carattere di effettività il servizio reso, pur tuttavia il soggetto che ritiene la non remuneratività del servizio deve fornire un principio di prova in ordine agli elementi costitutivi del maggior prezzo richiesto anche con concreti riferimenti ai valori del mercato in relazione alla effettive prestazioni eseguite.
Nella specie - si legge nella sentenza del tribunale amministrativo -, la Monteco ha sottoscritto con il Comune di Fasano il contratto rep.3215 del 21 maggio 2010 alle nuove condizioni contrattuali riportate “nella proposta tecnico–economica del servizio di raccolta porta a porta che le parti hanno dichiarato di conoscere e accettare, presentata dalla Monteco srl e acclarata al prot. gen. Al n.7700 del 2.3.2010 rinegoziata nell'importo (10.560.000 euro) e migliorata nel contenuto delle prestazioni contrattuali:l'importo comprende, ed è integralmente satisfattivo, di ciascuna e tutte le seguenti voci specifiche: a)costo del personale compreso il personale integrativo per i mesi estivi non inferiore a n.85 mensilità; mezzi d'opera, attrezzature e oneri diversi, trasporto compreso, per la realizzazione dei servizi ordinari ed estivi e del servizio porta a porta sul territorio comunale; oneri di conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati oltre 15.000 t annue, oneri di conferimento delle frazioni secche per valorizzazione di carta, plastica, metalli,vetro; con la conseguenza che sono espressamente esclusi dal suddetto canone i seguenti oneri: smaltimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati in discarica fino a 15.000 t. annue, oneri per il conferimento della frazione umida organica dell'impianto di compostaggio; smaltimento rifiuti ingombranti, Raee, pneumatici, beni durevoli, legno e batterie avviati al centro di raccolta della ditta Eco Ambiente Sud di Fasano, per i quali nulla è dovuto dall'Ente Locale in favore della Monteco srl, dovendo l'Ente Locale stesso stipulate appositi contratti con il Comune di Brindisi proprietario della discarica di Autigno per i rifiuti solidi urbani e con l'impianto di compostaggio da individuarsi per la frazione umida”. Con l'ordinanza in esame il Comune di Fasano ha affidato per 53 giorni alla ricorrente il servizio di igiene urbana agli stessi patti e condizioni previsti negli atti negoziali vigenti. La ricorrente tuttavia richiede un maggiore compenso pari a 110.000 euro senza che la richiesta sia accompagnata dall'indicazione di elementi di prova che possano giustificare un incremento così significativo del corrispettivo richiesto.
Pertanto - si legge infine -, in considerazione della invarianza delle modalità di gestione del servizio erogato, tanto più che alcuni costi gestionali sono stati sicuramente ammortizzati nel corso della precedente gestione del servizio, non risultano esservi elementi tali che facciano desumere, che nel breve periodo di gestione del servizio in esame (53 giorni), i costi siano così lievitati da giustificare l'adeguamento richiesto". L'ente comunale è stato difeso dal capo dell'Avvocatura comunale Ottavio Carparelli.
di Redazione
06/02/2015 alle 06:02:52
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