NOVITà AMMINISTRATIVA
Lavori socialmente utili al posto del carcere: accordo tra il Comune di Fasano e tribunale
Chi ha commesso piccoli reati potrà lavorare per l'ente comunale invece di essere detenuto: le mansioni saranno decise dai dirigenti
FASANO - Il Comune di Fasano ha sottoscritto con il ministero della Giustizia la convenzione per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità: alcune persone condannate, con sentenza definitiva, potranno scontare la pena attraverso la prestazione di un lavoro per il Comune. A firmare l'accordo, nella sede del Palazzo di giustizia di Brindisi, sono stati l'assessore Vito Martucci (in rappresentanza dell'Amministrazione comunale) ed il presidente del Tribunale di Brindisi facente funzioni Cosimo Almiento (per conto del dicastero della Giustizia). «Abbiamo sostanzialmente manifestato la disponibilità ad utilizzare quei condannati per piccoli reati, che non creano particolare allarme sociale, in lavori in favore della collettività – afferma l'assessore Martucci -; naturalmente, sarà il giudice ad emettere una sentenza di questo tipo, ossia a prevedere in alternativa alla detenzione la possibilità che il condannato lavori per il nostro Comune: due ore lavorative corrisponderanno ad un giorno di pena, quindi quattro ore al giorno di lavoro corrisponderanno a due giorni di pena. La nostra iniziativa ha una grande valenza sociale – sottolinea Martucci – poiché consente a persone che hanno sbagliato di risarcire la società con dei lavori di pubblica utilità che, ovviamente, non sono retribuiti. Questi condannati inviati a Fasano per la prestazione lavorativa non percepiranno alcuno stipendio per il lavoro che svolgeranno. Ma l'iniziativa mira a ricreare le condizioni di reinserimento sociale e lavorativo per i condannati. La nostra decisione di sottoscrivere questa convenzione – spiega Martucci – è in perfetta linea con i provvedimenti adottati dalle precedenti Amministrazioni comunali di centrodestra. Fasano, infatti, dal 2002, come uno dei pochi e dei primissimi Comuni italiani, ha promosso e sostenuto la nascita, affidandone lavori di pubblica utilità, di coop. di ex detenuti e sorvegliati speciali di pubblica sicurezza: un'interessantissima esperienza che ha dato a Fasano una visibilità nazionale e che ancora oggi dà i suoi frutti sul reinserimento socio-lavorativo di un nutrito gruppo di cittadini che hanno avuto problemi con la giustizia».
Le persone con sentenza definitiva di condanna (si tratta di condanne lievi) emessa dal giudice di pace o dal giudice del Tribunale potranno, dunque, lavorare per il Comune di Fasano in alternativa alla detenzione. Il numero massimo di lavoratori impiegabili contemporaneamente è di 10 unità e il Comune potrà destinare queste persone a lavori nei settori di custodia e manutenzione del patrimonio ambientale e comunale, del verde pubblico, degli uffici comunali, delle aree cimiteriali; del riordino degli archivi e dell'attività tecnica ed amministrativa; inoltre, potranno essere impiegate come supporto ed assistenza a disabili, a famiglie e ad anziani in situazione di forte difficoltà. L'orario di lavoro potrà essere individualmente stabilito, in relazione al tipo di prestazione lavorativa considerata, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30. «Noi siamo già pronti ad impiegare in lavori di pubblica utilità i primi condannati cui il giudice sentenzierà questa possibilità al posto della detenzione – afferma l'assessore Martucci -: toccherebbe al segretario generale del Comune ed a tutti i dirigenti comunali decidere le mansioni specifiche e ad impartire istruzioni a quei condannati che saranno inviati al Comune». Spetterà agli stessi vertici burocratici comunali relazionare, alla fine del periodo lavorativo e quindi al termine dell'esecuzione della pena, sull'attività svolta dal condannato. Così come toccherà agli stessi vertici burocratici comunali segnalare all'Ufficio Esecuzione penale esterna di Brindisi eventuali inosservanze o irregolarità da parte dei soggetti nell'espletamento del compito assegnato. La convenzione Comune-ministero della Giustizia ha validità per tre anni, ossia fino a dicembre 2017, ma sarà rinnovata tacitamente alla sua scadenza, a meno che una delle due parti non dovesse deciderne la revoca.
di Redazione
08/01/2015 alle 11:07:32
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