Ci risiamo: nuovi disagi al Cup di Fasano per mancanza di operatori

FASANO - Ci risiamo. Anche questa mattina (mercoledì 10 dicembre) si sono registrati disagi al Centro Unico Prenotazioni posto a piano terra dell'Ospedale di Fasano. Così come era accaduto il 1° dicembre la presenza di un solo operatore allo sportello (l'altro previsto si è ammalato) ha fatto sì che si creassero lunghe code con conseguenti disagi all'utenza che ha protestato veemente contro questo modo di operare. Alle 9.30 c'erano quasi un centinaio di persone ad attendere con l'incolpevole, unico operatore in servizio che ha dovuto sorbirsi improperi anche quando ha effettuato, come prevede, la legge, una pausa caffè dopo due ore di attività.

"Hanno fatto la buona condotta per qualche giorno - confessa un'operatrice sanitaria di passaggio - grazie anche all'intervento della stampa ma ora siamo punto e a capo. La gente torna indietro ma la cosa più grave è che le file per le prenotazioni e il pagamento del ticket rischiano di far saltare anche le visite mediche previste. Insomma è una situazione insostenibile ormai. Eppure l'assessore regionale Donato Pentassuglia, che ha tastato in prima persona la situazione, aveva promesso che tutto si sarebbe sistemato". Questa mattina risultano chiusi anche lo sportello ubicato presso il laboratorio analisi e quello di via dell'Artigianato. Insomma su cinque operatori possibili solo uno ne è stato inviato a Fasano.

La causa del disservizio è sempre la stessa. I 58 operatori dislocati in tutta la Provincia, impiegati in precedenza in una ditta esterna, non sono stati tutti assunti dalla Sanità Service, la società di proprietà della Azienda sanitaria che ora espleta il servizio nei centri prenotazione sul territorio provinciale. Sono solo 35 operatori gli inglobati: troppo pochi per coprire l'intera Provincia. Una decisione scriteriata, quella dell'Azienda sanitaria brindisina, le cui conseguenze vengono pagate solo ed esclusivamente dall'utenza che non solo deve fare i conti con problemi di salute ma anche con scelte non proprio felici da parte della politica sanitaria.