DA OSSERVATORIO N.11 - NOVEMBRE 1994
l buchi neri di Fasano
Stefano Bastoni, tenente della locale Guardia di Finanza, radiografa per “Osservatorio” l’allarmante situazione della nostra città
Tenente Stefano Bastoni
Questa intervista realizzata da Osservatorio nel n. 11 di Novembre 1994, quando il contrabbando aveva nella nostra città profonde radici, ebbe l'effetto di una “bomba” deflagrata con violenza inusitata. A causa delle proteste ufficiali del sindaco dell'epoca, Donato De Carolis, e dell'allora coordinatore fasanese del Partito Popolare Italiano, Fabiano Amati, con lettere di proteste inviate al Ministero delle Finanze, al Prefetto di Brindisi e al comandante generale della Guardia di Finanza, il comandante del gruppo GdF di Brindisi, ten. col. Giorgio Bartoletti, per chiudere ogni polemica, inviò una lettera di scuse al sindaco di Fasano a nome delle Fiamme Gialle, per quanto affermato dal ten. Stefano Bastoni, che dopo poche settimane fu addirittura trasferito da Fasano e destinato al controllo del traffico merci del porto di Genova.
Intervista di ZINO MASTRO
«Mi dissero: vai in una città dove per metà sono contrabbandieri e per l'altra metà sono dediti ad affari poco chiari» - Povertà culturale, immobilismo amministrativo, bande criminali organizzate, compiacenza collettiva verso le attività illecite, politici “mangioni”, edilizia e appalti sotto accusa, evasione fiscale, imponente giro di denaro, commercianti che riciclano soldi sporchi e finanziano il contrabbando: questo il deprimente quadro dei nostri mali. Esagerato?
Il ventottenne tenente Stefano Bastoni, che da circa un anno regge la Tenenza della Guardia di Finanza di Fasano, è arrivato nella nostra città direttamente dall'accademia. Che cosa gli hanno detto i suoi superiori quando gli hanno comunicato che la sua prima destinazione era Fasano? «Voglio essere estremamente sincero - afferma il giovane ufficiale all'inizio dell'intervista che ha concesso in esclusiva ad Osservatorio - prima ancora di arrivare a Fasano, già in accademia, sono stato messo in guardia sulla città dove sarei venuto a lavorare. Sono parole che mi rimasero impresse: “Vai in una città dove per la metà sono contrabbandieri, e per l'altra metà sono dediti ad affari poco chiari, prostituzione, riciclaggio, furti, ecc.”. Insomma, una città di frontiera, dove sicuramente avrei avuto grosse difficoltà operative».
In realtà, invece, come ha trovato Fasano?
«A Fasano c'è una povertà culturale che caratterizza e discrimina una buona parte dei cittadini. Non ci dimentichiamo che la copertina dell'ultimo numero di Osservatorio riassume e sintentizza la mia osservazione. Con il processo Curci, Fasano è stata sulla bocca di tutti a livello nazionale e ogni altro commento è inutile! C'è, poi, una mancanza di politica positiva e propositiva da parte dei centri di potere, tendente allo sviluppo e all'incentivazione del turismo, dell'artigianato e di tutte quelle attività che potrebbero essere trainanti per l'economia e per la società di Fasano. Si riscontra una estrema diffidenza culturale su ogni iniziativa, che di fatto si traduce in un immobilismo generale, sia da parte dell'autorità comunale che da parte dei privati. L'immobilismo è dettato anche da ragioni di necessità, perché mancano tutti gli strumenti di supporto: è quasi impossibile avere autmizzazioni, avviare iniziative, reperire lecitamente fondi per il finanziamento, l'onesto cittadino deve anche combattere con la concorrenza sleale. Sul territorio fasanese c'è una forte presenza di bande organizzate dedite al contrabbando, alla prostituzione, all'usura ed ai furti, che danneggiano la pacifica convivenza dei cittadini e l'immagine che la città offre di sè ai pochi, purtroppo, malcapitati visitatori che vengono a Fasano. Non ci dimentichiamo che, quest'estate, solo a Torre Canne si è registrata una media di venti furti al giorno: siamo a livelli di guardia, che stanno cacciando via il turismo da Fasano! Ogni iniziativa privata nel settore turistico viene bloccata. Al fasanese medio, povero culturalmente, forse questa situazione sta bene: è contento di quanto ha accumulato, col tempo e con la propria attività, e non ammette che altri vengano ad investire o che arrivino capitali da fuori».
Alla forte presenza mafiosa sul territorio di Fasano è stato dedicato un intero capitolo nel libro di G. Ruotolo La quarta mafia: alla luce del suo primo anno di attività in questa città, ritiene che ciò che è stato affermato in quel libro sia la verità, oppure che si sia un po' esagerato?
«Io non sarei così categorico com'è stato Ruotolo: la situazione di Fasano è abbastanza particolare. Non si può affermare che Fasano sia nelle mani della mafia o della criminalità organizzata. Fasano, purtroppo, è una città dove ognuno è nelle condizioni di fare ciò che vuole, per cui si organizza la propria attività, generalmente illecita, senza ricevere grossi contrasti nè da parte dell'autorità, nè da parte della cittadinanza stessa, perché tutto sommato a tutti fa comodo avere delle fonti alternative di guadagno che muovono quasi tutto l'indotto commerciale fasanese».
E le forze dell'ordine che cosa fanno?
«In questa situazione si trovano estremamente in difficoltà! Si trovano di fronte a tutto un sistema che sembra viaggiare all'unisono nella stessa direzione, ovvero una completa, collettiva compiacenza verso questa situazione. L'unica attività illecita che viene denunciata e combattuta è quella dei furti d'auto: tutto il resto sta bene! La mia impressione, confortata dal continuo aggiornamento del lavoro che facciamo, è che a Fasano le attività illecite stiano bene a tutti, perché portano ricchezza a chi le compie direttamente e a chi ci vive indirettamente: il costruttore che costruisce le case, il negoziante che vende i mobili, quello che vende le macchine, quello che vende i vestiti, ecc. Il tenore di vita dei fasanesi è estremamente significativo, anche se non è manifestato in tutta la sua interezza all'esterno. A Fasano ci sono persone che hanno decine di appartamenti, proprietà, terreni, e manifestano un tenore di vita molto ma molto più basso di quella che è la realtà del loro patrimonio. Sono sicuro che queste persone, anche redditualmente, alla fine dell'anno, nella propria denuncia dei redditi, dichiarano delle fesserie».
Il quadro che lei dipinge di Fasano sicuramente risponde a verità. Ciò che preoccupa, però, è una certa manifestazione di impotenza delle forze dell'ordine di fronte a questo stato di cose! La sua appare quasi una dichiarazione di resa!
«Bisogna premettere che la nostra attività investigativa non si può concludere in poco tempo. Io, da più di un anno, sto lavorando con impegno, e ritengo anche con dei buoni risultati. Sicuramente la mia non è nè una resa, nè una manifestazione di impotenza: è semplicemente una constatazione obiettiva di una situazione di carattere generale che si combatte quotidianamente, per quanto si può e con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione. È chiaro che in un contesto sociale diverso, i risultati sarebbero stati migliori. Con una cittadinanza più collaborativa e partecipe su questi problemi e con una organizzazione sociale collettiva i risultati avrebbero potuto essere diversi».
In quale direzione è maggiormente indirizzato il vostro lavoro? In una scala di priorità, quale ordine darebbe a contrabbando, droga, accertamenti patrimoniali, usura?
«Generalmente - è una critica che faccio a noi stessi -nelle attività investigative ci si fa trasportare dalla moda del momento: ora è di moda la lotta all'usura. Io, però, come scelta personale, non mi sono posto delle limitazioni preordinate: cerco di seguire tutti gli aspetti della vita sociale del paese. In ciascuno dei settori da lei citati abbiamo ottenuto dei risultati positivi».
Nella lotta al contrabbando, però, sembra che ci sia un vostro maggiore impegno!
«Non è vero! Appare così, perché spesso quelle operazioni vengono riportate con una certa risonanza dagli organi eli stampa. La Guardia di Finanza, invece, lavora molto sottotraccia, senza mettere in rilievo o in risalto i propri servizi e le proprie indagini. La Guardia di Finanza di Fasano ha dato grossi contributi per quanto riguarda le indagini svolte dalla Procura di Brindisi sulla criminalità organizzata. Abbiamo svolto particolari ed approfondite indagini nel settore dell'usura; abbiamo svolto delle indagini nei confronti delle frodi comunitarie per quanto riguarda l'olio d'oliva».
Droga e contrabbando: la criminalità organizzata locale ha stretti contatti con la mafia e la camorra. Per anni Fasano ha avvertito anche la presenza fisica di mafiosi siciliani! Fasano è stata sempre considerata un crocevia fondamentale nel commercio della droga e delle sigarette. Dal suo punto di osservazione, crede che stia cambiando qualcosa?
«Non vedo questa presenza mafiosa sul territorio fasanese nel senso di presenza intimidatoria o estorsiva nei confronti di chi non si allinea! Organizzazioni di carattere criminale, invece, ne troviamo quante e come ne vogliamo, con i più svariati collegamenti» .
A proposito di collegamenti, vorremmo chiedere se le risulta vero che a Fasano la Sacra Corona Unita ha messo le mani sul mondo del contrabbando: si vocifera di azioni dimostrative da parte di uomini della Scu, come il sequestro di un motoscafo carico di sigarette e una incursione in una sala da gioco per convincere i contrabbandieri fasanesi a pagare il pizzo sulle sigarette alla Scu.
«Sì, mi risulta che tentativi della Scu di mettere le mani sul contrabbando fasanese vengano anche ripetuti nel tempo. Il fatto che non ci sia “guerra” può significare che molte squadre hanno accettato di pagare!».
Il contrabbando, dalla gente comune, viene considerato un male minore. L'intervento pesante della Finanza in operazioni anticontrabbando viene spesso addirittura visto di cattivo occhio. Qualche contrabbandiere, negli ultimi tempi, lamenta che la lotta con la Guardia di Finanza si sia fatta molto dura: talvolta i contrabbandieri hanno accusato i Finanzieri di non aver sparato solo in alto, ma ad altezza d'uomo. Se è vero, che cosa ha determinato questo stato di cose?
«Lo scontro duro con le organizzazioni contrabbandiere avviene per forza di cose allorquando la Guardia di Finanza ha l'esigenza di fronteggiare azioni dei contrabbandieri organizzate con grande disponibilità di mezzi, sia umani che tecnici. Noi spesso ci imbattiamo in squadre di contrabbandieri, supportate da addetti alla sicurezza dello scarico, che si avvalgono di mezzi tecnologici all'avanguardia a cui per noi è difficile tener dietro. Ormai i contrabbandieri locali hanno una tale disponibilità finanziaria da potersi permettere tecnologie sempre più aggiornate: sono mezzi che noi non abbiamo! La necessità di far fronte a queste incursioni dal mare comporta uno scontro fisico che a volte si risolve con lo speronamento di alcune nostre macchine: nell'ultimo mese ne abbiamo perse due! Però, episodi di particolare violenza io non ne ho mai registrati. È pur vero che i contrabbandieri non si fanno alcuno scrupolo di speronare i nostri mezzi nella difesa del loro prezioso carico. Una cassa di sigarette costerà sulle 800-900 mila lire: un furgone di cento casse vale 70-80 milioni, che i contrabbandieri difendono a denti stretti molto più di prima, sia perché i margini di guadagno sono notevolmente diminuiti, sia perché forse pagano tangenti nella ex Jugoslavia; e magari anche per le quote versate alla Sacra Corona».
Secondo alcune stime, intorno al mondo del contrabbando ruotano a Fasano circa cinquemila persone: lo ritiene possibile?
«Ritengo che sia una stima in eccesso: i contrabbandieri veri e propri sono circa 300-400. Le persone che vivono dal contrabbando, sia direttamente che indirettamente, sono però molte di più».
Fasano è stata per anni un crocevia di grosse partite di droga: qual è la situazione attuale?
«Grosse partite noi non ne abbiamo mai intercettate: c'è un uso a livello personale della droga ancora molto diffuso, però non credo che siano teorizzabili a Fasano grandi movimenti di stupefacenti. Non mi risulta neanche che ci siano grosse organizzazioni che gestiscano il traffico della droga: si può parlare di qualche cane sciolto che agisce per proprio conto».
Il fenomeno dell'uso e dello spaccio di droga è in aumento o indiminuzione?
«Mi pare stabile, nella media con il circondario!».
E veniamo alla pubblica amministrazione: recenti fatti di cronaca fanno pensare ad una classe politica abbastanza corrotta! Lei cosa ci può dire in proposito?
«Possiamo dire che la classe politica fasanese è completamente lottizzata! In base ad una pessima abitudine, ogni volta che cambia la bandiera del comando, si pensa che anche le spartizioni debbano cambiare. C'è una specie di assimilazione del teorema che il potere dia diritto ad una fetta della torta. È un problema culturale estremamente dannoso per la vita economico-sociale del paese. Sicuramente c'è stata in passato una gestione molto clientelare della cosa pubblica, se proprio non vogliamo dire affaristica. Le varie coalizioni politiche hanno spartito tutto quello che c'era da spartire».
Molte delle vostre indagini sono coperte dal segreto istruttorio, ma può dirci almeno se tutto ciò che sta in pentola è già venuto fuori, oppure se i cittadini fasanesi dovranno aspettarsi nuovi clamorosi risvolti giudiziari?
«Penso che, a grandi linee, tutto quello che c'era sia venuto fuori: i dettagli sono ancora al vaglio della magistratura. D'altronde, non c'è più una pratica edilizia fasanese che non sia stata sequestrata».
Ma è proprio l'edilizia il male oscuro di questa città?
«È sicuramente quello prioritario! Ma anche alcuni grossi appalti sono finiti sotto l'attenzione della magistratura. Uno dei principali problemi di Fasano è la mancanza da molti anni, di un piano regolatore».
E proprio per la gestione del settore dell'edilizia che molti cittadini hanno cominciato a sporgere denunce circostanziate. Ma gli esposti che vi arrivano sono regolarmente firmati o sono anonimi?
«La maggior parte dei cittadini che riferiscono notizie si trincerano dietro l'anonimato! C'è però anche qualcuno che firma i propri esposti».
Lei ha accennato ad una forte tendenza dei cittadini fasanesi all'evasione fiscale: può dirci qualcosa di più?
«L'evasione fiscale è un problema non solo fasanese, ma nazionale. A Fasano l'evasione è caratterizzata da una forte presenza di attività illecite. La potenzialità di controllo degli uffici preposti, tra i quali è compresa la Guardia di Finanza, è sicuramente inferiore alla gran mole di attività che esiste sia nel Comune di Fasano che in quello di Cisternino, sui quali la nostra Tenenza ha competenza, per cui non è possibile ipotizzare un gran numero eli controlli in un anno».
Fasano ha un grosso giro di denaro: il riciclaggio come avviene? Attraverso esercizi commerciali?
«L'investimento del denaro sporco in attività commerciali è preminente. Ma spesso i commercianti non sono solo quelli che riciclano il denaro sporco, ma sono anche i finanziatori di molte attività illecite: sono spesso i soci “accomandanti” di queste imprese dedite sia al contrabbando, sia ad altre attività. È diventata famosa la classica “puntata”, con i cui proventi è possibile spiazzare i concorrenti, esercitando così una concorrenza sleale. Questo è un punto estremamente importante, perché a Fasano tutto il gruppo delle attività terziarie e dell'artigianato si trova a vivere strozzato dalla presenza di alcune imprese che lavorano con apporti finanziari di provenienza illecita e che si possono permettere di gestire la loro attività in maniera molto superficiale, abbassando i costi di mercato e quindi costringendo gli altri a lavorare sottocosto pur di lavorare. Così l'economia fasanese, quella sana, viene strozzata!».
Fasano ha dieci sportelli bancari: si parla di 600 miliardi di depositi! É una ulteriore testimonianza del gran giro di denaro che c'è in città?
«Penso che le banche siano ormai solo un centro di raccolta del risparmio, accumulato da alcune persone in maniera illecita nel tempo, o in maniera più o meno lecita. Il danaro sporco non passa certo dalle banche. Le tante banche presenti sul territorio rappresentano una sostanziale testimonianza di ricchezza della città che, non potendosi tradurre in espansione sociale ed economica, perché è tutto immobilizzato, si traduce in un accumulo di denaro. Il fasanese ha disponibilità di denaro e, non potendolo investire, lo accumula».
Dopo la lunga intervista, ci accomiatiamo dal tenente Bastoni con la sensazione di aver trovato molte conferme, ma anche con l'angoscia di aver constatato quanto sono profondi i “buchi neri” di questa città.
di Redazione
28/03/2012 alle 16:12:47
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