PERSONAGGI FASANESI
Mio nonno vigile
Da Osservatorio anno II n. 2 - febbraio 1987
Il nonno vigile Giovanni Renna al “lavoro”
di Carla Loconte
Alto circa 1,65, occhio vispo, dotato di aspetto giovanile che non tradisce certo i suoi 74 anni, un incedere veloce e sicuro: è Giovanni Renna, classe 1913, famoso all'opinione pubblica cittadina, nonché nazionale, per un articolo di Franco Lisi a 5 colonne su il “Tempo”, già celebre tra i bambini ed insegnanti della scuola elementare “Carlo Collodi”. É infatti lui, il noto “nonno vigile” di cui s'è anche parlato in un servizio dedicatogli da Teleradio Città Bianca.
La sua notorietà non è solo da ascriversi alla sua presenza costante per ben sei giorni alla settimana davanti alle scuole elementari del I Circolo, con bello e cattivo tempo, per contribuire alla garanzia della incolumità e sicurezza dei giovani studenti, che attraversano la strada intorno al parco della Rimembranza, ma per due particolari aspetti della storia riguardante il Renna, che rappresentano serio motivo di riflessione.
Uno riguarda l'aspetto umano della vicenda, l'altro quello sociale-politico della città.
Lo abbiamo intervistato per farci raccontare come è iniziato questo “service”.
Giovanni Renna ci racconta che tutto cominciò quando, un paio di anni fa, costatò, nell'accompagnare i suoi nipotini a scuola, la pericolosità e le tante piccole difficoltà che i bambini dovevano affrontare ogni qualvolta si apprestavano ad attraversare la strada, in particolare quando nei giorni di pioggia dovevano ricercare i propri genitori in una folla di persone in attesa. Mosso dal semplice desiderio di aiutarli, cominciò a prestare attenzione non solo ai suoi nipotini ma anche ai loro compagni. Risultato? In capo a due settimane il signor Renna divenne una presenza amica per moltissimi scolari, integrando l'opera di un vigile del comune. D'allora, ogni mattina, Renna è presente dinanzi alla scuola dalle 7,45 alle 8,30 e poi, per l'uscita dalle 11,45 alle 12,30 per svolgere un servizio prezioso per la comunità, con l'entusiasmo e la destrezza di un uomo che ha prestato servizio civile negli aeroporti di Brindisi e Palese per quarant'anni.
Il suo amorevole e disinteressato “service” ha avuto degli sviluppi umani molto belli e delicati.
Il “nonno vigile” come è abitualmente chiamato, con il suo continuo rassicurare i bambini, ha suscitato dei sentimenti di profondo affetto in tutti, al punto che una bimba un bel giorno gli ha consegnalo una breve letterina scritta di suo pugno, il cui contenuto fresco e sincero merita di essere riportato, quale fedele ritratto della intensità e fragranza di sentimenti che egli ha potuto ispirare.
«Caro Signor Giovanni, io e te dobbiamo parlare. In tutti questi giorni non ho avuto il coraggio di dirlo con le parole, ma tramite una lettera si. Le devo parlare apertamente - Voi siete sempre generoso, comprensivo con tutti, come mio nonno Leonardo, che ora non c'è più. Io Vi ammiro moltissimo, Vi vedo più giocherellone, sia con me che con i miei compagni. Mi piace quando la mattina scherza con me, quando fa il “vigile”. Io la considero come un secondo nonno. Voi avete il suo stesso carattere. Lui mi voleva bene, come me ne vuole Lei. Purtroppo Vi devo salutare ma deve sapere che Vi voglio tantissimo bene, La vostra “nipotina”Antonella». Ogni commento ci sembra inutile.
Accanto a questo episodio, rappresentativo di una realtà che non deve sfuggirei, c'è il tentativo dello stesso signor Renna di essere riconosciuto dal Comune, come volontario coadiutore nel servizio di sicurezza per i bambini all'entrata e uscita dalle scuole.
Egli, infatti, ci sottolinea che non desidera alcun “inquadramento” con relativa retribuzione, «non mi interessa», ci riferisce. Per questo motivo, presto il Renna ha trovato la collaborazione del direttore Muzzupappa che gli ha consentito un incontro con il sindaco e con il capogabinetto del Sindaco Paolo Magno e altre autorità competenti per ottenere una sorta di riconoscimento ufficiale del suo servizio (ci riferisce che gradirebbe una fascia di identificazione al braccio, come accade altrove), ed inoltre un tipo di assicurazione contro eventuali infortuni durante lo svolgimento del suo “service”.
Intanto, asserisce il Renna, gli sembra che tutto sia ancora in alto mare, ma ci comunica che non desisterà: ci tiene troppo.
Il secondo aspetto interessante della storia, dunque, è proprio rappresentato da quella che potrebbe essere identificala quale spontanea nascita di una forma di volontariato, così cara nelle società civili e così fortemente premiata in taluni paesi europei ed americani.
Anche la Regione Puglia con la legge n. 44 del 24 maggio 1985, dopo una lunga battaglia condotta dal nostro concittadino Martellotta, “riconosce al volontaria/o funzione di utilità sociale, ne promuove lo sviluppo e ne valorizza le iniziative che concorrono al conseguimento delle finalità proprie dei servizi sociali ed assistenziali indicate dalle legislazioni statali e regionali vigenti”.
Per attività di volontaria/o, precisa la legge, si intendono quelle prestazioni di collaborazione offerte, con personale disponibilità e dire/la partecipazione, da cittadini singoli (il caso del signor Renna) o da associazioni anche se non hanno personalità giuridica. Ovviamente, continua la legge, chi si presta a tali opere deve garantire la continuità del suo “service” e non deve ricavare alcun reddito. Nel caso del signor Renna ci sembra di capire, egli dovrebbe presentare una proposta di intervento nell'ambito dei programmi degli Enti Pubblici e poi l'Ente, accertati i bisogni e approvala la proposta di intervento del volontaria/o, realizzerà il rapporto mediante convenzione.
Una buona occasione, in definitiva, per la nostra città di premiare la buona volontà di chi si offre volontariamente in servizi così preziosi per la comunità; e, perché no, maturando una coscienza di volontaria/o potrebbero realizzarsi nuovi piccoli gruppi di grande utilità cittadina i cui risultati potrebbero andare ben al di là di più rosea aspettativa.
In questa sede il signor Giovanni Renna ci riferisce che vorrebbe ringraziare tutti i bambini e i genitori che seguono la sua vicenda ed il direttore Muzzupappa della Scuola Elementare “Carlo Collodi”.
di Redazione
26/06/2013 alle 19:16:13
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