MARLBORO DAY
Il giorno in cui Fasano respinse lo sbarco alieno - PARTE 4
Ogni sera alle 19.00 una puntata del racconto fantascientifico "Marlboro Day" di Carmelo Trisciuzzi allegato al numero di Osservatorio del settembre 2000
OSSERVATORIO MENSILE - Settembre 2000. Una delle estati più "calde" per Fasano è al capolinea. La città è ancora sotto shock: l' "Operazione Primavera" che ha debellato il contabbando da marzo a giugno è tutt'altro che un ricordo. I militari del Tuscania occupano ancora la periferia e gi snodi nevralgici del paese. L'economia stenta a ripartire dopo il colpo subito.
Un giovane Carmelo Trisciuzzi scrive un articolato racconto fantascientifico in cui le pedine cruciali dell'economia cittadina diventano protagonisti di un attacco alieno. Gli extraterrestri vogliono occupare Fasano. Vogliono i "giacimenti di bionde" presenti in città. Vogliono conquistare il mondo. Solo i contrabbandieri potranno impedirlo.
Vi riproponiamo in cinque puntate il racconto integrale. Ogni sera su Osservatoriooggi.it alle ore 19.00
I TERRESTRI E GIORGIO CROCE (PARTE 2)
IL CAVALLO DI RITORNO e I FASANESI (PARTE 3)
L'ATTACO - Al Quartier Generale alieno, sull'astronave madre, il Comandante Zetamix fece il punto della situazione davanti al Consiglio degli Ufficiali, sulla base del rapporto degli esploratori.
«Bene signori, ormai l'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. Attaccheremo domattina all'alba. Capitano Eurospin, affido a lei il comando delle forze di invasione! Lei, Tenente Sudel, coordinerà le forze aeree, mentre lei, Tenente Excalibur, si occuperà del controllo della costa. Un giorno glorioso ci attende, spezzeremo le reni ai terrestri! Fasano sarà solo il primo, facile, passo verso il nostro futuro da padroni della Terra. Questa sarà “la madre di tutte le battaglie”».
Fu così che, alle prime luci di un giorno cruciale per la storia dell'Umanità, la flotta di Sigari Volanti prese minacciosa il largo, staccandosi dall'astronave madre. Con i sistemi radar delle superpotenze, della Nato e dell'Onu completamente accecati, si posizionò a semicerchio lungo i confini del territorio fasanese, con le spalle al mare, pronta a puntare verso l'interno.
«Avanti, figli di Emmezeta, il dio Bluver è con noi!», comandò il Capitano Eurospin, in poliposition sui mezzi da sbarco terrestri che, attraverso fasci di luce bluastra, si stavano riversando in gran numero al suolo dai Sigari Volanti.
Nugoli di velivoli da caccia intanto si apprestavano ad assicurare la copertura aerea. Il cordone costiero di mezzi Ufo, comandato dal Tenente Excalibur, si ergeva quale Vallo Adriatico a fortificazione delle linee di retroguardia aliena. L'avanzata fu rapidissima, favorita dall'effetto sorpresa, e in brevissimo tempo tutto il territorio fasanese fu occupato e lo stesso Palazzo di Città volse in stato d'assedio. Per la prima volta, dopo molti anni, la leadership del sindaco si trovava veramente in pericolo ad opera di una coalizione avversaria.
Però, quando ormai i giochi sembravano fatti e il destino di Fasano e del mondo intero sembravano segnati, accadde l'imponderabile.
In rapida successione due forti sibili squarciarono quell'alba tragica e per due volte si udì un fragore terrificante.
«Eurospin chiama nave madre... Eurospin chiama nave madre…».
«La riceviamo Capitano Eurospin. Cosa succede?».
«Siamo stati attaccati!... Qualcosa ha colpito alcuni nostri veicoli terrestri sull'ala sinistra dell'accerchiamento... ripeto: siamo stati attaccati!». Due missili da crociera Cruise, modello Tomahawk, con precisione “intelligente”, avevano polverizzato due gruppi di cingolati alieni. Solo pochi attimi di quiete irreale, appena sufficienti per spegnere l'eco di quei rombi di tuono, e dal cielo riprese la devastante pioggia di fuoco.
Un'altra ora era scoccata in un cielo parallelo, ancor più denso di nubi minacciose. Ironia della sorte, la flotta aliena aveva deciso di attaccare, più che strategicamente, tragicamente, proprio nel giorno in cui era iniziata la prima, grande controffensiva dei contrabbandieri, in risposta all'operazione “Primavera” delle forze di polizia. Un'azione di forza a sua volta denominata in codice “Il fumo nuoce gravemente alla salute”.
I mezzi d'invasione alieni, per quanto inusuali, erano stati scambiati, a causa delle luci bluastre e delle strategie di occupazione del territorio, per veicoli delle forze dell'ordine, e come tali stavano pagando il conto di una repressione non più tollerabile dai “signori delle bionde”.
LA CONTRAEREI - La prima superportaerei dell'epopea contrabbandiera, la Philip Morris, che incrociava nell'Adriatico, aveva aperto il fuoco con i suoi lanciamissili e cannoni da 127 mm all'indirizzo delle coste e dell'entroterra fasanesi. A scatenare un'improvvisa quanto inaspettata tempesta di proiettili su più linee, oltre all'ammiraglia, c'era un gruppo navale da battaglia, formato dagli incrociatori lanciamissili Rothmans, Lucky Strike e Golden American, dotati di missili Cruise e cannoni a tiro rapido da 203 mm; le possenti corazzate Marlboro, Chesterfield e John Player Special, armate, oltre che con i missili da crociera Cruise-Tomahawk, anche con nove cannoni da 381 mm, capaci di colpire alla distanza di 22 miglia nautiche; le fregate missilistiche (“procurate” a costo zero alla Marina Militare Contrabbandiera) Kent, Camel, Dunhill e Barclay. A proteggere la portaerei uno schermo di cacciatorpediniere formato dall'Astor Mild, dal Gauloises, dal Merit e dal Milde Sorte. In testa alla navigazione di conserva i due dragamine Multifilter e Pall Mall. A seguire il convoglio, la nave rifornitrice Ernte 23 e la nave cisterna Gallant. Operative e pronte ad aggregarsi al gruppo le unità anfibie.
Tale forza navale costituiva la I Flotta Contrabbandiera, avente arsenale e basi logistiche in Montenegro. La cittadinanza onoraria di quello Stato, spettante a ogni trafficante che si rispettasse, unitamente a quella originaria italo-fasanese, era valsa ad ogni sigarettaro l'onorevole definizione di ambi-stato, appartenente cioè a due stati, più semplicemente 'mbistato.
Il Capo di Stato Maggiore della Marina Contrabbandiera, che aveva istituito un'unità di crisi presso il suo governo in momentaneo esilio in quella regione della ex Jugoslavia, aveva impartito un ordine perentorio, riecheggiato prepotentemente su tutte le unità da combattimento della Contr Navy: «Uagnò, fascìteve arrespetté! Purcé pute fenèsce u münne, ma nàume u contrabbanne!» (Ragazzi, fatevi rispettare! Perché può finire il mondo, ma non il contrabbando!).
Intanto, dall'astronave madre aliena, il Comandante Zetamix cercava di ristabilire il contatto radio con le forze impegnate nel controllo delle coste, guidate dal Tenente Excalibur, dato che l'onda lunga d'urto che aveva fatto da eco a quell'attacco aveva generato una tempesta elettromagnetica che aveva oscurato tutti i loro sistemi di comunicazione.
«Tenente Excalibur, qui astronave madre, rispondete! Cosa sta succedendo? ... Rispondete».
«Qui è il Tenente Excalibur, vi riceviamo! Siamo sotto un infernale fuoco di fila... tentiamo di coordinare la risposta».
«Alzate gli scudi elettromagnetici! Adottate le procedure di invisibilità!». «Abbiamo tentato, ma risultano inefficaci. Il nemico riesce a rilevare comunque le nostre coordinate!».
La sofisticatissima tecnologia aliena risultava impotente contro la precisione balistica della flotta contrabbandiera. Una fittissima rete di “infiltrati” tra le linee nemiche, i commandos contrabbandieri, con alle spalle una pluriennale esperienza di “pali”, comunicava, da sicuri nascondigli, con precisione millimetrica, la posizione dei mezzi nemici: «Vinde mètre a dèstre d'i Cäse Biànche... Cenguanda mètre sotte a torrètte d'Anazze...» (Venti metri a destra delle Case Bianche... Cinquanta metri sotto la torretta di Egnazia...).
continua
di Redazione
05/01/2013 alle 16:05:45
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