DA OSSERVATORIO N.5 - MAGGIO 1988
La festa nel pallone
Ripercorriamo la storica promozione in C2 dell' U.S. Fasano nel maggio del 1988 attraverso la penna di Michele Iacovazzi
Didascalia: I calciatori dell’U. S. Fasano cantano in Piazza Ciaia insieme a capitan Prestanti l’inno del Fasano: “Vinci per noi".
articolo di Michele Iacovazzi
Il mese di maggio, caro lettore, è da sempre un mese speciale, preludio all'estate, pieno di ricorrenze, di sole, di profumo e di colore. Se ci metti poi che quest'anno s'è avvalorato della festa per la promozione del Fasano in C2, allora devi proprio concludere che il maggio 1988 è decisamente un mese straordinario e, se me lo concedi, storico.
Il traguardo raggiunto quest'anno è di quelli prestigiosi e insoliti, destinati a imprimersi nella memoria, uno di quegli avvenimenti che capita di dover raccontare un giorno a figli e nipoti. Di colpo siamo finiti su tutti i giornali e stavolta non per sparatorie, traffico di droga e arresti vari. Un'impresa sportiva ha segnato il nostro riscatto, la nostra cittadina avrà benefici non solo sul piano sportivo, ma anche su quello della popolarità, dell'immagine, del turismo nazionale (... chi conosceva Licata o Angizia prima di salire alla ribalta delle cronache calcistiche?). E devi convenire con me, caro lettore, che il plauso non spetta soltanto al carro armato targato Di Biase-Greco che ha travolto la resistenza avversaria senza difficoltà, ma anche al tifo fasanese che ha colto in pieno l'importanza della meta e ha voluto essere protagonista sin dall'inizio.
Dopo aver spazzato via scetticismo e perplessità (troppo forte era il ricordo di precedenti gigantesche “fregature”), il Fasanese si è riscoperto sostenitore sfegatato, spavaldo ed arrogante, gagliardo e appassionato, con la fissazione della partita la domenica pomeriggio, la voglia finalmente ridestata di partire per lunghe trasferte, ... la famiglia abbandonata a se stessa e comunque in posizione subalterna rispetto a un gol di Insanguine, l'entusiasmo e l'euforia da primato a scacciare il pensiero dei debiti e dei problemi quotidiani, un argomento valido su cui scatenare la favella sette giorni su sette: il Fasano. La testa nel pallone, insomma, ma non poteva essere diversamente. Sedici anni di Purgatorio sono un'infinità, nessuno più di noi è stato ripetutamente illuso, tradito, beffeggiato, costretto a vivacchiare e ad ammuffire nell'anonimato del dilettantismo! Questa splendida avventura ha cancellato un passato mediocre.
E d'improvviso, eccoci tornato l'orgoglio di essere Fasanesi. Non che Fasano non sia amata dai suoi concittadini, ma quante volte, caro lettore, l'abbiamo criticata per questo e per quello, aggredita per le spirali della droga e della deliquenza, identificata con le magagne del Comune, vilipesa nel confronto con centri limitrofi più sereni ed evoluti? Potere del calcio. La vittoria dei Mondiali in Spagna ci fece sentire tutti Italiani e felici di essere Italiani, al di là di ogni particolarismo e pregiudizio razziale. L'impresa del Fasano ha risvegliato in noi un sano campanilismo, ci ha uniti tutti e indissolubilmente incatenati al vessillo biancoazzurro, abbiamo vinto in tremila e per ciascuno è stata festa, d'incanto abbiamo riscoperto la bellezza di essere Fasanesi e di conseguenza antifrancavillesi, antineretini, antitranesi, antimartinesi, anti insomma.
Il magico Fasano fortemente voluto da Nino Di Biase ci ha consentito di scontare tutte le magre delle stagioni scorse, di esplodere, di abbuffarci: abbiamo cominciato a festeggiare, contro tutte le previsioni già con quattro giornate d'anticipo sulla chiusura del campionato e per quattro domeniche si è ripetuto lo stesso film di caroselli di auto, sventolii di bandiere, gente impazzita, strade tappezzate di biancoazzurro. Piccoli ma gustosi assaggi prima di arrivare alla festa ufficiale di lunedi 9 maggio, organizzata dall'Amministrazione Comunale con la collaborazione dell'Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo e del Comitato Cittadino Promotore.
Il Fasanese si sa, è un edonista ed ama la mondanità, ma non è un festaiolo come per esempio il Locorotondese che fa una festa ogni due settimane. Il Locorotondese, poi, ... atrofizzato nel tugurio della prima categoria, non può che festeggiare i Santi del calendario, i Fasanesi si e no se fanno la festa della Madonna (più no che si). Conclusione: l'occasione del 9 maggio era l'unica per dimostrare che anche noi sappiamo organizzare le feste e, per suggellare il trionfo del Fasano, si è fissato un programma non certo imponente, ma comunque dignitoso. Però non c'è voluto molto perché qualcuno abbia cominciato a storcere la bocca, sparando qua e là accuse di taccagneria: ci aspettavamo un plotone di majorettes, abbiamo dovuto accontentarci di 17 signorinelle, peraltro coperte di “stracci” giallorossi (... un insulto ai colori sociali). Manco a farlo apposta 17, i superstiziosi hanno cominciato a far scongiuri e profezie. Esagerati!
Cosa avrebbe potuto rovinare la festa?
Alle 18.10 è partito il fischio di una majorette che ha dato il via, oltre che alle compagne, all'esercito di Ultras schierato quasi al completo. È finita che, a un certo punto, la gente, più che alle marcette e ai tamburi delle majorettes, abbia prestato orecchio ai cori scanzonati, multiformi e talvolta “pornofonici” dei giovani fasanesi. Chi ha accompagnato per le strade di Fasano il gruppo assortito, ha potuto vedere di tutto: bambini piccolissimi vestiti con minuscole maglie biancoazzurre, anziani che canticchiavano “Michele, Michele, Michele tira la bomba, tira la bomba”, i soliti “contrasti” che vaneggiavano sui casi di Milan e Napoli, le bancarelle di personaggi arcinoti e pittoreschi, la vetrina di Gino Loconte con tante fotografie e le sue composizioni poetiche, un camioncino con la scritta “Forza Fasano la Freccia del Sud”, una Volkswagen biancoazzurra spudoratamente in divieto d'accesso, una Fiat 1100 con la targa Fasano C2, praticamente un pullman con a bordo 9 persone (... insomma, non ce n'era uno che andava in regola, ma oggi era concessa qualunque infrazione). Tra un giro e l'altro s'è fatto buio e la gente s'è ammassata in piazza per godersi il seguito dello spettacolo. I soliti superstiziosi hanno fatto notare che la strumentazione sul palco era de “Il pianoforte, Trani”, tirando subito in ballo le acredini di Coppa Italia con quei figli di mamma spregiudicata di Trani e presagendo quindi iettature al nostro indirizzo nonché scalogne di vario genere. Toh, accontentati! I gladiatori del Fasano non hanno neppure fatto in tempo ad uscire sul balcone della Biblioteca Comunale, che, poveri mortali, abbiamo cominciato a beccarci l'acqua.
I volti esterrefatti si contavano a migliaia: da dove usciva quella pioggia, dopo una giornata quasi estiva, con un sole che spaccava le pietre? I meno spaventati erano gli Ultras, che la pioggia non ha messo certo a tacere, anzi ha reso più canterini del solito. Almeno fino al diluvio universale che ha seminato il panico e provocato un fuggi fuggi generale, scatenando bestemmie persino nei “beatelli”, ma soprattutto in chi per l'occasione aveva sfoggiato il vestito elegante. I più fatalisti se la sono presa con il bizzarro destino toccato al Fasano nelle partite casalinghe: almeno 12 incontri sono stati disputati in avverse condizioni atmosferiche, stava scritto che anche la festa dovesse essere disturbata dalle intemperie. I più maligni se la sono presa con le facoltà “iellatorie” di personaggi del luogo non troppo benvoluti o con le divinità protettrici di Francavilla e Nardò. I più spiritosi hanno chiamato in causa la funesta rognosa nuvoletta di Fantozzi.
È stato un “campionato bagnato” fino alla fine e i più hanno temuto che la festa fosse finita in quell'acquazzone. Invece è stato tutto rimandato a mercoledi 11 maggio. Non c'era una sola anima che, quella sera, non guardasse di tanto in tanto il cielo, aspettando, con impazienza e sfida, la prima ... inevitabile goccia. I miracoli esistono, il tempo è stato clemente. Commossi da tanta gratitudine, abbiamo finalmente puntato l'attenzione sullo schermo gigante montato in piazza, dove è stato proiettato il servizio del nostro direttore: “La marcia trionfale. Cronistoria di una vittoria annunciata”. Ed ecco in rapida sequenza, a rapirci gli occhi e a procurarci “l'estasi” gli otto gol rifilati al Matera, i tre al Nardò, la spettacolare coreografia dell'incontro con l'Acri, un'immagine da cartolina con le fontanelle e i fumogeni che si rispecchiavano nelle pozzanghere del terreno, l'esplosione del 90° minuto contro il Corigliano Calabro, la prodezza di Insanguine contro il Francavilla, fino alla trasferta di Senise che ha sancito la matematica promozione del Fasano in C2.
È stato emozionante soprattutto per chi ha seguito passo passo la magica avventura del Fasano, ma tutti, anche quelli che non hanno mai messo piede nello stadio, anche quelli che non ammettono gli eccessi e i deliri del calcio, sono parsi incuriositi e compiaciuti. Gli Ultras Viking, poi, ad ogni gol proiettato sullo schermo, hanno fatto il solito “casino”, il ritmo del samba ha elettrizzato tutti, fino al tocco finale di “romanticismo” con le note sognanti di “Quest'amore splendido”. Un brivido e un impeto di commozione.
Alle 21.24 è finito il filmato ed ha potuto prender parola il presentatore Gianni Roman, tanto capace quanto meritevole di... radiazione da qualunque canale televisivo; a fatica e con ribrezzo trascrivo la papera che si è concesso: «l colori dell'estate saranno biancorossi». Che fosse daltonico? Uno spettacolo nello spettacolo si è avuto al discorso del Sindaco Sandrino Rubino. Il cronista non può esimersi dal sottolineare che qualcuno s'è azzardato a far paragoni coi discorsi di Mussolini (nonostante la fede partitica profondamente diversa), mentre più di uno ha sepolto le buone intenzioni e le belle parole del Primo Cittadino sotto bordate di fischi. «Lo sport è anche educazione» ha sentenziato Gianni Roman. Ma pure le casse acustiche facevano le bizze. Diversa reazione ha suscitato l'apparizione del presidente Di Biase, applauditissimo e salutato al grido di “Nino alé, Nino Di Biase” e dell'allenatore Elia Greco, anch'egli osannato (... ha però cagionato un serio interrogativo in una mia amica incompetente: l'allenatore Greco non è italiano?). Tripudio, come è giusto che fosse, alla premiazione di tutti i giocatori della rosa fasanese, ognuno dei quali era accompagnato dal caratteristico coretto improntato sul suo nome. Degni di menzione anche il premio Pertosa offerto dai genitori e dal fratello del compianto Marco, il premio per la migliore vetrina sul tema “Fasano C2” andato a TessilCofano (si porta a casa una coppa e un abbonamento in tribuna) e il premio offerto a Peppino Legrottaglie in rappresentanza degli Ultras. Poco dopo le 22.00 le nostre orecchie sono state deliziate dalla canzone “Vinci per noi” incisa dal capitano fasanese Valeriano Prestanti (che evidentemente spera in un futuro alla Claudio Baglioni. Da notare la dizione insolita del termine Fasano, che vien fuori dal disco: Fazano - con zeta sibilante - anziché Fasano, residuo di una pronuncia decisamente settentrionale). Confusi in un playback, si sono spudoratamente esibiti sul palco, al suo fianco, altri insigni giocatori che... se calciassero come cantano, giocherebbero all'Oratorio. Tartaglione addirittura sa suonare uno strumento, il tamburrello, Ammendala scandisce il tempo battendo le mani, Cesa balbetta qualcosa, Carnà e Vergallo non si sa se cantano o ridono, Cacucci sembra il meno convinto. Alla fine il complesso ringrazia i fans accorsi al concerto, per fortuna... non rimandando al LP di prossima uscita. Dopo l'esibizione delle amatissime popstars, passano più inosservate le prestazioni di Attilio Maizza, in arte Street (?), di Maria Patronelli, promessa fasanese (... al patto che abbandoni il repertorio di Reitano) e il Gruppo Real Time (di notevoli capacità, ma poverini ... i Fasanesi esigevano solo i pezzi di Vasco Rossi). Ha riscosso consensi l'imitatore Gigi De Staso, che ha fatto discorrere sul “miracolo Fasano” molti personaggi celebri, da Sandro Ciotti a Pippo Baudo, da Aldo Biscardi a Giulio Andreotti. Persino il Papa s'è affacciato dal Palazzo Vaticano annunciando solennemente “Il Fasano è in C2”. Dopo le ultime canzoni, il sipario è calato circa a mezzanotte, quando in Piazza Ciaia erano rimasti appena quattro gatti. Me ne sono andato a letto felice e frastornato e guarda caso ho sognato di una festa, la prossima, che non era certo la festa della Madonna. Che il sogno diventi realtà? I Fasanesi non sono certo i Locorotondesi, però un'altra festa per la promozione in C1, eccome che ci tengono a farla!
All'U. S. Fasano
Un Fasano assai modesto senza far tanto baccano zitto zitto, piano piano ha stravinto il campionato ed in “C-2” se n'è andato. Sedici anni son passati per questa promozione con modestia e senza affanno ha fatto la festa a tutti quanti destando simpatia anche ai testardi. Un Presidente di carattere occorreva per portare in alto questa squadra con Di Biase e De Luca dirigente l'Abate e Manfredi medico sociale e Schiavone magazziniere. Con Greco grande allenatore Moré secondo e Napoletano si spiega la vittoria del grande Fasano che tutta la Puglia ha entusiasmato. Ed eccovi i Campioni miei signori che vi elenco con i loro nomi se qualcuno ne ho dimenticato vi chiedo scusa non sono di Fasano. Ammendala - Arsenio - Barnabà Cacucci - Cangianiello - Carnà Cesa - De Tommasi - Alampi Di Zio - Insanguine (cannoniere) Mazzarano - Orofino - Prestanti Quarta - Tartaglione - Vergallo Zarbano. Non ci sono comparse fra i giocatori ma sono tutti quanti primi attori perciò, cari Sportivi, restiamo tutti uniti il Fasano incoraggiamo per portarlo assai lontano. Dopo questa mia presentazione Vi aspetto per un'altra promozione.
Lecce, 21 maggio 1988 MARTINA CAV. ORONZO
di Redazione
03/04/2012 alle 08:19:26
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