MEDAGLIONI FASANESI
Gianmatteo Colucci
Carrellata di personaggi illustri fasanesi pubblicati su Osservatorio e pubblicati sul volume "Medaglioni Fasanesi" di Secondo Adamo Nardelli
Gianmatteo Colucci
(da “Osservatorio”, luglio 1991)
Il rabbino e scrittre statunitense Wise Stephen Samuel (1874-1949) era stato invitato a una cena a cui partecipavano uomini influenti del Massachussetts e alcuni appartenenti alle famiglie più antiche del New England. Un anziano e distinto signore, seduto accanto a lui gli disse: - Sa, uno dei miei antenati ha firmato la Dichiarazione d'Indipendenza. - Oh, davvero! esclemò il rabbino. E uno dei miei amici ha firmato i Dieci Comandamenti. Ecco perchè, il frugare nell'albero della stirpe, per stabilire se una persona è di alto rango sociale o no, molte volte diventa esercitazione vana e vacua, in quanto il “blasone” non è quello convenzionale, bensì quello che ciascun uomo, reca nell'animo suo ed evidenzia negli atti che compie.
Se in questi c'è la luce di signorilità, c'è rango e stemma.
Perchè l'origine dell'uomo è comune. Si tratta soltanto di stabilire se far capo alla tearia di Darwin e alle Sacre Scritture.
Così si forma l'araldica non scritta, quella che c'è nella memoria popolare e si trasmette di generazione in generazione.
In questa araldica è sicuramente, senza riserva, iscritto il nome Colucci. La gente comune alla unanimità gli ha attribuito il diritto di essere ricchi e di esercitare la Signoria di Fasano.
Non mancano tuttavia nell'albero genealogico rami di nobili lombi, parlamentari e reggitori del governo locale.
«Questo è il Palazzo dei Colucci» - sussurra la popolana all'amica forestiera con un pizzico di malcelato orgoglio - «Qui una volta sono stati il Re e la Regina».
Oggi il capo della famiglia è Gianmatteo, cioè Giovanni Matteo, classe 1928, dottorato in legge conseguito presso l'Ateneo romano.
L'aver compiuto con regolarità tutti gli studi fino alla laurea, non è senza significato, se si considera che i ricchi, i benestanti e gli opulenti, rigettano ogni forma di fatica, sia pure lieve, perchè collocati fuori da ogni zona di bisogno materiale.
Significa che il dott. Colucci possiede caratterialmente l'istinto operativo. Dopo gli studi ha intessuto una serie di relazioni tra i giovani fasanesi senza distinzione di classe, guadagnadosi simpatia e popolarità e fornendo le sue prime prove di disponibilità ad essere signorilmente solidale con il prossimo.
Gianmatteo regge il peso della tradizione senza falsa umiltà, con un pizzico di quella necessaria arroganza posta a difesa di un nome illustre e senza macchia. Accade talvolta che per questo suo irrinunciabile scrupolo, diviene furente anche per un malinteso, specie se si mette in dubbio la sua parola.
Ha dimostrato capacità notevoli nei momenti di crisi economica dalla quale furono investite in modo particolare le aziende agricole, svolgendo anche un'intensa attività politica di protesta organizzata dagli agricoltori esasperati dall'inerzia dei governi verso i problemi della terra.
Con un'accorta gestione aziendale sottratta ai metodi arcaici esercitati dai massari e cosiddetti amministratori agricoli, operando talvolta tagli alle proprietà, riuscì a riequilibrare il rapporto di liquidità indispensabile alla sopravvivenza di molte terre a rendita zero. Tenacia, conoscenza profonda dei problemi economici, capacità di resistenza ragionata agli “assalti” di chi desiderava la “caduta” sono valsi a far uscire indenne un insieme patrimoniale ragguardevole, da una crisi che poteva travolgerlo. E poi venne il capolavoro, l'iniziativa che più che imprenditoriale (lo è anche per complessi aspetti organizzativi) deve considerarsi altamente culturale: lo Zoo Safari Selva, questo libro vivente degli animali più belli che attendono dall'uomo un gesto se non d'amore, di amicizia.
In casa Colucci la tradizione di amore per gli animali è unanimemente risaputa e non poteva risparmiare il dott. Gianmatteo che anzi ha fatto da accumulatore, offrendo alla città, all'Italia o oltre, una istituzione culturale d'inestimabile valore morale e scientifico.
Ieri, viaggiando, quando ci chiedevano la località di provenienza, dovevamo spiegare, carta geografica alla mano, il punto in cui si trovava. Oggi, basta dire Fasano: c'è sempre qualcuno che prontamente interviene: «Si ci sono stato, c'è lo Zoo Safari: quant'è bello». Il dott. Gianmatteo Colucci ha fatto per Fasano ciò che mille costose attività promozionali non sarebbero riuscite a fare.
Il suo amore per gli animali ha reso famosa Fasano in Italia e oltre.
di Redazione
05/09/2012 alle 12:22:09
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