VIAGGIO NELLE TENDENZE DELLA SOCIETà FASANESE - 3
Scuola e strutture inadeguate
Il Centro Servizi di Programmazione Regionale lavora anche se non ancora a pieno regime. Il presidente del Distretto Scolastico Aldo Maschietti, si sta adoperando per poter effettuare insieme all’Università di Bari, una ricerca sociologica
La proposta culturale deve venire dal basso affinché siano soddisfatte le esigenze della collettività. A tale proposito si può individuare nel Centro Servizi di Programmazione Culturale Regionale - più brevemente CSPCR – un'occasione da non mancare.
Infatti il CSPCR - che è una emanazione dell'Assessorato regionale alla Cultura e Pubblica Istruzione - dal luglio 1985 ha un suo ufficio a Fasano. Per motivi d'ordine amministrativo, però, l'attività del Centro non è a tutt'oggi a pieno regime.
I locali nei quali è ospitato il Centro si trovano in via Ruggero Bonghi, ma non tutti i cittadini ancora lo sanno. Da poco tempo è possibile utilizzare la struttura secondo le funzioni alle quali è preposta: biblioteca, emeroteca, mostre, conferenze, spettacoli, luogo di aggregazione e socializzazione culturale.
I lavori di ristrutturazione e arredamento vanno a rilento e il CSPCR è costretto ad utilizzare il solito salone Ignazio Ciaia per le conferenze. Ad ogni modo, seppur con limiti, qualcosa è stato fatto – almeno a livello di contributo e partecipazione: la mostra degli oggetti sacri di uso domestico, in collaborazione con il «Giugno Fasanese» e il concerto in piazza con Peppe Barra, in collaborazione con «Fasano Musica». Intanto, in questo periodo il Centro, come sottolinea il direttore dottor Cupertino, è impegnato in numerose iniziative come l'organizzazione di concerti jazz; conferenze riguardanti temi socio-economici riferiti al territorio; corsi di formazione all'uso di computer; finanziamento di una ricerca sui problemi dell'occupazione e, infine, l'attivazione di gruppi d'animazione teatrale nelle scuole. Oltre a queste iniziative esterne si prevede il potenziamento della biblioteca e, finalmente, la possibilità che il Centro diventi un luogo d'aggregazione culturale. Su questa strada è ancora lungo il cammino. Ma per il potenziale culturale che a Fasano esiste, non si può fare a meno di ben sperare. Tra l'altro, va sottolineato il ruolo di collaborazione che il Centro intende svolgere con enti e associazioni culturali private.
Un nesso interessante, tutto da approfondire e sviluppare per una città come Fasano, è quello tra cultura e turismo. Pierino Livrano, commissario dell'Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, la scorsa estate ha attivato degli interventi che avevano come sfondo proprio questa visione, privilegiando lo spazio cittadino rispetto a quello delle località di villeggiatura. Infatti, la maggior parte dei turisti (stanziali e non) che d'estate frequenta gli ancora ameni viali della Selva o le splendide scogliere di Savelletri, lamentano un generale «niente da fare» per la sera. Quasi tutti, finora, hanno rimediato spostandosi verso le vicine Ostuni, Monopoli. Locorotondo, Martina Franca e Cisternino. Ma a parte questo che è un discorso turistico in senso stretto, c'è da dire che c'è una richiesta sempre crescente di attività culturali. Allora, secondo questa intuizione cultura-turismo, l'Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo, s'è mossa promuovendo pubblicazioni di studi su Egnazia, Selva di Fasano, insediamenti rupestri; ha contribuito alla buona riuscita di convegni di studio anche di portata nazionale (quando non li ha direttamente proposti e organizzati). Fino a quest'ultima estate che ha visto la piazza Ciaia gremita di fasanesi e turisti convenuti per seguire gli spettacoli che hanno spaziato dalla musica leggera al folk, dalla musica classica al rock.
Oggi, con la prossima scomparsa delle Aziende di soggiorno e la nascita delle Aziende di Promozione Turistica (Apt), il discorso si articola in modo nuovo. Infatti, il 12 novembre la Giunta regionale ha deliberato una proposta che il Consiglio regionale dovrà discutere e approvare e che individua proprio Fasano come una delle sedi Apt che comprenderà 13 comuni limitrofi entro i quali bisognerà, per promuovere il turismo, attivare iniziative valide. Date alcune premesse, sembra che la «cultura» svolgerà un ruolo determinante nella complessa operazione.
Un discorso a parte merita la scuola, chiamata a svolgere opera di acculturazione oltre che di educazione. Da più parti arrivano lamentele: la scuola appare inadeguata a svolgere il proprio ruolo istituzionale.
Dice il professor Aldo Maschietti, presidente del Distretto scolastico di Fasano: «Mi associo anch'io a questo coro di protesta. È vero, la scuola non produce a sufficienza. Ma chiediamoci il perché. Non è il caso di fare l'intera storia dei problemi della scuola, ma vorrei invitare a riflettere sulle condizioni in cui versano le strutture scolastiche di Fasano. Come è possibile lavorare serenamente in ambienti piccoli, con lavagne rotte e, in alcuni casi, addirittura senza sedie?» Il presidente parla con calma, pur avendo buoni motivi per agitarsi: «La scuola ha solo cinque ore a disposizione al giorno, come competere con l'esterno? Certo gli insegnanti hanno alcune responsabilità, ma non tutte. I ragazzi arrivano in condizioni disastrose e dopo il lavoro compiuto dalla scuola dell'obbligo la maggioranza torna alla strada, alle condizioni di deprivazione socio-culturale di sempre». Maschietti fa riferimento, dunque, alle condizioni socio-economiche degli alunni più difficili, svantaggiati. Per capire meglio la società fasanese e per meglio incidere con la professionalità degli insegnanti il preside Maschietti si sta adoperando, con il Distretto scolastico, affinché l'Università di Bari conduca una ricerca sociologica sul territorio. Inoltre, sta approntando un censimento delle realtà culturali e delle professionalità presenti a Fasano per favorire un eventuale migliore utilizzo.
Come si è visto, di buona volontà ce n'è tanta. Spesso quello che manca è un obiettivo comune che faccia risparmiare sugli sforzi che le individualità, nel senso di enti ed associazioni, compiono a favore di una visione più complessiva della società fasanese. Il pericolo è, in poche parole, che si lavori molto e bene ma ognuno per sé, a compartimenti stagni.
di Bruno Marchi
(4- Continua)
di Redazione
12/11/2017 alle 11:10:32
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