DAL PROFESSOR DOMENICO COFANO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il Sud arcaico di Lina Pietravalle
da Osservatorio n. 1-2002
La scrittrice Lina Pietravalle (Fasano, 1887 - Napoli, 1956).
Gentile direttore, le chiedo ancora una volta ospitalità per offrire ai lettori dell'Osservatorio e, quindi, ai cittadini di Fasano - soprattutto ai giovani studiosi - una informazione che ritengo di un certo interesse. Nel corso di un recente convegno spagnolo sulla “rappresentazione e autorappresentazione” della donna in letteratura, al quale ho peraltro direttamente partecipato, un illustre e autorevole collega, il prof. Sebastiano Martelli, ordinario di Letteratura italiana nell'Università di Salerno, ha tenuto una relazione sulle «figuras femeninas en la literatura italiana de la emigración». Con mia grande sorpresa, una parte consistente dell'intervento era rivolta alla “rivisitazione” - come si suole dire - di Lina Pietravalle, anche se non si è fatto cenno dei suoi natali fasanesi.
Per quel che mi riesce di tradurre dallo spagnolo, si dice, da parte dello studioso, che, attraverso i suoi romanzi, la scrittrice disegna un «sud arcaico, terra di tradizioni, mondo agro-pastorale non contaminato dalle forme della vita urbana, primitivo, di valori non compromessi, di forti sentimenti e passioni». Un sud, insomma, «popolato di una umanità istintiva, sensuale e al medesimo tempo dolorosa, una realtà chiusa in un tempo ciclico senza storia, immersa in un clima oppressivo di fatalità, dilatato in una dimensione mitica e deformato attraverso visioni allucinate alle quali si congiunge una forte vena di umorismo caricaturale e grottesco, quasi al limite dell'espressionismo». Si parla poi del suo linguaggio, attraversato dai modelli di Verga, Deledda e D'Annunzio, e si svolgono interessanti considerazioni su quel che l'America viene a rappresentare nelle sue principali opere narrative (I racconti della terra, 1924; Il fatterello, 1928; Le catene, 1930; Storie di paese, 1930), in cui le donne, si conclude, solo nelle «passioni vissute fino in fondo possono incontrare e consumare lo spazio limitato della ribellione contro la condizione di schiavitù, sottomissione e minorità nella quale gli uomini le hanno atavicamente mantenute».
Non ho ovviamente né il tempo, né la capacità di tradurre integralmente la suggestiva relazione, che mi riprometto di inviarle quanto prima in fotocopia, perché si conservi, magari, nella Biblioteca Comunale. Credo, tuttavia, che l'attenzione dello studioso, che tra l'altro ritrova nella narrativa della Pietravalle l'apporto di «nuove tipologie» della condizione femminile nella rappresentazione letteraria dell'emigrazione, aggiungendosi alle consolidate valutazioni critiche di A. Tilgher, C. Laurenzi, S. Ghiazza, G. Orioli, E. Cecchi, F. Flora (tutti citati nelle note che corredano il saggio) e dello stesso Martelli in Letteratura contaminata: storie parole immagini tra Ottocento e Novecento (Salerno, Laveglia, 1994), possa costituire lo stimolo opportuno per l'assegnazione, che io stesso mi propongo, di qualche tesi di laurea sulla scrittrice fasanese e, magari, per un invito acché lo stesso Martelli possa venire a Fasano a tenere una relazione sull'argomento.
Bari, 4 gennaio 2002
DOMENICO COFANO
di Redazione
28/10/2015 alle 09:27:22
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