CASINA MUNICIPALE OVAZIONI DI MASSA E CENTRO DELLA SELVA INTASATO
Viale Toledo in delirio per Al Bano
Da Osservatorio n.8-2001
Al Bano nel backstage con Carlo Sgarbi.
Albano, immarcescibile Albano! Non si potrà dimenticare lo show di cui il cantante di Cellino San Marco è stato protagonista il 18 agosto alla Selva. Già al suo arrivo, poco prima dello spettacolo, l'artista si è concesso alla inverosimile folla che l'attendeva trepidante fuori dai cancelli della Casina Municipale. Scene di entusiasmo che soltanto i grandi della canzone sanno suscitare: e Albano, si sa, è annoverato tra le più importanti voci del nostro Paese. Il nuovo corso impresso al dancing silvano da Carlo Sgarbi ha puntato sull'interprete di Nel sole sapendo bene di non sbagliare. Dopo la ressa all'ingresso (che ha creato non pochi problemi all'organizzazione) e la consueta cena, ecco il concerto. Ore 23.30: parte l'«intro» Mieru mieru, e la musica per due ore non si fermerà più.
Albano Carrisi, 58 anni, in abito nero, spunta da dietro le quinte e sale su una pedana centrale che lo posiziona più in alto rispetto ai suoi musicisti. Dopo l'inizio in vernacolo arriva subito la bellissima Mattinata di Leoncavallo, prova d'amore del cellinese per il belcanto. Non è la prima volta che Albano si esibisce alla Selva, ed è lui stesso a ricordarlo: «Sono stato qui nel 1967 (l'anno della sua ‘esplosione', ndr): ero giovane e desideroso di arrivare. Questa è la mia terra e voi la mia gente. Grazie per l'affetto, che spero sempre di ricambiare». Parole non di circostanza ma provenienti dal cuore, prima di intonare Angeli e Verso il sole, brano di cui è anche autore. Segue Funiculì funiculà, e poi il suo più grande successo: Nel sole, vero best-seller discografico del 1967, dopo il lancio al “Disco per l'Estate”. Il pubblico straripante che si accalca in viale Toledo, dimostrando di aver buona memoria, gli chiede a gran voce Io di notte, la sua prima incisione (1966): lui concede, benché il pezzo non sia in scaletta, e passa quindi all'autobiografica È la mia vita, unico accenno della serata, sia pur indiretto, all'ex-moglie Romina Power. La figlia di Tyrone, con cui Albano formò per decenni una mitica coppia, non è mai citata, ma il ricordo è inevitabile quando viene proposto un medley di vecchi successi dei due: Ci sarà, Felicità, Sempre sempre e Sharazan. Altre rimembranze con 13 storia d'oggi (Sanremo '71) Terra mia, Ave Maria, Il ragazzo che sorride (Canzonissima '68, composta dal poeta greco Mikis Teodorakis e anch'essa richiesta dal pubblico), Il mio concerto, The house of the rising sun e Caprifischer. Poi Albano fa sistemare dei tavoli sul palco e invita alcuni spettatori a salire e sedersi, offrendo loro del buon vino (forse prodotto dalle sue cantine). Un brindisi, ed è cantanapoli con Santa Lucia, 'O surdato 'nnamurato e 'O sole mio. Finale in crescendo con un altro storico successo: Pensando a te, canzone vincitrice al “Disco per l'Estate” 1969, mentre Albano “dimentica” altri due successi del 1968, Mattino e L'oro del mondo. La chiusura è con Nel blu dipinto di blu (dedicata a Modugno, che Albano definisce il suo maestro, e proposta in versione reggae-rap) e con la verdiana Va' pensiero. Una grandissima esibizione, una voce ancora eccezionale, una presenza scenica invidiabile (nonostante le avverse vicende della vita). La gente stipata oltre la cancellata saluta il suo idolo con vere e proprie ovazioni, guadagnandosi più volte l'omaggio del cantante, inerpicatosi sulle balaustre del palco per ringraziare tutti coloro che sono all'esterno. Semifreddi, invece, diversi paganti. Ma è noto che le emozioni della vera musica non sono per tutti. (a.s)
di Redazione
25/08/2015 alle 17:51:29
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