UNA GENERAZIONE FEMMINILE IN DUE FOTOGRAFIE D’EPOCA
Le ragazze dell’Azione Cattolica
Da Osservatorio n. 2 -2001
foto 1
Sfogliando un vecchio album fotografico della locale Azione Cattolica femminile degli anni Cinquanta, siamo stati catalizzati da due foto in particolare. Sono due istantanee che rievocano alcuni momenti di crescita umana e culturale di un gruppo di iscritte.
La prima immortala la fine di un ritiro spirituale tenutosi, dopo le festività pasquali, presso l'Istituto “Canonico Latorre”. L'espressione delle ragazze, guidate dalla storica insegnante Maria Caramia, è serena e gioiosa. Amato e apprezzato dalla cittadinanza, il medesimo gruppo, ogni domenica nella stagione primaverile, offriva in piazza Ciaia ai passanti odorosi mazzolini di violette e mimose. Il ricavato delle offerte veniva utilizzato per i bisogni della Parrocchia Matrice.
La seconda fotografia eterna la memoria di un'opera teatrale rappresentata, nei giorni di Carnevale dei primi anni '50, nei locali dell'Azione Cattolica maschile ubicati in largo Seggio (oggi negozio “Elettrodomestici Carparelli”). Il lavoro s'ispirava al romanzo di Giovanni Verga Storia di una capinera, scritto a Firenze nel 1869 e pubblicato nel 1871 dall'editore Lampugnani. La performance delle giovanissime attrici in erba, preparate dalla maestra Donna Checchella De Leonardis, fu apprezzata perché con genuino candore erano riuscite ad estrinsecare l'intimità di questa storia, che denunciava «una delle più dolorose piaghe che affliggevano la società» dell'epoca, «la trista consuetudine di sacrificare alla vita monastica le giovinette». Perché mai la nostra Donna Checchella aveva privilegiato nella scelta proprio questo romanzo verghiano? Si deve sapere che per anni Storia di una capinera fu l'opera più letta dello scrittore verista per la tesi sociale trattata. La generazione dei primi anni del Novecento, a cui apparteneva la De Leonardis, aveva continuato a coltivare, sulla scia dei padri, la stessa consuetudine. Nella rappresentazione teatrale si distinsero: Pina Camarda nei panni della “capinera”, Rosetta L'Abbate, splendida nel suo prezioso costume di dama ottocentesca, Lina Magni, Pierrot con chitarra, Vita Vinci con il cappello della signora Laura, consorte di Antonio Abbracciante, e Anna Sibilio, calatasi a meraviglia nei panni maschili del cavaliere. Tra le altre interpreti c'era anche la compianta Maria Potenza.
Queste immagini, che focalizzano brevissimi squarci lontani nel tempo, ci aiutano a tratteggiare meglio la mappa storica sana della nostra comunità.
di PALMINA CANNONE
Foto 1: Un gruppo di adolescenti iscritte all'Azione Cattolica femminile di Fasano, sulla gradinata dell'Istituto Latorre. In ordine sparso: l'insegnante Maria Caramia (in alto, la prima a destra), Maria Camarda, Nietta Sansonetti, Pina Valentini, Lina Magno, Maria Guarini, Margherita Sabatelli, Carmelina Masi, Vittoria Semeraro, Lina Legrottaglie, (?) Sarcinella, Eugenia Leone, Laura Leone, Carmela Olive, Pupa De Blasi, Maria Fanizza, Lucia Savino e sorella.
(Riproduzioni Studio Fotografico Schiavone)
Foto 2: Primi anni '50: gruppo dell'Azione Cattolica femminile fasanese nella recita Storia di una capinera, liberamente tratta dall'omonimo romanzo verghiano, a cura dell'ins. Donna Checchella De Leonardis. In piedi, da sinistra: (?) Sarcinella, Carmela Olive, Elia Diciolla, Maria Potenza, Pupa De Blasi, Pina Camarda, Vita Vinci, Rosetta L'Abbate, Anna Sibilio; sedute, da sinistra: Maria Sibilio e Lina Magni.
di Redazione
24/06/2015 alle 12:22:56
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