UNA PUBBLICAZIONE MONOGRAFICA CURATA DALL’OMONIMA CONFRATERNITA
L’Assunta, piccolo scrigno d’arte e di fede
Da Osservatorio n. 5 – maggio 2000
La chiesa Maria SS. Assunta in Cielo (1727):particolare della facciata baroccheggiante
Maria SS. Assunta in Cielo: è il nome completo della splendida piccola chiesa che i fasanesi sono abituati a chiamare semplicemente “L'Assunta”, addossata dal 1727 sul fianco destro della Matrice. Fu innalzato in quell'anno (grazie a una pubblica sottoscrizione a un “munifico” del re Ferdinando IV di Borbone) l'edificio sacro che è stato da poco totalmente restaurato. I complessi lavori si sono conclusi il 22 maggio 1999, giorno di Santa Rita, quando l'Assunta è stata riaperta al culto. A distanza di un anno dal significativo evento, la confraternita omonima, al cui impegno si devono quei restauri, ha realizzato una lussuosa pubblicazione di 26 pagine interamente a colori, dal titolo Maria SS. Assunta in Cielo - La chiesa: immagini e storia. Su carta patinata e con l'ausilio di una cinquantina di fotografie, sono illustrate nel fascicolo l'origine del tempio, la sua architettura barocca e le numerose opere d'arte che lo adornano. Le istantanee ante e post-restauro permettono poi di apprezzare l'entità dell'intervento conservativo che ha interessato la chiesa. Oltre all'altare maggiore, dominato dal gruppo statuario in cartapesta della Vergine Assunta attorniata da angeli e putti, vengono presentati i quattro altari laterali: a sinistra quello di San Vincenzo (la statua è un manichino rivestito di stoffa) e quello dell'Addolorata (resa in maniera drammatica e suggestiva); a destra quello di Santa Rita (la cui statua in cartapesta è oggetto di particolare devozione il 22 maggio con la benedizione delle rose) e quello di Gesù Morto (per i fasanesi Criste 'nd'a näche: uno dei “misteri” portati in processione il Venerdì Santo).
La chiesa è uno scrigno di piccoli tesori, bassorilievi, decorazioni e dipinti, tra i quali spiccano quelli di Ferdinando Schiavone (1862-1937), uno dei “pittori fasanesi dell'Ottocento”. Ed è singolare che il restauro di quelle decorazioni sia stato effettuato da Emanuele Schiavone, pronipote dell'Artista e continuatore di una luminosa e quasi leggendaria tradizione familiare. Tra le altre maestranze impegnate nell'esecuzione delle varie opere, vanno citati Giovanni Boraccesi e Michela Verdesca per il restauro degli altari, la ditta Edilizia Moderna di Angelini e Orlando per le opere murarie e gli intonaci, Francesco Olive e Leonardo Rubino per il nuovo pavimento in marmo (che ha sostituito i vecchi e consunti mattoni), Domenico Nistri e Giovanni Vinci per il rifacimento degli impianti elettrici e dell'illuminazione, Luigi Cofano e Vito Vinci per le opere di falegnameria, Cesare Trisciuzzi per le opere in ferro, i fratelli Ancona per il restauro del portone di ingresso e Leonardo Perretti per il restauro del prezioso organo a trasmissione meccanica, costruito nel 1888 dall'organaro napoletano Tommaso Alvano. La direzione di tutti i lavori è stata affidata all'arch. Maria Liuzzi e all'ing. Antonio Mansueto.
La pubblicazione illustrativa curata dalla confraternita è il frutto di un bel progetto grafico di Luciano Serri, con testi di Maria De Mola, Gianfranco Mazzotta e Leonardo Perretti, fotografie di Gianfranco Mazzotta e dello stesso Luciano Serri. Gli autori hanno il merito di porre efficacemente l'accento sul grande valore culturale di questi restauri, senza sottacere però che sono presenti nell'Assunta (forse perché trasferite da altre chiese) pure alcune straordinarie tele secentesche bisognose d'un immediato intervento di salvaguardia specifica, pena la loro definitiva distruzione: è il caso della Esaltazione del Santissimo Sacramento e delle Anime del Purgatorio, ambedue di autore non identificato.
di Redazione
22/04/2015 alle 09:38:51
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