PRESENTATA DAL GRUPPO D’ARTE DRAMMATICA
Passione, Morte, Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo
da Osservatorio n. 4 – aprile 1987
Nelle sere del 12, 13, 14, 15 aprile l'Associazione Iniziative Fasanesi (A.I.F.), attivissimo gruppo in cui spiccano i fratelli Serri ed altri operosi amici, ha presentato sul palcoscenico del Teatro J .F. Kennedy “Passione, Morte, Risurrezione di Nostro Signore Gesti Cristo”, opera patrocinata dall'Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo di Fasano. L'iniziativa è perfettamente riuscita. I fasanesi sono accorsi abbastanza numerosi e sono rimasti molto soddisfatti della rappresentazione cui hanno potuto assistere. Finalmente un pubblico eterogeneo: gente di tutte le età, austere figure di anziani, famiglie al completo, comitive di giovani e parecchi bambini, tutti richiamati dal fascino di una rappresentazione immortale, suggestiva e sempre piacevole, ma soprattutto della nutrita banda di baldi fasanesi che si cimentavano nelle insolite vesti di attori. Un silenzio religioso, espressione di un'attenzione e di una partecipazione molto viva specie nei momenti più solenni della rappresentazione, si alternava a un caratteristico vocio di sottofondo che di tanto in tanto si alzava dalla platea: puntualmente c'era chi toccava il conoscente alla sua destra e gli chiedeva chi fosse Tizio che stava recitando ( ... con conseguente biografia dell'interprete, dettagliata nei minimi particolari), chi compiaciuto sussurrava che Caio era proprio un “dritto” come attore e che la sua interpretazione come minimo valeva l'Oscar, chi ancora non si capacitava di vedere Sempronio sul palco, conciato in quel modo, declamare quei paroloni cosi difficili. La platea tutta non ha lesinato applausi e ha apprezzato molto l'applicazione e la solerzia di questi compaesani che hanno accettato di misurarsi in una prova cosi ardua e impegnativa, con tutti i rischi che a volte l'emozione può giocare. Ma tutto è andato per il meglio: anche Fasano ha, nel suo piccolo, i suoi Vittorio Gassman e Carmelo Bene, tutti gli interpreti sono stati all'altezza, alcuni hanno costituito autentiche soprese e ... chissà che dopo quest'esperienza non diventino attori professionisti.
Abbiamo chiesto come è nata questa pregevole iniziativa al presidente dell' Associazione Iniziative Fasanesi (AIF) Antonio Sarcinella, che si è calato con successo nelle vesti delicate e gravide di responsabilità di Gesù Cristo: «Dopo il grande successo della realizzazione del Presepe e della stella a Laureto, abbiamo deciso di rispolverare una vecchia tradizione fasanese, riportando in scena dopo 11 anni la “Sacra Rappresentazione”. Così, dopo aver formato all'interno della nostra Associazione un Gruppo d'Arte Drammatica, insieme ad altri esterni, abbiamo deciso di cimentarci nel teatro. La realizzazione dell'opera ci è costata due mesi di prove, sacrifici tutte le sere, sforzi non indifferenti. Abbiamo sopportato anche spese notevoli e tutte di tasca nostra; putroppo l'interessamento degli Enti e del Comune è stato marginale. Ma noi abbiamo fatto tutto con grande passione, impegno e serietà, tenendo conto soprattutto dello scopo benefico dell'AIF: mi preme sottolineare che l'incasso sarà devoluto all'Associazione Genitori dei bambini handicappati Fasanese. Ci proponiamo di raccogliere fondi affinché a Fasano si riesca a costruire un centro per gli handicappati, e per questa causa non mancheranno nel futuro altre nostre iniziative».
L'iniziativa che l'AIF ha promosso per la Settimana Santa è chiaramente un atto d'amore verso Fasano ma anche verso il suo passato, se è vero che ci si è impegnati a ripristinare un lavoro teatrale ormai secolare, un fatto di costume e di cultura che appartiene al patrimonio storico della nostra cittadina. Chi ci ha illuminato circa l'aspetto storico dell'opera è stato il Cav. Franco Bagorda, a cui l'AIF si è rivolta quest'anno per la riduzione e la regia, e che ne sa più di tutti sulla “Sacra Rappresentazione”, avendovi preso parte in innumerevoli edizioni: «Nel lontano 1927 un gruppo di Artigiani riprese la Sacra Rappresentazione della Passione, Morte, Resurrezione di N.S. Gesù Cristo. Allora io avevo sei anni e mio fratello, il Cav. Giacomo Bagorda, decise di farmi fare la parte dell'angelo. Ho parlato di ripresa della Sacra Rappresentazione perché gli anziani allora dicevano che le prime realizzazioni di quest'opera risalgono alla metà del 1800 e dicevano anche che l'autore fosse un sacerdote, un certo Canonico don Valente Salvatore. Poi nel 1928 questo gruppo cosi nato divenne “Filodrammatico dell'Opera Nazionale Dopolavoro”, un'organizzazione fascista che portò avanti la rappresentazione fino al 1940. Direttore allora era Giovanni Martellotta che ricopri questo ruolo fino al 1957. La guerra interruppe il lavoro. I fortunati che vi tornarono, crearono nel '47 l”‘Enal Gruppo d'Arte Drammatica” e continuarono il ciclo di questa rappresentazione. Ricordo che nessun ente ci veniva incontro, spendevamo tutto di tasca nostra ed eravamo costretti ad arrangiarci riguardo i costumi, le scene, l'arredamento.
Nel '49, poi, mio fratello ed altri amministratori dell'Enal sostennero delle spese per realizzare delle scene nuove, con la collaborazione del prof. Michele Galizia che disegnò le quinte senza pagamento. Purtroppo gli amministratori dell'Enal vennero meno e da allora mio fratello dovette sobbarcarsi tutte le responsabilità. Un'edizione particolarmente fortunata fu quella del '57, anno in cui ero attore e regista e in cui ci esibimmo con grande successo anche al Teatro Verdi di Martina Franca. Una volta passato alla regia, ho portato di anno in anno continue innovazioni: l'opera durava 5-6 ore per cui ho dovuto renderla sempre più breve, più leggera, più moderna e accessibile al pubblico e cosi ho soppresso i lunghi discorsi sotto la Croce, in Croce, nel sepolcro e quelle scene che delle volte suscitavano ilarità, tipo la flagellazione del Cristo sulla scena (perché non si poteva mica frustare l'attore veramente!) Tuttavia non ho soppresso il succo dell'opera e soprattutto non ho mutato il linguaggio, che è un linguaggio antico, a mio avviso bellissimo, quasi una poesia. Abbiamo avuto sempre grandi risultati e una splendida partecipazione di pubblico fino al '76, quando si è interrotta la rappresentazione. I fasanesi che hanno vestito i panni di attori sono stati numerosi e sempre molto validi. Certo, non si possono nascondere le differenze tra gli interpreti di ieri e quelli di oggi: nel '30-'40 c'era gente che aveva appena la prima elementare, ad alcuni interpreti si dovevano imboccare bene le finali delle parole, altri recitavano senza sapere il significato di molti vocaboli. Poi, già nel '57, ho cominciato ad avere tanti giovani universitari che oggi sono liberi professionisti, impiegati, ecc. e via via gente con sempre maggiore preparazione culturale e coscienza del testo. Non c'era fissità di ruoli, se non per due tre anni massimo. Si diventava grandi amici e questo alimentava certi retroscena di cui si è scritto molto: dietro le quinte c'era chi scherzava pungendo gli altri con gli spilli, chi portava la focaccia che si consumava tutti insieme durante le lunghe ore di recitazione. Purtroppo mi dispiace che non si sia scritto molto anche sui sacrifici, sull'impegno, sulla passione che animava questa gente durante i 90 giorni di prove e i 4 giorni regolari di rappresentazione al Teatro Sociale».
Ringraziamo di cuore il Cav. Bagorda: il suo intervento è stato prezioso ed esauriente, ricco di colore e soprattutto di quel sapore gradevole e genuino che contraddistingue sempre il passato e le sue tradizioni. Un doveroso ringraziamento di tutti i fasanesi spetta anche all'Associazione Iniziative Fasanesi per la realizzazione di questo lavoro teatrale che ci ha dilettati e appassionati tutti per 4 sere, per l'operosità e la risolutezza con cui attua i suoi programmi ( ... ed è giunta l'ora che qualcuno si muova con consistenti contributi economici!) per lo scopo benefico che anima tutte le sue iniziative, per l'amore che mostra verso Fasano e i suoi cittadini.
di Michele Iacovazzi
di Redazione
25/03/2015 alle 09:14:58
Leggi anche:
Macelleria Peppino De Leonardis
Carni e prodotti freschi e alla brace
La storica macelleria De Leonardis con fornello pronto tutte le sere