FASANO SELVA
Pubblico in delirio per Pezzolla, che brucia tutti gli avversari sui tornanti della 40° Fasano-Selva
Il 9 e 10 giugno si accenderanno i motori per la 55^edizione della Fasano Selva. Presentiamo i fasanesi che hanno trionfato nella classicissima fasanese.
Oronzo Pezzolla, con la sua Osella Pa20 Bmw, trionfatore della 40° edizione della Fasano-Selva
tratto da Osservatorio n°8 agosto 1997
Pubblico in delirio per Pezzolla, che brucia tutti gli avversari sui tornanti della 40° Fasano-Selva
Turboronzo
La distanza è stata quella di un pelo, di un soffio, quasi di un niente. Ma sono bastati, i nove centesimi di vantaggio, ad Oronzo Pezzolla, per battere in un fotofinish virtuale il palermitano Giovanni Cassibba, e aggiudicarsi la 40a edizione della "Coppa Selva di Fasano". Un fasanese non vinceva la classicissima cronoscalata che congiunge pianura e collina dall'ormai lontano 1979, quando trionfò Angelo Guarini sull'Osella P A 6. Fu l'anno, peraltro, dell'ultimo successo della Ferrari con Jody Sheckter in Formula Uno, e chissà che la vittoria made in Fasano di Pezzolla non porti bene alla rossa di Maranello ... Intanto, però, è andata in archivio la Fasano-Selva numero 40: in rare circostanze tutto è filato liscio come in questo 1997.
Pochi e assolutamente risolubili i problemi incontrati nell'organizzazione: «È andata a meraviglia - ha chiarito al termine della manifestazione il direttore di corsa Alberto Riva, tirando un bel sospiro di sollievo - e l'apparato organizzativo è stato all'altezza. Forse qualche pilota se l'è presa un po' comoda al momento della partenza delle prove, ma una volta compreso che bisognava essere puntuali, i concorrenti non hanno avuto difficoltà ad adeguarsi, presentandosi in perfetto orario sulla linea dello start». Oltre a essere valevole quale 8° appuntamento Civm (Campionato Italiano di Velocità in Montagna), per la prima volta la cronoscalata automobilistica ha potuto contare sul riconoscimento internazionale, essendo inserita nel Challenge Europeo IV Zona. Un gradino sotto l'ingresso, che adesso sarebbe veramente meritato, nel circuito del calendario continentale. Anche se mettere il passettino decisivo non sarà impresa agevole: «Il percorso è estremamente affascinante - ha tenuto a precisare lo svizzero Giorgio Bobone, commissario sportivo della Fia, la Federazione automobilistica internazionale - ed il pubblico si è dimostrato corretto e competente. Con tanti accessi a ville e abitazioni, può risultare complicato mettere in piedi una corsa di tale rilevanza. Tuttavia, siamo rimasti positivamente impressionati. Certo, per giungere all'inserimento nel campionato europeo ci vorrà tempo: sarà importante usufruire di appoggi in federazione, puntare sulle rinunce di altre organizzazioni. La strada è comunque imboccata. Sarà necessario mantenere gli odierni standard qualitativi in fatto di sicurezza e apparato di supporto alla manifestazione. E magari, nel giro di alcuni anni ... ». L'Europa è più vicina alla Fasano-Selva, insomma, anche se non si può mollare la presa, lavorando di diplomazia e politica.
Gli appassionati vogliono vedere all'opera, sui 5,6 km di asfalto che si snoda fra gli ulivi secolari, i driver più bravi, i corridori che si danno battaglia per il titolo europeo: c'è "fame" di Irlando e compagnia. Intanto, accarezziamoci il nostro Oronzo Pezzolla, che col complessivo 4'31"75 in due manches ha regalato brividi e soddisfazioni. Stavano per tradirlo la "Juppa" e lo scarso allenamento, quando alla complicata e mitica "esse" (da affrontare di seconda e terza in uscita) il volante gli è sfuggito per un attimo di mano: una "scodata" nei pressi del guardrail, e giù di acceleratore, ripartendo da fermo di prima, per non compromettere il sogno di una vita. Nella manciata di curve mancanti all'arrivo, il motore dell'Osella Bmw Pa 20, prestata da Fattorini ma ampiamente "riveduta e corretta" per essere resa competitiva, è stato spremuto fino in fondo, allo spasimo. E andata bene: lo spavento era evitabile, ma ha dato più gusto all'affermazione del beniamino di casa. E Cassibba si è mangiato le mani: «Sono stato lì e lì per vincere: ma una sbandata alla Vernesina durante la prima salita, ed una sfollata sul traguardo nella seconda, mi hanno impedito di conquistare il successo. Peccato, è un'occasione sprecata per la cattiva sorte».
Fra i "contenti" per il risultato, il terzo assoluto Mirko Savoldi, che ha incamerato punti pesanti in chiave titolo-assoluto Civm. Fra i "brontolanti" di turno, il vecchio e inossidabile don Mimì Scola, che avrebbe voluto scendere sotto i 2'20" parziali e salire sul podio: si è dovuto fermare al 6° posto, il lupo della Sila. Nel parco-macchine, al termine della sfida, tutti ad ammirare il "mostro", e cioè l'Alfa Romeo 155 V6 Ti di Antonino La Vecchia: fondo piatto e basso, cavalli scintillanti nel motore, è stata in passato l'auto di Alessandro Nannini. La guardavano in molti, proprio come una bella donna dai nobili trascorsi. (v.b.)
di Redazione
05/06/2012 alle 10:04:56
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