LUCI SU EGNATIA
Impressioni sul ‘‘1° Egnatia Festival’’
da Osservatorio n. 7 – luglio 1987
Stelle sulle punte “Koros”. (Foto Tony Rizzo).
Il respiro della notte torna profumato dal mare denso di lontananze salmastre, carico di antiche leggende d'eroi, imprese di guerrieri solitari, grida di pirati e canti d'amore. La pianura si scioglie lambita dal viola delle colline verso l'abbraccio verde dell'Adriatico, già mare dei greci, che si frantuma sulle fragranze della bassa scogliera.
E questo scenario sospeso tra l'immaginario, la dolce bellezza della natura e la testimonianza delle antiche vestigia, si offre all'incanto della danza e del teatro in quattro notti d'estate, ad infrangere, in una nuova suggestione, il silenzio dei secoli.
Il progetto dell'Egnatia Festival, accarezzato inutilmente da tempo, finalmente si realizza nella la Rassegna Internazionale di danza e prosa che ha come prima interprete la zona archeologica di Egnazia.
In quattro serate di grande spessore culturale ed artistico offerto ad un pubblico attento ed entusiasta, ha visto di scena, dapprima la grande danza internazionale e quindi il teatro, sperimentato in nuove formule di lettura e di interpretazione.
“Stelle sulle punte”, spettacolo di balletto, ha offerto per la prima volta a Fasano, la possibilità di godere della esibizione di tre vere stelle “étoiles” del firmamento della danza: Noella Pontois, Lucia Isenring, Jeau Charles Gil.
La prima, una delle più splendenti étoiles della prestigiosa compagnia di Danza dell'Opéra di Parigi, danzatrice della grazia eterea, accademia allo stato puro, grande interprete della tradizione della “Dance d'Ecole”.
Altra tempra e personalità quella di Lucia Isenring, emozionante danzatrice “drammatica” che cesella con forza e introspezione uno dei più celebri personaggi della mitologia della Danza e del Teatro: “Giulietta”. Vibrante, sensibile, molto “teatrale”, Lucia, étoile dello Stuttgarter Ballett, rappresenta per il pubblico italiano una felicissima rivelazione.
Infine Jean Charles Gil, danzatore giovanissimo, esuberante ed intelligente, interprete eclettico e versatile; capace, al di là della perfezione tecnica che rasenta il virtuosismo, di dare vita ai personaggi della commedia danzata e agli eroi romantici e contemporaneamente lasciarsi andare sulle onde della danza pura. A coronare l'insieme la Compagnia Teatro Koros, Egon Madsen - direttore del corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino - , Patrizia Natoli e Massimo Moricone.
Con la Lar Lubovitch Dance Company, tornata in Italia dopo la sua ultima apparizione nel 1975 al Maggio Musicale Fiorentino, il pubblico percepisce un senso di inappagabile coinvolgente serena felicità: Lar Lubovitch, coreografo americano della scuola di Martha Graham, autore emblematico della Modern Dance, sa, come nessuno, esprimere la felicità attraverso il gesto. La sua poetica è proprio la letizia che si irradia da una magica fusione musicadanza libera e liberatoria. La sua è tendenza a “rendere visiva la musica”, un procedimento creativo che predilige una gestualità solare, vitalistica, gioiosa. Nelle sue coreografie, a celeberrime partiture musicali di sommi autori: Stravinski, Bach, Mozart, Strauss ... , si uniforma una danza soave e sorridente in cui si esalta l'immaginazione e la fluida fantasia del suo autore. Eccezionale la presa sul pubblico letteralmente travolto emotivamente dalla ... “fantasia che danza”.
Presenza autorevolissima per l'Egnatia Festival, quella della Compagnia de “La mama E.T .C.” , reduce dal successo ottenuto al Festival dei due mondi di Spoleto, dove nel parco di Villa Redenta, ha messo in scena “Frammenti di una Trilogia greca”.
Lo stesso spettacolo itinerante che ha riproposto, ambientandolo sull'Acropoli di Egnazia, dove i resti delle antiche fortificazioni, i brandelli delle mura protese verso il mare smeraldino hanno rivissuto il miracolo sempre nuovo del teatro, invenzionerealtà; una scenografia vera eppure cosi appropriata da sembrare inventata per l'occasione. Ellen Stewart, La mama, una grande geniale madre del teatro, sembra lei stessa una divinità genitrice di tutto.
Lo spettacolo è uno fra i suoi più eclatanti: “Frammenti di una Trilogia greca” ispirato a tre drammi di Euripide e Sofocle, con musica di Elizabeth Swados e diretto da Andrei Serban.
La grande tragedia dell'antichità, elemento scatenante di passioni e nel contempo catarsi fisica e spirituale, era spettacolarmente la summa del teatro di parola, danzato, cantato. Un evento mistico e ancestrale, fortemente evocativo, in cui i protagonisti: Medea, Agamennone, Cassandra, sono simboli delle nostre passioni nascoste. Le tre opere chiave della produzione classica “Medea”, “Elettra” e “Troiane” pur mantenendo la furia orfica primitiva, sono universalizzate nel contesto teatrale. E i brani euripidei fedelmente cantati in greco antico, pronunciato con !”‘etacismo”, provocano in noi emozioni indicibili e attorno vi si costruisce un magnifico rituale che si dipana in quattro ore di “cerimonia di purificazione” collettiva lungo un percorso oscuro, talvolta illuminato da luci misteriose, da squarci di recitazione che è ancora invocazione alla liberazione dalle angosce.
Gli attori, danzatori e cantanti si fanno perciò sacerdoti di una cerimonia misterica collettiva che prevede il diretto intervento del pubblico coinvolto emotivamente dalla forza evocativa del linguaggio e del verso euripideo. Un'esperienza teatrale ed umana, quindi, non facilmente dimenticabile.
Eccellente, quindi, l'andamento del lo Egnatia Festival, fortemente voluto, pur fra notevoli difficoltà organizzative, vista la mole della manifestazione, dal Commissario dell'Azienda di Turismo di Fasano, Pietro Livrano, un'ottimo impulso alla promozione culturale, artistica e turistica della nostra città verso orizzonti di prestigio internazionale.
di Antonietta Latorre
di Redazione
27/01/2015 alle 19:04:53
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