IL DEGRADO DI SAVELLETRI
Don Carmelo Semeraro, novello don Camillo, guida i parrocchiani contro il Palazzo!
Da Osservatorio 8/9 – settembre 1987
Il peschereccio “Attila” si culla al centro del porto di Savelletri.
È da parecchie mattine che lo vedo là, ancorato. «Ma perché non attracca? - chiedo ridendo al mio amico pescatore - C'è forse la peste a bordo?».
L'amico ride anche lui. «Purtroppo è troppo grande per questo porto».
«Veramente non mi sembra un transatlantico», replico.
«Ma qui fra poco - mi risponde - non attraccheranno nemmeno più le barche».
Così mi spiega che il porto ha ormai bisogno di essere ripulito.
«Ad ogni mareggiata, il mare porta dentro materiale che poi rimane là, si accumula ed il fondale si fa sempre più basso».
Ma nessuno ci pensa.
Anche il settore “turistico” del porto, rappresentato da una passerella di fortuna gestita dalla Lega Navale è ormai assediata dalle alghe. Qualche tempo fa ci furono dei lavori per una nuova banchina di attracco: oggi quella banchina, abbandonata e triste, sembra ormai terraferma, tanto le alghe l'hanno allontanata dal mare.
Peccato, perché Savelletri, a metà strada tra Bari e Brindisi, di prospettive turistiche legate al mare ne avrebbe a iosa: bel mare, pesce fresco, le colline della Selva subito alle spalle, una vicinanza strategica alla Puglia delle città bianche, dei trulli e delle grotte, un territorio ricco di vestigia archeologiche, ristoranti dove si mangia bene ed, appunto, un porto.
Sono ormai cinque anni che mi sono innamorato di questo posto, della sua aria autentica di borgo marinaro, abbastanza piccolo da essere tranquillo e riposante, ma abbastanza “urbano” da evitare la ghettizzante artificialità del villaggio residenziale. Ma tutto oggi di Savelletri parla di declino, di degrado: il porto privo di servizi e dal fondale sempre più basso, la nuova banchina abbandonata, la scogliera piena di rifiuti, le strade prive di asfalto e, la sera, irrimediabilmente buie.
«Non è mai andata male come quest'anno», mi dicono in una delle tante pescherie per cui Savelletri è (giustamente) famosa.
«La cosa strana - mi aggiunge l'amico pescatore - è che fino a Capitolo ed oltre Torre Canne si vede un sacco di folla. Solo per noi questa è una annata-no».
«Ma che ci viene a fare la gente qui?! – interviene un altro pescatore - . Non c'è niente che possa attirare i giovani. Qui è la noia e basta».
«Veramente - aggiunge il mio amico - non c'è nemmeno niente che possa attirare i bambini ed i ragazzi : non un giardinetto, non uno scivolo o una giostrina, non una attività ricreativa o una struttura sportiva».
«Se è per questo - dico io - non c'è nemmeno niente che favorisca il riposo.dei meno giovani. Cinque panchine c'erano cinque anni fa e cinque panchine vi sono oggi. E non è che manchino i posti panoramici, anzi ... ».
A pensarci bene, non sono solo le panchine a dare il segno della totale immobilità di questo luogo. Anch'io in questi cinque anni, non ho visto un solo gesto di attenzione da parte di Fasano, il Comune da cui Savelletri amministrativamente dipende: non una sola lampada aggiunta alla pubblica illuminazione, non un metro lineare di marciapiede o di strada asfaltata. Quel po' che si è visto di sistemazione stradale è stato opera di volenterosi privati (ovviamente, senza rimborso di oneri di urbanizzazione).
Un discorso a parte merita piazza Costantinopoli, dinanzi alla chiesa nuova. Sembra fatta apposta per ospitare un giardinetto: quattro aiuole, uno scivolo, qualche gio strina, un po' di panchine all'ombra. I più sognatori potrebbero anche vedervi un monumento a S. Francesco di Paola, patrono di Savelletri, concepito come un monumento alla gente che sul mare rischia e fatica e dal mare vive.
Per ora bisogna invece accontentarsi di una spianata pietrosa trionfalmente occupata da due cassonetti per i rifiuti e l'unico monumento è la base in cemento armato dell'antico serbatoio di plastica eretto ai tempi della emergenza idrica.
C'è però chi oggi dice finalmente basta a questo stato di cose assurdo. Così i fedeli, andando a messa domenica di ferragosto, hanno sentito don Carmelo Semeraro, il giovane parroco, denunciare ad alta voce durante l'omelia il degrado di Savelletri ed annunciare, a nome di un gruppo di cittadini, l'iniziativa di scrivere una lettera al Sindaco, agli amministratori comunali ed all'Ufficiale Sanitario di Fasano, nonché al Prefetto di Brindisi.
«Sembra inconcepibile - dice la lettera – e quindi assurdo che una zona come Savelletri, in cui dimorano numerosi pescatori e, d'estate, tanti turisti, debba ancora trovarsi in condizioni così disastrose:
- Il porto, luogo essenziale per il lavoro dei pescatori, non ha mai avuto i necessari interventi per renderlo più accogliente e idoneo alle attuali esigenze. La gente di mare di Savelletri è costretta ad emigrare in altri porti;
- La Piazza Costantinopoli, centro da anni dell'intera Comunità, è ancora tutta da progettare ed arredare; intanto è diventata punto di raccolta della spazzatura (sembra fatta apposta per essere ed avere il monumento all'immondizia);
- La pubblica illuminazione nella parte nuova della frazione è inesistente, come pure è mancante l'impianto di fogna. Alle strade, in massima parte, hanno provveduto i privati;
- Di attrattive per i bambini neanche l'ombra; gli impianti sportivi per i ragazzi e i giovani sono ancora da inventarli».
Date queste premesse, sorge spontanea una domanda: «Noi ci chiediamo come in un luogo così presentabile si possa parlare di “amena località turistica” o come ancora possiamo invitare la gente a trascorrere qualche giorno nella nostra bella e amata Savelletri».
Inutile dire che alla coraggiosa iniziativa del parroco sono subito giunte le solidarietà più convinte da parte degli abitanti di Savelletri, compresi i villeggianti. Sono state infatti decine e decine le persone che, al termine delle messe, hanno chiesto di firmare la lettera.
Chissà se ora il Comune di Fasano si ricorderà di avere nel proprio territorio una frazione chiamata Savelletri. Naturalmente è nell'auspicio di tutti.
Intanto è già importante constatare che Savelletri non vuole morire.
O meglio, non vuole essere uccisa.
di ANGELO DI SUMMA
di Redazione
27/12/2014 alle 18:04:49
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